Le nazioni continuano a pompare sempre più inquinamento, a dispetto degli impegni di ridurre le emissioni ai sensi dell’accordo sul clima di Parigi.
di James Temple
Secondo un rapporto annuale delle Nazioni Unite sulle emissioni, a fronte della mancata riduzione promessa nell’accordo di Parigi, saranno ora necessari “interventi più rapidi e profondi” per impedire al pianeta di superare i 2°C di riscaldamento.
Nonostante il crescente utilizzo di energia pulita, la forte crescita economica globale ha provocato nel 2018 un incremento del 2% nelle emissioni di anidride carbonica provocate dalla richiesta di energia e dall’industria. Le emissioni globali hanno raggiunto un valore record di 37,5 miliardi di tonnellate e tutto lascia pensare che toccheranno nuovi massimi nei prossimi anni.
È ora di agire in maniera drastica. Per mantenere il riscaldamento globale al di sotto dei 2°C, il mondo dovrà realisticamente ridurre le emissioni del 25% entro il 2030. Prevenire il riscaldamento di 1,5°C richiederebbe una riduzione del 55%, un obiettivo che molti esperti di energia e clima ritengono irraggiungibile.
Il pianeta si è già riscaldato di 1°C circa dall’inizio dell’era industriale. Ogni mezzo grado in più da questo punto in poi non farà che consolidare i pericoli più grandi, garantendo ondate di calore sempre più gravi, siccità, incendi, perdita di specie, innalzamento del livello del mare e altro ancora.
La maggior parte delle nazioni dovrà impegnarsi a conseguire tassi di riduzione delle emissioni molto più rapidi di quanto mai concordato finora e, ovviamente, mantenere la promessa. “I cambiamenti graduali non sono più sufficienti, sono necessarie azioni rapide e trasformative”, conclude il rapporto.
Foto: Joanne Francis, Unsplash