Le grandi aziende tecnologiche, normalmente rivali, si sono unite per costruire strumenti che speravano avrebbero aiutato a rallentare la diffusione del virus.
di Lindsay Muscato
Se abbiamo imparato qualcosa dal covid-19, è fino a che punto le nostre vite sono intrecciate con quelle delle persone intorno a noi. Interagiamo costantemente, diffondendo i nostri germi e raccogliendo i loro. Ecco perché le notifiche di esposizione, utilizzando il telefono per capire se si è incrociata una persona infetta, sembravano così promettenti.
La tecnologia ha offerto un modo per automatizzare il tracciamento dei contatti per ricostruire il percorso del contagio. Le app dovevano permettere di non fare affidamento sulla memoria di un individuo e avrebbero potuto alleviare la pressione sulle autorità che monitoravano un’epidemia.
Quest’idea ha scatenato un’ondata di sviluppo e cooperazione. Alcuni programmatori hanno attivato sistemi in poche settimane, rendendo open source il loro codice e condividendolo liberamente in modo che paesi distanti come Canada e Mongolia potessero uniformarsi. Nel frattempo Apple e Google, normalmente rivali, hanno collaborato a un sistema che funzionava su smartphone e manteneva anonimi e privati i dati sanitari.
A gennaio, “MIT Technology Review” ha monitorato 77 app di notifica dell’esposizione utilizzate dai governi di tutto il mondo. Ma il tracciamento digitale dei contatti non ha prodotto i risultati salvavita di cui avevamo bisogno. Perché?
Una sfida troppo grande
In molti paesi, limitare la diffusione del covid è sembrato semplicemente un problema troppo difficile da risolvere per il sistema di tracciamento. Azione lenta, messaggi contrastanti, cattiva gestione hanno tutti giocato un ruolo: nonostante i lockdown, le restrizioni nei viaggi e l’obbligo di mascherina, il virus ha continuato a correre.
Anche le notifiche di esposizione sono state coinvolte nel clima di sfiducia e nella diffusione di messaggi poco chiari. Alcune persone non hanno creduto agli avvertimenti governativi sul virus. Altri erano fin troppo consapevoli della discutibile reputazione della Silicon Valley quando si trattava di privacy. In un momento in cui il rapporto delle persone con la tecnologia era già così teso, le aziende che non erano nemmeno coinvolte nelle notifiche di esposizione, come Facebook, potrebbero aver scoraggiato indirettamente la loro adozione.
E se fosse successo quando tutti erano soddisfatti delle aziende tecnologiche? “Ci penso sempre”, dice Julie Samuels, che ha contribuito a guidare il team che ha creato l’app dello stato di New York. “Il pendolo ha oscillato dall’altra parte”. La privacy non è una preoccupazione astratta. Per i gruppi, come i neri americani, con buoni motivi per diffidare delle autorità – motivi basati su esperienze personali o danni storici – consegnare le informazioni al governo per monitorare i contatti potrebbe rivelarsi controproducente.
Una maggiore spinta per guadagnare la fiducia sembra essere stata un elemento mancante cruciale, dal momento che le notifiche diventano più efficaci se molte persone scelgono di partecipare. Tassi di adozione più elevati richiedono prima di costruire una base di fiducia e la forza o la debolezza di questo rapporto riguarda tutti noi, non solo coloro che rinunciano. “I virus non sono così selettivi”, afferma Stephanie Mayfield, che dirige la risposta anticovid degli Stati Uniti per l’organizzazione no profit Resolve to Save Lives. “Se non ci prendiamo cura l’uno dell’altro, paghiamo tutti un prezzo”.
Anche quando le protezioni della privacy sono state messe in primo piano, come con il sistema Apple e Google, ciò ha creato altri problemi. La loro app non è legato alla identità personale e non tiene traccia della posizione, ma utilizza il Bluetooth per eseguire il ping anonimo dei telefoni vicini che eseguono la stessa app. Il problema è che, con questa tecnica, trasformare un risultato positivo in un avviso è così complesso che gli esperti di sanità pubblica non sono stati in grado di capire con precisione dove si stavano formando i cluster o come si stava diffondendo la malattia.
Preoccupazioni per la privacy a parte, ci sono state altre domande pratiche sulle notifiche di esposizione. Le persone a maggior rischio possedevano gli smartphone necessari per eseguire le app? Come avrebbero dovuto funzionare i servizi oltre i confini statali o internazionali? Si facevano abbastanza test?
Nessuno costruendo questi sistemi pensava che sarebbero stati un proiettile d’argento, ma la lotta è stata un duro promemoria su come la tecnologia possa non riuscire a risolvere un problema anche quando i suoi creatori hanno le migliori intenzioni.
Il tracciamento del contatto funziona meglio come parte di quello che gli esperti a volte chiamano il modello del formaggio svizzero, che prevede la stratificazione di diverse strategie. Un metodo può presentare dei punti deboli, che sovrapposti l’uno all’altro possono formare un blocco solido. “Se fatto bene, si potrebbe fermare una pandemia con il tracciamento”, dice Rajeev Venkayya, che ha partecipato al team statunitense che ha contribuito a progettare il piano dell’amministrazione George W. Bush per affrontare le future pandemie. Per fronteggiare il covid, si sarebbero dovuti attuare test completi, tracciamento dei contatti efficace e distanziamento sociale, ma senza il giusto coordinamento il virus ha avuto mano libera.
Cosa ci aspetta
Nonostante le sue carenze, il tracciamento digitale dei contatti potrebbe ancora avere un futuro. L’arrivo di più vaccini fa sperare che il numero dei casi scenda a livelli gestibili. A quel punto, afferma Venkayya, “avere a disposizione tutti gli strumenti che possiamo, inclusi test e tracciamento affidabili, sarà davvero importante”.
Negli Stati Uniti, con l’amministrazione Biden, soluzioni federali o nazionali (come spingere per l’uso a livello nazionale delle app di tracciamento dei contatti) potrebbero essere parte della risposta, insieme a strumenti di monitoraggio come beacon Bluetooth, braccialetti di tracciamento e codici QR da scansionare per entrare in un bar o in un luogo di lavoro.
Ma i risultati più importanti del nostro esperimento globale con le notifiche di esposizione potrebbero riguardare meno la tecnologia e più come implementarla. L’introduzione di innovazioni – per questa pandemia o la prossima – richiederà di creare fiducia, aumentare l’accesso e l’equità e considerare il ruolo della tecnologia nei sistemi complessi. Il progresso, ovviamente, significa guardare avanti. Ma come ci ricorda il tracciamento dei contatti, è altrettanto importante saper tornare sui nostri passi.
Immagine di: Franziska Barczyk
(rp)