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    Nuove prospettive nell’AI per i giovani neri

    Un programma di tutoraggio permette agli studenti di colore di accedere all’informazione su come muoversi all’interno dei percorsi universitari e alle risorse lavorative post laurea.

    di Abby Ohlheiser

    Moses Namara conosceva due verità fondamentali: primo, che l’uso improprio dell’intelligenza artificiale danneggia in modo sproporzionato le comunità nere di tutto il mondo, e secondo, che i neri sono sottorappresentati nei programmi di intelligenza artificiale delle università. Solo l’ 1,8 per cento degli studenti iscritti ai programmi di dottorato di ricerca in informatica negli Stati Uniti era nero nell’anno scolastico 2018-2019 e i numeri erano solo marginalmente migliori per gli studenti del master. 

    Namara sapeva anche qualcos’altro: che le barriere all’ingresso sono spesso radicate nelle risorse e che alcune di quelle risorse potevano essere garantite da una rete di tutoraggio. “Spesso è solo una questione di informazione”, spiega. Per esempio: i candidati devono sapere quali opportunità di ricerca perseguire come studenti universitari, quali programmi universitari e professori si adattano meglio ai loro interessi e quali risorse potrebbero essere disponibili per aiutare con il costoso processo di effettiva candidatura. “Se non si sa dove cercare le informazioni, allora ci sono i presupposti per fallire”, conclude.

    Così nel 2018 Namara ha co-creato Black in Artificial Intelligence, un programma di tutoraggio per per aiutare gli studenti che si iscrivono alla scuola di specializzazione. Il programma, gestito dal gruppo di risorse Black in AI, ha seguito 400 candidati, 200 dei quali sono stati ammessi a programmi di intelligenza artificiale competitivi. Il sistema fornisce una serie di risorse: tutoraggio da dottorandi e professori, valutazioni CV e consigli sui percorsi migliori da intraprendere. Namara ora vede il sistema di tutoraggio evolversi verso il prossimo passo logico: aiutare gli studenti di dottorato e master neri a trovare il primo lavoro.

    (rp)

    Foto: Moses Namara

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