Una nuova scoperta di gas e condensati petroliferi permette di raggiungere nuove ricchezze energetiche nascoste sotto il continente più povero del mondo: l’Africa.
di Luca Longo
Eni conferma l’efficacia delle proprie tecnologie esplorative in campi geologicamente complessi e continua lo sviluppo di importanti progetti destinati alla popolazione locale.
Il 5 novembre, l’esplorazione Eni ha registrato un nuovo successo nell’offshore della Repubblica del Congo, all’interno del prospetto esplorativo Nkala Marine situato nel Blocco Marine XII. Si stima che la scoperta, realizzata attraverso il pozzo Nkala Marine 1, abbia un potenziale di circa 250-300 milioni di barili di olio equivalente (Mboe) in posto.
Con quest’ultima scoperta a gas e condensati, Eni consolida la sua presenza nel Paese e nel continente africano. Il cane a sei zampe è presente in Congo dal 1968 e produce attualmente nel Paese circa 110.000 barili equivalenti (boe) al giorno. La compagnia è attiva in Africa, e in particolare nell’area Subsahariana dagli anni ”60 ed è operativa in progetti di esplorazione e produzione in Angola, Repubblica del Congo, Ghana, Gabon, Mozambico, Nigeria, Repubblica Democratica del Congo, Kenya, Liberia, Costa D’Avorio e Sudafrica. L’area Subsahariana, dove Eni produce attualmente circa 450.000 barili (boe) al giorno, è caratterizzata da una crescita organica derivata dai numerosi successi esplorativi.
Durante la prova di produzione, il nuovo pozzo ha erogato oltre 300.000 metri cubi al giorno di gas con condensato associato. Il pozzo, perforato a una profondità d’acqua di 38 metri, ha incontrato un importante accumulo di gas e condensato nella sequenza geologica clastica pre-salina di età Cretacica inferiore, attraversando una colonna di idrocarburi dello spessore di ben 240 metri.
Inoltre, il nuovo giacimento è situato all’interno del Blocco Marine XII, a circa 20 chilometri dalla costa e a 3 chilometri dal campo – già in produzione – di Nené Marine. Per questo non si prevede la necessità di ampi lavori infrastrutturali per portare in produzione il nuovo giacimento.
Eni avvierà la fase di valutazione attraverso nuovi pozzi di delineazione. Nel contempo, verranno avviati gli studi per il suo sviluppo commerciale inquadrato nel contesto di uno sfruttamento ottimizzato delle scoperte a olio e gas del permesso Marine XII assieme ai partner della Joint Venture. Eni Congo, infatti, è l’operatore con una quota del 65%. Gli altri partner sono New Age, con il 25%, e la compagnia di stato congolese Societé Nationale des Pétroles du Congo (SNPC), con il 10%.
L’esplorazione delle sequenze pre-saline continua a portare nuove scoperte a Eni lungo tutto il margine dell’ Africa occidentale e conferma l’efficacia delle proprie tecnologie esplorative su questi temi geologicamente complessi.
Eni stima le risorse in posto di olio e gas effettuate nel Blocco Marine XII in circa 5,8 miliardi di barili di olio equivalente (Bboe). La produzione del blocco, iniziata lo scorso dicembre, è in crescita e si attesta attualmente a circa 15.000 boe al giorno.
Oggi l’Africa fornisce oltre la metà della produzione totale di greggio e gas naturale di Eni che si conferma primo produttore internazionale nel continente.
In parallelo, Eni continua a promuovere progetti per favorire lo sviluppo africano con l’obiettivo di rispondere ai bisogni ed alle aspettative delle comunità locali e a produrre un impatto positivo di lungo periodo.
Numerosi sono i risultati conseguiti proprio in Congo: il progetto Hinda è arrivato ad uno stato di avanzamento dell’80% con la realizzazione di tre Centri di Salute e la vaccinazione di circa 20.000 persone; sono già partite le attività didattiche nelle 9 scuole realizzate. In queste scuole e nei 21 pozzi idrici appena ultimati sono stati installati sistemi di approvvigionamento energetico (22 campi di pannelli solari e 9 gruppi elettrogeni). A Pointe Noire procede l’elettrificazione che ora copre il 40% della popolazione, pari a circa 350.000 abitanti, e sono stati realizzati 6.500 punti luce cittadini. Infine, a Kouakouala è stata ultimata l’alimentazione elettrica delle pompe dei pozzi idrici, delle scuole, dei centri sanitari e dei punti di illuminazione pubblica.
Eni collabora sempre con le comunità e le istituzioni presenti sul territorio offrendo il proprio contributo alla riduzione della povertà energetica.
In Africa, ancora più che altrove, l’accesso a moderne forme di energia è motore per lo sviluppo dei settori della salute, dell’educazione e dell’agricoltura.
I progetti a sostegno delle popolazioni locali si inquadrano sempre nei piani di sviluppo del Paese in cui la compagnia opera, con particolare attenzione alle attività sociali e al miglioramento delle condizioni sanitarie e ambientali.
(sa)