Quasi 200 anni fa, si è visto che quando le valute digitali private iniziano a competere con le valute nazionali, alcune di esse tendono ad avere maggiore volatilità, con serie conseguenze sull’economia.
di Mike Orcutt
Se la storia è maestra di vita, allora “alla gente non piacerà”, sostiene James Bullard, presidente e CEO della Federal Reserve Bank di St. Louis,che ha affrontato l’argomento la scorsa settimana in una conferenza accademica per i banchieri centrali a New York.
Bullard, uno dei 12 presidenti regionali che gestiscono filiali di banche centrali in tutto il paese, ha sostenuto che l’ascesa delle criptovalute sta causando una “deriva” verso un sistema di “valute non uniformi”.
Con riferimento a una sua ricerca sull’argomento, Bullard ha ricordato che abbiamo già visto cosa può succedere quando non c’è una valuta uniforme negli Stati Uniti. Nel 1830, il 90 per cento dell’offerta di moneta statunitense si presentava sotto forma di banconote private.
Ma ben presto si verificarono situazioni paradossali: “Si arrivava a cavallo con le banconote nella sacca in un’altra città e nessuno te le accettava”, ha spiegato Bullard. I tassi di cambio tra le diverse monete fluttuavano, spesso per ragioni difficili da definire.
Un simile “caos sui tassi di cambio” si riscontra oggi sul mercato dei cambi in valuta estera, ha continuato Bullard. Per esempio, il tasso di cambio tra il dollaro USA e lo yen giapponese oscilla di ben il 15 per cento da un anno all’altro, anche se i “fondamenti” delle due economie non mostrano questa altalenanza. Anche i nuovi partecipanti alla competizione valutaria globale dovranno affrontare questo problema.
Facebook ha affermato che la Libra manterrà un valore stabile perché sarà sostenuta da una riserva di depositi in contanti di dollari USA, sterline inglesi, euro e yen giapponesi. Questa scelta è in linea con altre cosiddette stablecoin, una classe emergente di valute digitali che hanno la caratteristica di garantire la stabilità del prezzo.
Ma l’idea di base delle stablecoin non è nuova, ha detto Bullard. Le nazioni hanno cercato di “legare” il valore della loro valuta a quello di un’altra valuta, spesso il dollaro USA. In tal caso, la banca centrale promette di convertire un importo fisso della valuta della sua nazione in un dollaro.
“Ma i sistemi a tassi di cambio fissi hanno spesso fallito, anche nel caso di economie molto grandi, quindi non si può parlare di una soluzione soddisfacente”, ha affermato Bullard.
A suo parere, il fattore chiave che mantiene stabile una valuta è la “credibilità” dell’emittente. Per esempio, l’instabilità politica del Venezuela negli ultimi anni ha contribuito alla perdita di valore della sua valuta rispetto al dollaro. “Penso che le criptovalute potrebbero essere esposte a questa mancanza di credibilità”, ha ammonito Bullard.
“Se sei una grande azienda e emetti monete, ma il tuo modello di business perde colpi, o le persone iniziano a dubitare della futura redditività aziendale, ci sarà sicuramente una crescente sfiducia che indurrà le persone ad abbandonare la valuta”.
Alla luce di ciò, “è improbabile che nasca qualche altra valuta – non è importante quale – e affianchi il dollaro”, ha affermato Bullard. “Per riuscirci, si deve acquistare una grande credibilità sul valore futuro di quella valuta”.
Per quanto riguarda Libra, Katharina Pistor, direttrice del Center on Global Legal Transformation presso la Columbia Law School, ritiene che potrebbe avere difficoltà a mantenere la propria posizione, in particolare in caso di crisi finanziaria, e che difficilmente potrà sfidare valute nazionali stabili.
D’altra parte, Libra potrebbe essere un vero concorrente della moneta ufficiale in luoghi che hanno valute meno stabili, con effetti che potrebbero essere dirompenti. Facebook ha affermato che chiunque nel mondo sarà in grado di acquistare Libra usando le valute locali.
Ma Pistor, che qualche giorno fa ha testimoniato a un’audizione del Congresso sulla moneta digitale di Facebook, sottolinea che il mantenimento della riserva dovrà comporterà che le valute locali siano scambiate con le valute nella riserva. Ciò potrebbe influire sui tassi di cambio locali, sostiene Pistor.
Il risultato potrebbe essere una versione moderna del tipo di volatilità dei prezzi che le valute private hanno causato negli Stati Uniti negli anni 1830. Bullard prevede che i consumatori e le aziende non apprezzeranno il caos dei tassi di cambio allo stesso modo di allora, quando il governo arrivò alla decisione di instituire un sistema bancario nazionale. Da quel caos, è nata la forza del dollaro.
Foto: Ms. Tech