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    I lavoratori chiedono trasparenza sull’uso delle tecnologie

    Un gruppo di dipendenti di Whole Foods ha chiesto ad Amazon, che ha acquistato la catena di supermercati nel 2017, di non collaborare con l’Immigration and Customs Enforcement (ICE). 

    di Angela Chen

    Una lettera aperta, pubblicata tramite l’account Twitter del gruppo, critica Amazon per aver fornito servizi di cloud computing a Palantir, un’azienda di analisi dei dati che lavora per ICE, l’agenzia federale statunitense che si occupa della identificazione degli immigrati privi di documenti.

    Il gruppo di dipendenti di Whole Foods, chiamato Whole Worker, chiede anche ad Amazon di smettere di vendere la sua tecnologia di riconoscimento facciale, Rekognition, alle forze dell’ordine e chiede che interrompa la collaborazione con “qualsiasi altra azienda coinvolta nella repressione dei gruppi emarginati”.

    La lettera di Whole Worker è importante perché dimostra che i problemi interni ad Amazon esistono anche tra i lavoratori non direttamente coinvolti nelle sue attività tecnologiche.

    Whole Worker ha anche fatto filtrare un video di 45 minuti su come Amazon, lo scorso settembre, abbia cercato di ostacolare i tentativi di organizzazione sindacale. Il video è recentemente apparso sul talk show “Last Week Tonight” di John Oliver.

    Da più di un anno, anche in altri settori dell’azienda i dipendenti protestano per la collaborazione tra Amazon e ICE, e l’opposizione è cresciuta di recente a causa delle proteste anti-ICE.

    Il mese scorso, i dipendenti di Amazon Web Services hanno diffuso una lettera in cui si chiedeva all’azienda di smettere di lavorare con ICE.

    Tuttavia, è difficile dire se l’inquietudine che serpeggia dentro Whole Foods sia destinata a fare proseliti. Secondo quanto riferito, un membro di Whole Worker ha dichiarato a “Business Insider” che il gruppo può contare su “diverse decine” di membri del comitato e 280 persone “coinvolte nelle comunicazioni interne”. Due anni fa, Whole Foods impiegava 91.000 persone.

    Ma questo tipo di problema non riguarda solo Amazon. I dipendenti di molte importanti aziende tecnologiche hanno criticato le partnership dei loro datori di lavoro con i militari e il governo.

    L’anno scorso, le proteste dei dipendenti hanno portato alla decisione di Google di non rinnovare il Progetto Maven, una collaborazione di intelligenza artificiale con il Pentagono. 

    L’azienda ha anche smesso di lavorare al Project Dragonfly, un motore di ricerca cinese, dopo che i dipendenti hanno fatto sentire la propria voce.

    A Microsoft i lavoratori hanno sottoscritto una lettera aperta per sollecitare l’azienda a non fare offerte per un progetto militare americano chiamato JEDI.

    Amazon non ha ancora risposto alla lettera di Whole Worker. Ma in una dichiarazione riguardante le precedenti richieste di smettere di collaborare con ICE, l’azienda ha dichiarato che spetta al governo stabilire le regole sull’uso della tecnologia.

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