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    Arrivano i droni di carta usa e getta

    Questi velivoli autonomi potrebbero rappresentare una soluzione pratica ed economica per spedire medicinali in regioni remote o zone colpite da conflitti.

    di Michael Reilly

    Poche persone sarebbero disposte a partecipare a una missione di sola andata; fortunatamente, oggi esistono i droni per alcune di queste operazioni.

    Grazie a un grant della DARPA, la Otherlab di San Francisco ha sviluppato alcuni prototipi di droni in cartone pensati per trasportare farmaci, batterie e dispositivi di comunicazione in regioni pericolose o difficili da raggiungere.

    Questi alianti vengono pre-programmati per atterrare in un punto preciso, quindi vengono sganciati da un cargo aereo o, come nel caso di un recente test, da droni più grandi. Una piccola componente elettronica provvede a manovrare ciascun velivolo fino al suo bersaglio. Grazie all’assenza di motori e batterie, questi droni possono offrire una capacità di carico superiore.

    I droni spedizionieri sono già stati usati per consegnare pacchi ad alcuni clienti di Amazon o medicinali in alcune regioni remote del Ruanda. Anche il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti sta collaudando stormi di droni per una vasta gamma di possibili missioni. L’idea di ricorrere a droni completamente usa e getta è però una novità. Sulla pagina della DARPA dedicata al progetto ICARUS, l’agenzia dichiara di voler sviluppare droni in grado di “svanire nel nulla” poco dopo aver portato a compimento la loro missione.

    Star Simpson, un ingegnere di Otherlab che sta lavorando al progetto, spiega che il cartone è stato scelto puramente per motivi dimostrativi. L’obiettivo finale, però, sarebbe quello di impiegare fibre di micelio (il corpo vegetativo dei funghi) come struttura per i droni.

    Come detto dallo stesso Simpson su Air & Space, “Il nostro lavoro preliminare indica che potremmo impregnare le fibre di micelio di varie tipologie di spore che verrebbero attivate pochi istanti prima del rilascio del velivolo”. Le spore crescerebbero fino a mangiare il drone, divorandolo in appena cinque o sei giorni. Quanto alle componenti avioniche del drone, la DARPA sta finanziando un altro programma per sviluppare componenti elettroniche in grado di autodistruggersi.

    Otherlab non è estranea alle idee più creative: è famosa per essersi cimentata nei settori più disparati, dalle energie rinnovabili ai robot gonfiabili. In un annuncio stampa dedicato al progetto, la società ha suggerito che un cargo militare C-130 potrebbe disperdere centinaia di droni carichi di rifornimenti in un’area grande quanto la California, il tutto in un solo volo.

    Finora, il team di Otherlab ha solamente testato modelli progettati per trasportare un carico massimo di 1 kg, ma Simpson sostiene che i prossimi modelli potrebbero portare la capacità di carico a 10 kg.

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