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    Alla radice della demenza: genesi delle proteine tau

    Individuato lo strato di materiale genetico coinvolto nel controllo della produzione di proteine tau, fondamentali allo sviluppo di condizioni degenerative come Parkinson ed Alzheimer.

    di MIT Technology Review Italia

    Le tau sono proteine che svolgono la funzione di stabilizzatori di strutture intracellulari chiamate microtubuli, fondamentali per l’organizzazione e il trasporto intracellulare, oltre ad avere un ruolo nella divisione cellulare. Abbondanti nelle cellule nervose, quando difettose formano aggregati e depositi proteici che portano alla morte delle cellule nervose ed al conseguente sviluppo di malattie neurodegenerative quali morbo di Alzheimer e Parkinson. 

    La comprensione dei meccanismi che controllano queste proteine è ritenuta una delle vie migliori per arrivare a progettare strategie capaci di combattere alcune delle forme di demenza senile più diffuse.

    Un nuovo studio diretto da ricercatori del University College di Londra e pubblicato sulla rivista Nature, ha identificato per la prima volta lo strato di materiale genetico coinvolto nel controllo della produzione di tau.

    La ricerca, condotta su topi e cellule, è il risultato di una collaborazione tra gruppi di ricerca della UCL e del Francis Crick Institute, UK Dementia Research Institute, St George’s University di Londra, Karolinska Institute in Svezia e dell’Università di Trento, in Italia.

    Lo studio ha anche rivelato che il materiale genetico identificato fa parte di una più ampia famiglia di geni non codificanti che controllano e regolano altre proteine ​​cerebrali simili, come la beta-amiloide associata all’Alzheimer e l’alfa-sinucleina implicata nell’emergere del Parkinson e della demenza da corpi di Lewy (DLB).

    Il materiale identificato appartiene, dunque, a quel 97% del nostro genoma considerato un tempo poco più che spazzatura, ed ora ritenuto sempre più cruciale non solo nella storia dell’evoluzione umana, ma anche nella regolazione delle funzioni cellulari e delle attività di quei geni codificanti a cui si deve la produzione di proteine.

    La sezione di materiale genetico identificata prende il nome di “antisense long non-coding RNA” (lncRNA). Dai risultati ottenuti in laboratorio, gli studiosi sono giunti alla conclusione che questo materiale non produce tau direttamente, ma aiuta a regolare, mettere a punto e reprimere la produzione della proteina all’interno delle cellule cerebrali. Questa precisione fornita dall’lncRNA antisenso nella regolazione della tau potrebbe essere cruciale per il buon funzionamento delle cellule nervose del cervello.

    Come sottolinea l’autore principale dello studio, il dottor Roberto Simone (UCL Queen Square Institute of Neurology), nonostante tre decenni di studi sul ruolo fondamentale della proteina tau e sugli effetti dannosi di una presenza eccessiva di queste proteine, “Fino ad ora ignoravamo quali meccanismi controllino la produzione di proteine ​​tau”.

    I ricercatori ritengono di aver possibilmente trovato la chiave per regolare la produzione di tutta una serie di proteine ​​coinvolte nella funzione cerebrale e nello sviluppo di svariate condizioni neurodegenerative. Lo studio proseguirà nel tentativo di sviluppare farmaci in grado di tenere sotto controllo la tau e altre proteine.

    Come spiega il leader del gruppo di ricerca, il professor Rohan de Silva (UCL Queen Square Institute of Neurology): “Stiamo sviluppando una terapia genica che possa introdurre lncRNA nelle cellule cerebrali per verificare quanto questo approccio sia in grado di ridurre i livelli di tau nei topi e in altri modelli animali. Se riusciamo a trovare un modo per aumentare i livelli di lncRNA, potremmo essere in grado di ridurre la produzione di proteina tau e rallentare o fermare il danno in corso tra le cellule del cervello”.

    Immagine: Tau nei neuroni. Gerry Shaw, Wikimedia Commons

    (lo)

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