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    Cosa ci sarà nei nuovi menù OGM

    Un’azienda impegnata nel settore biotecnologico con sede nel Massachusetts afferma che il suo salmone transgenico sta per essere distribuito sul mercato.

    di Antonio Regalado

    Secondo il suo produttore, AquaBounty, un salmone geneticamente modificato diventerà il primo animale GM ad essere messo in vendita nei ristoranti negli Stati Uniti, forse dando il via a un’era di bistecche e braciole di creature con DNA modificato. Negli Stati Uniti, è stata approvata la vendita di un discreto numero di animali geneticamente modificati. C’è il neon GloFish con fluorescenza aggiunta, che si può trovare in un negozio di animali, e capre, conigli e polli progettati per produrre farmaci nel loro latte o nelle loro uova.

    Ma finora, solo un animale geneticamente modificato è stato approvato negli Stati Uniti come alimento. Questo animale, un salmone atlantico progettato per crescere più velocemente negli allevamenti ittici, ha impiegato 20 anni per ottenere il consenso dell’autorità di regolamentazione e poi è stato bloccato per altri quattro anni a causa di una disputa sull’etichettatura. AquaBounty prevede che sarà stata pronta a vendere salmone alle catene di distribuzione statunitensi entro questo mese. 

    Il lungo (e costoso) viaggio di Aquabounty per approdare al mercato è stato scoraggiante. Chi vuole che il proprio prodotto venga denunciato come un pesce mutante da attivisti ambientali o che venga etichettato come “bioingegneria”? Tuttavia, ora che il salmone ha ottenuto l’approvazione, potrebbe essere un segnale “estremamente importante” per gli altri che lavorano su animali geneticamente modificati, dice Jack Bobo, un ex membro del consiglio dell’azienda. “Tutta la ricerca sugli OGM sugli animali si è sostanzialmente interrotta per 20 anni”, egli continua. “Non c’era motivo di farlo finché non fosse stataconcessa l’autorizzazione pubblica”. 

    Il salmone di Aquabounty è transgenico, nel senso che gli è stato “incollato” un gene di una specie diversa (un salmone Chinook). Ora, però, con nuovi strumenti di modifica genetica, i ricercatori hanno modi migliori per introdurre cambiamenti genetici e un menu più ampio di possibili miglioramenti. L’editing genetico ha già portato a suini sperimentali che resistono alle infezioni virali e a bovini da latte le cui macchie sono state cambiate da nere a grigie, per adattarsi ai climi caldi.

    “MIT Technology Review” riporta che l’azienda britannica Genus sta portando avanti un progetto su larga scala per modificare geneticamente i grandi animali da fattoria, per creare migliaia di maiali immuni ad alcuni virus comuni e mortali che colpiscono gli allevamenti.

    Si sta intervenendo anche sul comportamento degli animali. Nel 2019, i ricercatori giapponesi hanno provato a cambiare un gene nel tonno per rendere l’animale più lento. Il tonno può nuotare a 65 km all’ora (circa sette volte più velocemente di Michael Phelps) e spesso muore negli allevamenti ittici dopo collisioni con i muri.

    Il percorso verso la tavola da pranzo rimane difficile per queste innovazioni. Gli attivisti le criticano perché consentono l’allevamento intensivo del bestiame, ed è vero che molte innovazioni genetiche sono state ideate per risolvere i problemi creati dall’affollamento degli animali, come le malattie. 

    L’agenzia statunitense che sovrintende alla concessione dello status alimentare per gli animali geneticamente modificati, la Food and Drug Administration, non ha particolari problemi in quanto considera le alterazioni del genoma di un animale alla stregua di quelle relative a un farmaco veterinario. Ciò significa che vuole la prova che le modifiche fanno quanto dicono i loro creatori e che sono sicure, per gli animali e per noi.

    Alla fine, tuttavia, saranno i consumatori e gli addetti al marketing alimentare a decidere come funziona l’editing genetico nei settori del pesce e della carne. Le persone compreranno salmone o braciole di maiale con etichette che dicono che sono geneticamente modificati? 

    L’arrivo sul mercato del salmone Aquabounty potrebbe aiutare a rispondere alla domanda. L’azienda contesta la necessità di utilizzare tali etichette e afferma che i suoi pesci sono buoni come quelli natural. Tuttavia, come dice Bobo, “è meglio essere trasparenti e sperare che alle persone non importi davvero”.

    Immagine di: Selman Design

    (rp)

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