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    Diagnosticare coronavirus e fibrosi cistica

    Nuovo, veloce metodo diagnostico rileva la presenza di malattia esaminando singole molecole.

    di Lisa Ovi

    Ricercatori della University of Leeds hanno sviluppato un nuovo metodo diagnostico che permette di esaminare singole molecole presenti nel sangue, o biomarcatori, solitamente analizzate a miliardi, se non trilioni, alla volta per poter riconoscere un segnale di una malattia. I risultati della ricerca sono stati pubblicati da Nature Communications.

    Per quanto ancora in via di sviluppo, il metodo permetterebbe di accelerare, ad esempio, i test del coronavirus fornendo in pochi minuti risultati accurati, a partire da campioni minimi. Il nuovo sistema è già stato utilizzato per rilevare una proteina legata alla fibrosi cistica chiamata C-reattiva nel siero diluito.

    Il nuovo metodo prevede l’utilizzo di DNA a origami, la tecnica di piegatura del DNA a livello nanometrico per creare forme bidimensionali o tridimensionali non arbitrarie. Proprio le forme del DNA selezionate vengono utilizzate per catturare i biomarcatori, che vengono quindi letti per mezzo di nanopori, una molecola alla volta.

    Il gruppo, guidato dal professor Christoph Wälti della Scuola di ingegneria elettronica ed elettrica di Leeds, sta ora adattando la tecnologia al rilevamento di una serie di malattie, tra cui il Covid-19. In questo caso, in particolare, l’origami a DNA dovrà rilevare le proteine spike che il coronavirus utilizza per invadere le cellule umane.

    Il dispositivo realizzato dai ricercatori è elettrico e può essere reso portatile, consentendo il rilevamento al punto di cura”.

    Immagine: Matthias A. Fenner, Wikimedia Commons

    (lo)

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