Il Green Data Center di Eni, sito nel cuore della valle della Lomellina, si prepara ad accogliere un nuovo sistema di supercalcolo: l’HPC5, versione evoluta dell’attuale già potentissimo HPC4. L’architettura del nuovo supercalcolatore è concepita con la stessa filosofia delle precedenti, basate su tecnologia cluster ibrida ampiamente diffusa nei più importanti centri di calcolo mondiali.
di Fonte ENI
Atteso per l’inizio del 2020, il nuovo supercomputer triplicherà la potenza di calcolo del suo predecessore, passando da 18,6 petaFlops/s a 52, vale a dire, 52 milioni di miliardi di operazioni matematiche svolte in un secondo. Con questi numeri, l’HPC5 si guadagna il primato di infrastruttura di supercalcolo non governativa più potente al mondo.
Raffreddato ad aria, l’HPC5 consentirà di ridurre al minimo i consumi per il condizionamento del proprio sistema. Per soddisfare parzialmente l’aumento di energia richiesto dai sistemi di calcolo delle due macchine che, combinati, raggiungeranno un picco totale di 70 Petaflop/s, sono stati realizzati dei pannelli solari, in grado di produrre 1 MW di potenza.
All’interno di questo “regno del supercalcolatore” arrivano tutti i dati geofisici e prospezioni sismiche prodotte da Eni in tutto il mondo, per essere elaborati con modelli matematici di avanzata complessità, tali da produrre un’analisi accurata del sottosuolo e rilevare giacimenti petroliferi e di gas fino a 10-15 km sotto la superficie e distribuiti in migliaia di km quadrati!
Grazie all’ownership su computer di tale potenza, Eni, da sempre in prima linea nel campo dell’innovazione tecnologica, è tra le aziende maggiormente all’avanguardia nell’industria energetica mondiale e protagonista di scoperte di enorme portata, come quella dei giacimenti giganti a gas Zohr e di quello del Mozambico, a firma HPC4.
Ma che se ne fa un’impresa dell’energia di un mostro di supercalcolo simile? La risposta è semplice: poter entrare nelle viscere della terra in “punta di calcolo” e svelarne i segreti più nascosti per produrre energia. L’HPC5 è il candidato ideale per l’esplorazione dell’ “energia del domani”.
Da un lato quindi esplorazione e simulazione dei giacimenti, dall’altro invece rinnovabili (modellazione molecolare dei sistemi fotoattivi per OPV e LSC), modellazioni fluidodinamiche per BluEnergy (ISWEC, PB3) e studi anche sulla fusione magnetica (con CNR e MIT).
Foto: L’HPC5 affianca l’HPC 4 in attesa del supercomputer di prossima generazione. Per gentile concessioni di ENI