L’Unione Europea presenta presenta il proprio piano per divenire “neutrale dal punto di vista climatico” entro la metà del secolo.
di James Temple
Il Green Deal Europeo potrebbe rappresentare un passo importante nella lotta contro i cambiamenti climatici, dal momento che i membri dell’UE rappresentano il terzo responsabile in ordine di importanza tra i più grandi produttori di gas a effetto serra, dietro a Cina e Stati Uniti.
Saranno necessari ingenti investimenti e rapide trasformazioni in quasi tutti i settori economici, ma non sono per ora disponibili molti dettagli su come le nazioni raggiungeranno gli obiettivi prefissi. I documenti rilasciati stabiliscono, per ora, solo la tempistica dello sviluppo delle strategie necessarie a raggiungerli.
Il prossimo anno, per esempio, la Commissione Europea prevede di proporre una legge vincolante sul clima e sviluppare un piano per ridurre le emissioni del 50% entro il 2030. Saranno inoltre create strategie per la trasformazione delle industrie agricole e dei trasporti e studiati meccanismi di finanziamento. I leader europei sottoscrivono un impegno a rendere il processo “giusto e socialmente equo”, con possibilità di sostegno a persone, imprese e regioni colpite dalla rapida transizione.
La Commissione Europea ha reso noto il piano mercoledì. Unico contrattempo, la Polonia, che ha rifiutato di impegnarsi per l’obiettivo del 2050. I leader europei intendono procedere comunque e rivalutare le riserve della Polonia il prossimo giugno. La costruzione di centraline solari, turbine eoliche e altre infrastrutture sostenibili, necessarie a dimezzare le emissioni in un decennio sarà estremamente costoso. Nel frattempo, non esistono ancora sistemi atti a ridurre o eliminare le emissioni derivanti dalle industrie dell’acciaio, cemento, dell’aviazione e dell’agricoltura.
Foto: Etienne Ansotte, European Commission