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    Il coronavirus colpisce anche il clima

    Consuma fondi e volontà politica, come giusto. 

    di James Temple

    È sempre più evidente che, quest’anno, le emissioni di gas serra saranno ridotte dall’epidemia di coronavirus. Come spiega Carbon Brief, infatti, la crisi sanitaria globale, sta già riducendo drasticamente viaggi, trasporti e commercio internazionale. È però un errore presumere che il virus, che ha già ucciso migliaia di persone e costretto milioni in quarantena, possa ridurre in maniera significativa i pericoli dei cambiamenti climatici. 

    Come avvenuto in altri, rari, casi del passato in cui l’inquinamento da anidride carbonica globale è diminuito a causa di shock economici, malattie o guerre, le emissioni aumenteranno di nuovo non appena l’economia si sarà ripresa. Nel frattempo, una vera e propria pandemia globale seguita da un crollo economico, dirotterà immediatamente denaro e volontà politica dagli sforzi climatici. 

    In effetti, è assolutamente necessario dedicare la maggior parte della nostra attenzione e delle risorse internazionali all’attuale crisi sanitaria, visti i gravi e immediati pericoli per la salute pubblica. 

    Tuttavia, il timore è che il veloce contagio da coronavirus possa complicare le cose sul fronte del cambiamento climatico, un rischio più lungo termine, in un momento critico, in cui è necessario agire rapidamente. Ecco cosa può accadere: 

    – Il blocco dei mercati finanziari renderà alle aziende incredibilmente difficile garantire i finanziamenti necessari a portare avanti eventuali progetti in sospeso su energia solare, eolica e a batteria, impossibile proporne di nuovi. 

    – I prezzi globali del petrolio hanno subito un balzo storico lunedì, trainati da una guerra sui prezzi tra Russia e Arabia Saudita e dalle preoccupazioni per il coronavirus. La benzina a buon mercato potrebbe rendere i veicoli elettrici, già più costosi, una scelta più difficile per i consumatori. Non a caso, le azioni della Tesla si sono schiantate lunedì. 

    – La Cina produce un’enorme percentuale dei pannelli solari, turbine eoliche e batterie agli ioni di litio utilizzate nel mondo per alimentare veicoli elettrici e progetti di stoccaggio delle’energia. Le società locali hanno già comunicato di essere alle prese con gravi problemi di approvvigionamento, con conseguente calo delle produzioni e delle spedizioni, ed un rallentamento di alcuni progetti sulle energie rinnovabili. Qualsiasi impedimento nel commercio con la nazione da cui ha avuto origine l’epidemia, la Cina, promosso da alcuni membri dell’amministrazione Trump, rappresenterà un ulteriore ostacolo a queste catene di approvvigionamento di energia pulita e alle reti di distribuzione. 

    – L’aumento delle incertezze sul fronte sanitario e finanziario potrebbe distogliere dal problema anche l’attenzione del pubblico. Solo negli ultimi anni i cambiamenti climatici sono diventati una priorità per gli elettori medi e per movimenti globali di attivisti giovanili, inducendo i politici a prendere in considerazione provvedimenti seri. Ciononostante, nel bel mezzo di una recessione economica e di una crisi sanitaria pubblica, l’attenzione verrebbe comprensibilmente dirottata su problemi immediati come impiego, risparmi e case di proprietà. I pericoli a lungo termine dei cambiamenti climatici prenderebbero un posto in secondo piano.

    Le possibili forze compensative sono poche. 

    Dal punto di vista dei principali attori nel settore energetico, per esempio, il forte calo dei prezzi del petrolio potrebbe rendere più interessanti gli investimenti a lungo termine nelle energie rinnovabili, né è impossibile che alcune nazioni possano rispondere a una crisi economica con stimoli economici che comprendano il finanziamento delle energie pulite e delle misure necessarie all’adattamento climatico. 

    Secondo alcuni, se la popolazione dovesse mantenere un timore di viaggi e crociere, o trovare preferibile il lavoro telematico e le conferenze virtuali, il virus potrebbe portare a cambiamenti duraturi nei comportamenti ad alta intensità di emissioni. La rapida risposta di fronte a un grave pericolo dimostra che siamo in grado di implementare il genere di alterazioni sociali richiesto dai cambiamenti climatici. 

    Secondo Gernot Wagner, professore associato clinico presso il Dipartimento di Studi Ambientali della New York University, però, il momento gioca soprattutto a sfavore della lotta contro i cambiamenti climatici e sarebbe il caso di prestare attenzione alle lezioni che questa crisi può insegnare. “Le emissioni in Cina sono in calo perché l’economia si è fermata, i cittadini stanno morendo e i poveri non sono in grado di procurarsi medicine e cibo”, afferma. “Questo non è un buon esempio di come vogliamo ridurre le emissioni dei cambiamenti climatici”. 

    L’intero fulcro della lotta ai cambiamenti climatici è prevenire la sofferenza e la morte di grandi numeri. Quindi, mentre ci confrontiamo con le conseguenze a lungo termine dell’epidemia di coronavirus, è importante tenere a mente che gli impatti a breve termine sono chiari: un grande numero di persone si ammalerà e morirà, un fatto inequivocabilmente negativo. 

    Rallentare l’epidemia e fornire cure adeguate alla popolazione deve essere la nostra primissima priorità in questo momento.

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