L’imprenditore Bill Gross ha lanciato una nuova iniziativa per il solare termico, progettata per ridurre le emissioni climatiche del calore industriale.
di James Temple
Nel corso degli anni, diverse startup e gruppi di ricerca hanno rilanciato la promessa di costruire impianti di energia solare termica, che utilizzerebbero una vasta gamma di specchi per concentrare la luce solare e produrre elettricità dal calore risultante. Questa tecnologia ha però faticato a produrre energia a basso costo e ad imporsi sul mercato, nonostante il prezzo dei pannelli solari sia precipitato.
Ciononostante, l’imprenditore Bill Gross, presidente dell’incubatore Idealab e CEO della società per il solare termico eSolar, rimane un vero sostenitore dell’idea. Gross ha annunciato l’avvio di un’impresa che evita l’elettricità e indirizza l’utilizzo del calore direttamente ai processi industriali.
La Heliogen prevede di ottenere temperature più elevate rispetto ai precedenti impianti commerciali, abbastanza calore da sostenere la produzione di materiali come cemento, acciaio e idrogeno. La speranza è che questo calore solare possa sostituire i combustibili fossili normalmente necessari alla conduzione delle necessarie reazioni, riducendo così le emissioni di gas serra prodotte durante il processo.
In caso di successo, l’azienda offrirebbe un elemento chiave alla risoluzione del puzzle della decarbonizzazione. Un rapporto di ottobre del Center for Global Energy Policy della Columbia University rivelava che l’utilizzo di combustibili fossili per produrre il calore necessario ai processi industriali è responsabile di circa il 10% delle emissioni globali di anidride carbonica, un quantitativo superiore a quanto prodotto da tutte le automobili del mondo.
La tecnologia ha dei limiti. Gli impianti solari a concentrazione funzionano generalmente solo in aree molto soleggiate e il calore risultante non può essere inviato a lunghe distanze. Le industrie che volessero usufruire dei vantaggi di questi processi, dovrebbero operare nei pressi degli impianti termici o viceversa. “Il centro del deserto non è un comune centro industriale”, dichiara Julio Friedmann, del Center for Global Energy Policy e autore principale del rapporto.
La Heliogen, con sede a Pasadena, in California, deve ancora dimostrare che la tecnologia funzionerà come sostiene ed a costi competitivi. L’azienda impiega circa 25 persone, ma rifiuta di rivelare quanto ha raccolto in finanziamenti. Un impianto solare termico standard raggiunge temperature leggermente inferiori ai 600°C, per riscaldare un medium come il sale fuso. Questo, a sua volta, viene utilizzato per convertire l’acqua in vapore, che aziona la turbina per la produzione di elettricità. La Heliogen ha introdotto l’utilizzo di telecamere ad alta risoluzione e software per la visione artificiale che apportano regolano minutamente ciascuno dei specchi, raccogliendo ciascun raggio solare su un singolo, minuscolo punto.
La società ha già realizzato un piccolo impianto solare termico a Lancaster, in California, dove sono state raggiunte temperature superiori a 1.000°C. Secondo Gross, sarebbe la prima volta che tali temperature sono state raggiunte in una struttura commerciale e il comunicato stampa lo definisce un “risultato scientifico unico nel suo genere”. Gli esperti in materia notano però che altri gruppi commerciali e di ricerca hanno raggiunto temperature simili, almeno nel corso di esperimenti limitati, e che l’aspetto più complicato della tecnologia è sviluppare sistemi in grado di resistere, trattenere e trasferire il calore.
La Heliogen dichiara di avere diversi possibilità a sua disposizione, come le particelle di ceramica, per l’invio del calore agli impianti sede dei processi industriali. Alcuni procedimenti a singolo passaggio, tuttavia, come la produzione di calce, potrebbero essere riscaldati direttamente in loco dagli specchi solari. La startup dovrà però raggiungere (e mantenere) temperature anche superiori ai 1.000˚C per condurre alcune delle applicazioni menzionate. Gli altiforni in acciaio funzionano a circa 1.100˚C, mentre i forni per cemento lavorano a circa 1.400˚C, mentre la scissione dell’acqua per produrre idrogeno richiede temperature intorno ai 1.500°C, spiega la Heliogen. Secondo Gross, la tecnologia “consente di raggiungere tali temperature” e la società dovrebbe raggiungere questi obbiettivi entro il prossimo anno.
Dati i limiti geografici, è improbabile che il solare termico possa presto sostituire le attività industriali esistenti, spiega Friedmann. Potrebbe però fornire un’alternativa a basse emissioni per la crescita di questi settori, in particolare in aree dalle forti politiche climatiche, conclude.
(lo)