Man mano che capiamo come il coronavirus si diffonde tra le persone, ci sono sempre più prove che suggeriscono che la maggior parte delle infezioni sono trasmesse da alcuni individui selezionati, i cosiddetti super diffusori.
di Neel V. Patel
La parola è un termine generico per un individuo insolitamente contagioso che è stato infettato da una malattia. Nel contesto del coronavirus, gli scienziati non hanno stabilito il numero di infezioni che qualcuno deve causare per qualificarsi come super diffusore, ma in generale supera di gran lunga le due o tre persone che inizialmente i ricercatori hanno stimato che il paziente medio potrebbe contagiare.
I ricercatori stanno iniziando a raggiungere un accordo dopo diversi nuovi studi che dimostrano come la trasmissione del virus segua più o meno la legge 80/20 di Pareto (dal nome dell’economista italiano Vilfredo Pareto): l’80 per cento di tutte le conseguenze proviene da solo il 20 per cento delle possibili cause.
Per il covid-19, ciò significa che l’80 per cento delle nuove trasmissioni del virus è causato da meno del 20 per cento dei portatori: la stragrande maggioranza delle persone contagia pochissime altre, se non nessuna, ed è una minoranza selezionata di individui che stanno diffondendo in modo aggressivo il virus.
Una recente ricerca in fase di prestampa e non ancora sottoposta alla revisione dei pari prende in considerazioni i dati su Hong Kong e supporta la legge di Pareto, mentre un altro studio che guarda alla trasmissione del contagio a Shenzhen, in Cina, sposta il rapporto a 80/10.
Molti focolai in tutto il mondo sono stati collegati a singoli eventi in cui un super diffusore ha probabilmente contagiato decine di persone. Per esempio, un corista nello stato di Washington ha trasmesso il virus a 52 persone; una congregazione cristiana di orientamento protestante a Seoul è risultata collegata alla maggior parte delle infezioni iniziali in Corea del Sud; infine un matrimonio in Giordania con circa 350 ospiti ha portato a 76 contagi ufficiali.
Non si sa ancora che cosa induca biologicamente alcune persone ad essere super diffusori. Potrebbe avere qualcosa a che fare con l’aumento delle cariche virali e la diffusione di più virus del normale, ma non sappiamo ancora cosa lo potrebbe innescare e tanto meno come identificarlo in pratica.
Anche se non è possibile diagnosticare a livello medico i super diffusori, possiamo comunque limitarne l’impatto. Il monitoraggio dei contatti è fondamentale per identificare i potenziali corrieri, isolarli e rintracciare chiunque sia stato in contatto con loro.
Gli epidemiologi puntano anche a mitigare le “tre C” della trasmissione: spazi chiusi con scarsa ventilazione, ambienti affollati e stretto contatto con gli altri. Ciò significa incoraggiare situazioni all’aperto quando possibile e massimizzare la ventilazione in qualsiasi ambiente interno, limitare il numero di persone all’interno delle stanze e degli edifici e continuare a mantenere le persone distanziate di almeno 1 metro e 80.
Immagine di: Gustavo Fring
(rp)