Le nazioni europee stanno sollevando barriere ai viaggi nel Regno Unito per timori della diffusione di un ceppo più trasmissibile del coronavirus.
di Antonio Regalado
Un’ondata crescente di casi di covid-19 nel sud dell’Inghilterra è stata attribuita a una nuova variante del coronavirus. La nuova versione, apparsa a settembre, è ora dietro la metà dei casi nella regione. I ricercatori genomici hanno scoperto che non solo la variante ha molte mutazioni, ma si prevede che molte delle alterazioni genetiche possano apportare cambiamenti significativi alla proteina spike, una parte del virus che svolge un ruolo chiave nell’infettare le cellule.
Sabato 19 dicembre, il primo ministro britannico Boris Johnson ha tenuto una conferenza stampa televisiva in cui ha annunciato nuove restrizioni ai movimenti per il periodo natalizio e un blocco totale a Londra e nel sud-est in risposta all’improvviso aumento dei casi. “Sembra che il rialzo della diffusione del contagio sia ora guidato dalla nuova variante”, ha dichiarato Johnson.
“Dai calcoli preliminari degli esperti sembra”, ha continuato il leader britannico, “che la variante potrebbe rappresentare un nuovo ceppo fino al 70 per cento più trasmissibile”. Il risultato immediato dei commenti del leader è stato il panico. Sebbene non ci siano prove che il nuovo ceppo sia più mortale, una lunga serie di paesi europei, tra cui Italia, Irlanda, Germania, Francia e Paesi Bassi, hanno limitato i viaggi nel Regno Unito. L’Eurotunnel Regno Unito-Francia ha chiuso domenica notte poiché la Francia ha chiuso per 48 ore i suoi confini a chi proveniva dal Regno Unito.
Durante il fine settimana, gli esperti medici hanno cercato di rassicurare il pubblico sul fatto che la variante del virus, denominata VUI – 202012/01, vale a dire “prima variante oggetto di indagine nel dicembre 2020”, non avrebbe vanificato le campagne di vaccinazione, iniziate nel Regno Unito e negli Stati Uniti. Uno dei motivi è che il virus dovrebbe cambiare sostanzialmente per “sfuggire” all’attuale vaccino. Anche se ciò accadesse, i vaccini possono essere adattati per tenere il passo con i patogeni che cambiano forma, come nel caso del vaccino antinfluenzale annuale.
Domenica, il Surgeon General americano Jerome Adams ha dichiarato a Face the Nation della CBS News che “non ci sono indicazioni” che la nuova variante infici le operazioni di vaccinazione negli Stati Uniti. Nei suoi commenti pubblici, Johnson ha parlato dei risultati di un organismo di esperti che consiglia il suo governo, il New and Emerging Respiratory Virus Threats Advisory Group, la cui valutazione era in qualche modo meno allarmistica della versione del primo ministro.
Ha affermato che il successo della variante nel diffondersi esponenzialmente durante un periodo di lockdown nazionale ha dato al gruppo “indizi non definitivi sulla sua capacità di aumentare sostanzialmente la trasmissibilità rispetto ad altre varianti”. La situazione potrebbe rivelarsi un falso allarme. A volte le varianti del virus sembrano diffondersi più facilmente, ma in realtà sono spinte dal caso, come un evento di super diffusione.
In Gran Bretagna e all’estero, si sta ora facendo a gara per eseguire gli esperimenti di laboratorio necessari per dimostrare se la nuova variante infetta davvero le cellule umane più facilmente e se i vaccini la fermeranno; questi studi coinvolgeranno l’esposizione del nuovo ceppo al plasma sanguigno di chi ha avuto il covid-19 o di persone vaccinate, per vedere se i loro anticorpi possono bloccarlo.
I virus spesso mutano o sviluppano piccoli cambiamenti nel loro codice genetico. Dall’inizio della pandemia, gli scienziati che sequenziano i campioni del coronavirus hanno monitorato questi cambiamenti per ottenere informazioni su come e dove si è diffuso il patogeno.
Uno dei motivi per cui il virus mutato è stato individuato nel Regno Unito potrebbe essere che il paese ha perseguito in modo aggressivo tale “epidemiologia genomica”. Per esempio, un documento di valutazione delle minacce del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie sostiene che i laboratori britannici hanno contribuito al 45 per cento al completamento delle 275.000 sequenze di coronavirus depositate nel database globale GISAID. Secondo il Covid-19 Genomics Consortium UK, la coalizione di laboratori che ha sequenziato i virus, la prima apparizione della variante è in un campione raccolto il 20 settembre nel Kent e in uno il giorno successivo a Londra.
Una firma distinta
Mentre le mutazioni nel coronavirus si vedono continuamente, la nuova variante ha generato allarmi perché è apparsa in contemporanea con un forte aumento dei casi nel sud-est dell’Inghilterra, dove il tasso di infezione è recentemente quadruplicato. Si è scoperto che circa la metà di questi casi erano causati dalla nuova variante.
Anche il codice genetico della variante ha attirato l’attenzione degli scienziati per quanto differiva dalla versione originale. Secondo una caratterizzazione preliminare pubblicata sul sito virological.org dal Covid-19 Genomics Consortium UK, la variante possiede una firma genetica “distinta” con “un numero insolitamente elevato di cambiamenti genetici”, in particolare nella sua proteina spike, che rischiano di alterarne la funzione.
Le mutazioni viste nella nuova variante sono state tutte individuate in precedenza, secondo i commenti pubblicati online da Francois Balloux, un biologo computazionale dell’University of College di Londra, ma a quanto pare non in questa combinazione. Tra le variazioni, una fa sì che la proteina spike si leghi più efficacemente alle cellule umane, un’altra è collegato alla resistenza alle risposte immunitarie umane e una terza è relativa a un componente biologicamente critico dell’agente patogeno.
Durante questa pandemia, la diffusione delle varianti del virus ha raggiunto una o due nuove mutazioni al mese. Gli scienziati britannici affermano di essere stati sorpresi di trovare una variante che ha accumulato un modello unico di oltre una dozzina di modifiche a geni importanti, il che ha fatto avanzare l’ipotesi che il ceppo potrebbe essere il risultato di un adattamento evolutivo.
La variante è in grado di evitare la risposta immunitaria?
Nel rapporto preliminare del gruppo del Regno Unito, Andrew Rambaut, un biologo dell’Università di Edimburgo, e i suoi colleghi affermano di ritenere che la variante potrebbe essersi evoluta all’interno di una persona immunocompromessa e che è stata cronicamente infettata dal coronavirus. Queste persone, in alcuni casi, hanno ricevuto più cicli di trattamento con anticorpi e farmaci antivirali. Ciò potrebbe selezionare i virus che sopravvivono a tale trattamento.
Se il virus modificato è in grado di “eludere” la solita risposta immunitaria, ciò potrebbe anche spiegare perché si sta diffondendo più velocemente, poiché interesserebbe anche alcune persone che hanno già avuto il virus e quindi avrebbe più ospiti da infettare. Secondo i rapporti scientifici britannici, quattro delle circa 1.000 persone infettate dalla nuova variante avevano precedentemente avuto il covid-19, anche se gli scienziati non sono in grado di dire se questa cifra sia fuori dall’ordinario.
Non sarebbe una sorpresa totale apprendere che il virus del covid-19 si stia evolvendo abbastanza da infettare le persone una seconda volta, nonostante l’immunità. E’ noto cha altri coronavirus, come quelli che causano il comune raffreddore, reinfettano frequentemente le persone, probabilmente a causa di tali cambiamenti.
Un altro modo in cui i virus possono cambiare in modo significativo è se fanno il passaggio di specie (anche le tigri dello zoo possono prendere il covid) e poi tornano di nuovo alle persone. Lo si è visto in Danimarca, che in autunno ha registrato la trasmissione del virus tra esseri umani e visoni e viceversa, una situazione ritenuta così pericolosa che il paese ha ordinato che tutti i visoni negli allevamenti da pelliccia commerciali fossero abbattuti.
Ora il mondo imparerà se è possibile impedire la diffusione della nuova variante. Non sarà facile. Le forme esistenti di covid-19 si stanno già trasmettendo rapidamente nonostante le distanze sociali e le mascherine. Se la nuova variante si diffonde davvero più rapidamente del 70 per cento, potrebbe presto diventare la forma dominante della malattia.
Le autorità britanniche durante il fine settimana hanno affrontato alcune critiche sul fatto che stavano sollevando allarmi sul nuovo ceppo per giustificare rigide misure di lockdown prima di Natale, inclusi ordini di quarantena a casa per milioni di persone. Ma i funzionari hanno preso la palla al balzo per incoraggiare le persone a rispettare le restrizioni. “Dobbiamo ristabilire il controllo perso sulla nuova variante”, ha detto alla BBC Matt Hancock, il segretario di stato alla salute, che ha esortato i suoi connazionali a “comportarsi come se avessero il virus”.
Immagine: Un uomo completamente solo sulla metropolitana londinese dopo la ufficializzazione del lockdown. AP
(rp)