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    Gli elettori ispanici sono presi di mira dalla disinformazione

    Le comunità ispaniche sono fondamentali per decidere il voto di alcuni dei distretti in bilico nelle elezioni americane e sono bombardate dalla propaganda online.

    di Tate Ryan-Mosley

    Rolando Chang Barrero vive nella contea di Palm Beach, in Florida, in quello che chiama un quartiere ispanico bipartisan. È un artista e gallerista ben noto nella sua comunità ed è presidente del Democratic Hispanic Caucus della contea. Ma in questa stagione elettorale, dice, i vicini di tutte le convinzioni politiche sono venuti da lui per un controllo sulla veridicità delle informazioni sul prossimo voto.

    “C’è un tale bombardamento di opinioni opposte che confonde le persone”, egli spiega. In effetti, continua, le elezioni del 2020 hanno visto messaggi più confusi rivolti ai suoi vicini di quanto possa ricordare: “fino a oggi è stato davvero uno spettacolo deprimente, con messaggi falsi e manipolazioni”. 

    Questa potrebbe essere la prima elezione in cui il blocco di voto ispanico rappresenterà il più grande gruppo di elettori di minoranza, con 32 milioni di cittadini votanti. Molti degli stati con la percentuale più alta di ispanici sono considerati campi di battaglia, tra cui New Mexico, Texas, Arizona, Florida e Nevada, e in altri stati vicini come North Carolina e Pennsylvania, i voti ispanici potrebbero fornire la “spinta decisiva” in caso di incertezza. Uno studio di Equis Research ha mostrato che gli elettori ispanici potrebbero rappresentare il voto cardine in cinque stati in bilico e che gli elettori ispanici in un piccolo numero di contee oscillanti potrebbero determinare l’intero risultato delle elezioni.

    Con una posta così alta in gioco, denaro e informazioni vengono riversati in queste comunità per cercare di influenzarne il voto. Ciò è particolarmente vero sui social media, dove una serie di sofisticati messaggi mirati cercano di condizionare le decisioni di voto degli elettori ispanici o convincerli a non votare affatto. 

    L’aborto è il tema centrale della propaganda

    La disinformazione in campo religioso è particolarmente diffusa, in considerazione del fatto che il 77 per cento per cento degli elettori ispanici è cristiano e il 48 per cento è cattolico. L’aborto, in particolare, è al centro di una grande quantità di propaganda online. Poche ore dopo che il presidente Trump ha annunciato la sua intenzione di nominare Amy Coney Barrett alla Corte Suprema, i messaggi sulla sua posizione su questo problema hanno iniziato ad apparire nelle chat di gruppo WhatsApp in lingua spagnola. 

    La disinformazione sta “usando la religione come leva distorsiva, disegnando una vera divisione tra ciò che significa essere un buon cristiano o un buon cattolico”, dice Ashley Bryant di Pa’lante, una campagna per contrastare questa operazione.   Ben presto i gruppi progressisti hanno cercato di combattere la narrativa prevalente, sostenendo che la nomina di Barrett sarebbe stata negativa per gli ispanici cattolici.

    Più recentemente i commenti di Joe Biden sul fatto che l’aborto diventi la “legge del paese” ha innescato un assedio di disinformazione coordinata su un certo numero di pagine Facebook in lingua spagnola. Immagini e messaggi ripetitivi sull’argomento stanno comparendo in questi gruppi, come la falsa affermazione che Kamala Harris sostiene la liceità dell’aborto fino a pochi minuti prima della nascita. Queste azioni coordinate su scala ridotta possono evitare l’attenzione e il controllo che potrebbero essere dati a post virali o hashtag, rendendoli più difficili da monitorare.

    La vulnerabilità del voto ispanico

    Le comunità in cui lo spagnolo è la lingua dominante sono particolarmente sensibili a una serie di sfide legate alla disinformazione, secondo Jacobo Licona, un ricercatore di Equis Labs. A suo parere, la disinformazione esiste anche negli spazi digitali ispanici di lingua inglese, ma il monitoraggio è migliore. “I contenuti in lingua spagnola destano spesso maggiore preoccupazione solo perché c’è meno controllo”, dice Licona. 

    Mentre Facebook a volte contrassegna questo falso contenuto in inglese, lo stesso materiale in spagnolo non viene sempre segnalato. “Spesso cooptano messaggi manipolatori e li diffondono rapidamente in spagnolo. E questo tipo di comportamento di solito non viene verificato rispetto ad alcuni contenuti in lingua inglese “, egli spiega.

    Attori malintenzionati hanno utilizzato i social media, la radio e i giornali locali in lingua spagnola per inondare gli elettori con livelli mai visti in precedenza di disinformazione e teorie del complotto. Alcuni influencer ispanici sono stati anche divulgatori chiave di tali contenuti quest’anno, in particolare con menzogne sulle frodi nel voto per corrispondenza.

    Le chat di gruppo di WhatsApp sono particolarmente popolari tra le comunità di immigrati perché l’app non richiede un numero di telefono statunitense e offre una crittografia end-to-end che fornisce una certa sicurezza. Ma WhatsApp è difficile da monitorare e verificare, rendendo quasi impossibile per ricercatori e attivisti verificare la disinformazione e i manipolatori (il proprietario di WhatsApp, Facebook, ha posto dei limiti all’inoltro dei messaggi per cercare di ridurre la diffusione di informazioni pericolose in paesi come Brasile e India).

    Allo stesso modo, i ricercatori ritengono che il servizio sia un incubatore di disinformazione che si diffonde organicamente in gruppi privati di familiari e amici fidati. Un recente rapporto di “Politico” ha evidenziato come un gruppo WhatsApp moderato dai repubblicani intendeva informare le comunità ispaniche su covid-19 includendo un post in cui si dichiarava: “I veri cattolici non possono essere democratici”. 

    I contenuti della messaggistica “ufficiale”

    In Florida, dove vive Barrero e la popolazione è per oltre il 26 per cento ispanica, i cittadini sono abituati a essere sommersi dalla pubblicità. È uno stato in bilico e un campo di battaglia per entrambe le parti. I comitati elettorali d’altronde avevano già speso 100 milioni di dollari di budget elettorali nel 2016. In particolare, ci si è concentrati sulla messaggistica in inglese e spagnolo agli ispanici americani su assistenza sanitaria, aborto e immigrazione. 

    I cittadini della Florida includono un mix di cubani, venezuelani, messicani, haitiani e altri, rendendo il voto ispanico più diversificato e contestato rispetto al voto ispanico nazionale, che tendenzialmente si colloca a sinistra. La campagna di Trump ha un certo sostegno da parte dei cubano-americani conservatori, nonché dagli elettori cattolici e ispanici maschi. 

    In luoghi come la contea di Miami-Dade, uno dei quartieri al centro della contesa, i cubano-americani vengono presi di mira direttamente da Trump e Biden. La campagna di Trump specula sui timori del dominio comunista e sta tentando di dipingere Biden come un socialista: una campagna pubblicitaria di Trump chiamata “Progresista” ha paragonato parte del linguaggio di Biden a quello di Hugo Chavez, Fidel Castro, Gustavo Petro e Nicolas Maduro, con una schermata finale che mostra “Biden=Socialism”. Il comunicato stampa per l’annuncio definisce Biden “anti-ispanico”.

    Nel frattempo, i gruppi Facebook per i cubano-americani sono stati un focolaio di disinformazione e propaganda. La scorsa settimana, Pa’lante stava seguendo un post nel gruppo “Cubanos por Donald Trump” in cui Biden è stato fotografato durante un viaggio al Little Haiti Cultural Center di Miami. La didascalia diceva: “Chi vuole un comandante in capo che si inginocchia davanti a leader stranieri?”, come a dire che Biden si stesse arrendendo al governo haitiano, anche se le persone nella fotografia erano semplicemente residenti di Miami vestiti con abiti tradizionali haitiani. Lo stesso post è stato condiviso in una serie di gruppi ispanici su Facebook dallo stesso utente non verificato, esortandoli a “votare repubblicano e di persona”.

    La propaganda di sinistra, nel frattempo, ha paragonato Trump ad alcune delle stesse figure dittatoriali. Priorities USA, il più grande superPAC democratico, ha condotto una campagna pubblicitaria in Florida paragonandolo ai “caudillos” latinoamericani o a uomini forti autoritari antidemocratici. Ma è l’ala destra dove l’influenza dei bot e della disinformazione è più visibile.

    La tattiche delle azioni coordinate

    A metà luglio, Robert Unanue, CEO di Goya Foods, ha parlato con entusiasmo del presidente Trump alla Casa Bianca. Importanti politici liberali come Alexandria Ocasio-Cortez hanno successivamente sostenuto le richieste di boicottaggio dei prodotti Goya, solo per essere accolti da una reazione accesa dei repubblicani come Ted Cruz, che ha affermato che “la sinistra sta cercando di cancellare la cultura ispanica“. 

    I bot dei social media hanno immediatamente iniziato a banchettare con l’opportunità. In tre giorni, Goya è stata citata quasi 125.000 volte sui social network, concentrandosi in alcune comunità ispaniche chiave. Un bot monitorato da Pa’lante ha citato Goya 6.700 volte su Facebook. Il bot ha cambiato costantemente posizione e linguaggio nel tentativo di creare indignazione in diverse comunità e quindi rivolgere l’attenzione all’Hispanic Prosperity Initiative di Trump. 

    Pa’lante ha stabilito che questo bot era un attore di destra che semina strategicamente divisione tra gli elettori ispanici, una tattica comune utilizzata per ridurre il potere politico di un gruppo. Alcuni attori coordinati diffondono ripetutamente lo stesso messaggio in molti gruppi diversi, creando più problemi rispetto ai singoli post virali, afferma Licona: “Spesso si vedono post con una didascalia identica e una storia identica condivisa da più pagine contemporaneamente, con una capacità di influenza superiore. Un post che ottiene migliaia di condivisioni ha un impatto, ma ciò che è più problematico e pericoloso è che alcune di queste pagine si coordinano tra loro per raggiungere più feed e persone”.

    Avanti il prossimo

    Combattere il problema è impegnativo. Pa’Lante impiega una rete di gruppi di osservatori locali collegati alle comunità che monitora e crea contenuti accurati che hanno lo scopo di soffocare la cattiva informazione e la disinformazione. È un rimedio a breve termine abbastanza efficace, sebbene non faccia nulla per risolvere il problema strutturalmente o rapidamente. Nelle tre brevi settimane fino al giorno delle elezioni, Pa’Lante si aspetta un diluvio costante di messaggi che cercheranno di confondere e intimidire gli elettori. 

    La messaggistica coordinata sulle frodi relative al voto di posta è un esempio. Licona sta già vedendo questi messaggi diretti alla comunità ispanica e avverte che, al di là dei dubbi legittimi, c’è una chiara intenzione di creare sfiducia nei due partiti politici e nel sistema in generale al fine di deprimere l’affluenza alle urne. Le menzogne sul voto per corrispondenza sono una forma di soppressione attiva della libertà individuale, conclude Bryant. 

    (rp)

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