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    Banda illimitata

    Le fibre ottiche rappresentano già oggi dei sistemi di trasporto a banda praticamente illimitata. Siamo a oltre 6 Tbps (migliaia di miliardi di bit al secondo) per fibra e le previsioni sono di arrivare entro la prossima decade a qualche centinaio di Tbps. Per paragone si pensi che tutto il traffico mondiale troverebbe posto su di una singola fibra.

    In generale il cavo posato contiene parecchie fibre per cui questo numero già enorme viene ulteriormente moltiplicato.

    La rete di telecomunicazioni, ovviamente, non è realizzabile solo con fibre: occorrono dei nodi (di commutazione), dei punti di aggregazione e di disaggregazione del traffico. Vi è poi la rete di accesso del singolo utilizzatore che non ha bisogno di bande di questo tipo e che però è molto più costosa di quella di trasporto (per il numero delle terminazioni e per la difficoltà di posa dei cavi). Peraltro è proprio a livello di rete di accesso che la banda fruibile diventa percepita dagli utilizzatori.

    Parlare quindi di banda illimitata significa guardare a questo settore della rete.

    Qui abbiamo tecnologie variegate, da quelle xDSL che consentono bande dell’ordine dei Mbps alla fibra che porta centinaia di Mbps (anche di più ma non avrebbe senso). Inoltre abbiamo tecnologie di trasmissione radio come il telefonino, il WiFi eccetera.

    Due sono gli elementi che caratterizzeranno l’evoluzione in questo settore e che porteranno a un significativo cambiamento delle regole del gioco. Da un lato la pluralità delle infrastrutture disponibili (che ovviamente aumentano la capacità di banda disponibile) e dall’altro la crescita di capacità offerta da nuove tecnologie.

    A livello fisso in alcuni paesi si presenta una scelta tra doppini telefonici, satellite, cable TV e cavi di alimentazione elettrica. In prospettiva la prevalenza dovrebbe essere sui doppini («fibrizzati»).

    A livello mobile alle infrastrutture cellulari di seconda, terza ed ennesima generazione si andranno ad affiancare altri sistemi«locali» come gli hot spot WiFi (con bande fino a circa 100 Mbps), l’UWB (con bande intorno ai 500 Mbps) e diverse altre di cui alcune già in fase di sperimentazione. L’elemento «collante» sarà il software radio, cioè la possibilità di adattare il terminale al tipo di infrastruttura di accesso disponibile in un certo posto.

    In prospettiva, e questo potrebbe essere un elemento di forte dirompenza sul mercato, si intravede una nuova generazione di antenne e terminali in grado di risolvere tramite comunicazione locale il problema della interferenza. Il limite di capacità trasmissiva evidenziato dal teorema di Shannon, infatti, è relativo al singolo canale, ma non dice nulla sulla capacità di banda in presenza di più canali. Questa oggi è di fatto limitata da una incapacità di risolvere l’interferenza (di qui la assegnazione di licenze per l’utilizzo esclusivo di spettro). Se questo fosse risolto automaticamente, la capacità di banda radio viene resa «illimitata». Questo fatto cambierebbe ovviamente le regole del gioco, ma non necessariamente nella direzione di una sparizione dei grandi operatori mobili, che anzi sarebbero quelli meglio posizionati per sfruttare la maggiore capacità di banda. Quando questa ipotesi di banda illimitata nello spettro radio diventerà realtà, è ancora da chiarire. Progetti come il Viral Communications, che vede insieme diversi laboratori del MIT, il Media Lab e molte aziende (sia di telecomunicazioni sia di altri settori sempre più accomunati dalle possibilità offerte dalla comunicazione, come carte di credito, banche, servizi eccetera), stanno costruendo le premesse per questa evoluzione.

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