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    Biden punta le sue carte sul piano di energia pulita

    Il pacchetto di proposte politiche da 2 trilioni di dollari del candidato presidenziale democratico prevede che il settore dell’energia elimini le emissioni di carbonio entro 15 anni e strizza l’occhio all’ala progressista del partito.

    di James Temple

    In un recentissimo discorso, Joe Biden ha avanzato un piano per investire 2 trilioni di dollari in progetti di energia pulita ed eliminare le emissioni di carbonio dal settore elettrico entro il 2035, nel tentativo di rilanciare l’economia e combattere i cambiamenti climatici. Il candidato democratico ha anche preso in considerazione nuovi progetti per l’ammodernamento di milioni di case ed edifici per renderli più efficienti dal punto di vista energetico; la creazione di un Civilian Climate Corps per gli interventi di ripristino ambientale; l’installazione di 500.000 prese di ricarica per veicoli elettrici; l’istituzione di un programma di cash-for-clunkers, un equivalente della rottamazione, per sostituire auto e camion che consumano gas con ibridi e veicoli elettrici e l’avvio di una “seconda grande rivoluzione ferroviaria”.

    Nella sua piattaforma elettorale, Biden afferma l’intenzione di implementare “standard di efficienza energetica e elettricità pulita” per raggiungere l’obiettivo della produzione di energia pulita entro il 2035, che richiede alle utility e agli operatori di rete di ridurre gradualmente la quota di elettricità proveniente da fonti di emissione di carbonio. È uno standard neutro dal punto di vista tecnologico, il che significa che potrebbe consentire la generazione da fonti solari, eoliche, geotermiche o nucleari, o persino da impianti a combustibile fossile con efficaci sistemi di cattura del carbonio.

    Il discorso di Biden arriva dopo il suo annuncio, la scorsa settimana, del “Build Back Better, un piano di ricostruzione che prevede 400 miliardi di dollari per incrementare la produzione negli Stati Uniti e 300 miliardi di dollari in fondi di ricerca e sviluppo per veicoli elettrici, intelligenza artificiale e altre aree.

    Il nuovo piano è molto più aggressivo rispetto alla precedente proposta della campagna di Biden in cui era previsto un investimento di 1,7 trilioni di dollari in energia pulita e l’obiettivo di emissioni “nette zero” in tutta l’economia entro il 2050. Il piano precedente non aveva una tempistica specifica per il settore dell’elettricità pulita, al di là di una menzione di “obiettivi cardine” del 2025 non meglio specificati.

    Le proposte seguono una serie di raccomandazioni di politica climatica emesse all’inizio di questo mese da una “task force unitaria”, creata questa primavera con il principale rivale democratico di Biden, il senatore Bernie Sanders. Una delle raccomandazioni prevedeva l’eliminazione delle emissioni di carbonio dal settore elettrico entro il 2035.

    Ma anche i nuovi obiettivi di Biden non soddisfano ancora le richieste di molti attivisti climatici, nonché gli obiettivi originali di Sanders, che prevedevano 16 trilioni di dollari in investimenti per l’energia pulita, la generazione di elettricità completamente rinnovabile entro il 2030 e un divieto immediato di fracking, un metodo di perforazione utilizzato per l’estrazione di gas naturale e petrolio.

    L’ambizioso piano climatico di Biden includeva già nuovi standard per il risparmio di carburante, supporto per i biocarburanti avanzati, progetti di adattamento climatico e un rinnovato impegno per l’accordo sul clima di Parigi. Si era anche impegnato a spendere 400 miliardi di dollari per la ricerca sull’energia pulita nei prossimi 10 anni e a istituire una nuova agenzia, ARPA-C, per accelerare la ricerca su piccoli reattori nucleari modulari, cattura del carbonio, stoccaggio dell’energia su scala di rete, idrogeno totalmente libero dal carbonio e metodi a basse emissioni per la produzione di acciaio, cemento, idrogeno e alimenti.

    All’epoca, il piano elettorale affermava che le risorse economiche sarebbero state trovate eliminando i tagli fiscali di Trump alle aziende, ponendo fine ai sussidi per i combustibili fossili e introducendo ulteriori riforme fiscali. Nella precedente campagna, Biden aveva anche detto al “Washington Post” di essere favorevole alla fissazione di un prezzo sul carbonio, attraverso una tassa o un programma di cap-and-trade, anche se non ne viene fatta menzione specifica nel suo piano climatico precedente o più recente.

    Biden si muove lungo una linea delicata, facendo appello agli elettori progressisti che chiedono politiche climatiche radicali senza però perdere gli elettori della classe operaia più conservatori negli stati chiave in cui il carbone e il gas naturale continuano a dare un grande contributo all’economia. Ha sottolineato all’inizio del suo discorso che il piano creerà “posti di lavoro ben pagati”.

    Definire un ambizioso piano per il clima è comunque la parte facile. Biden dovrà prima di tutto vincere le elezioni poi conquistare il prossimo Congresso, in cui i democratici anche se conquisteranno il controllo del Senato, si troveranno a muoversi in un’istituzione storicamente poco incline ad accettare proposte così aggressive. Infine, i finanziamenti e le politiche dovrebbero effettivamente raggiungere gli obiettivi dichiarati e iniziare rapidamente a ridurre le emissioni della nazione.

    I trilioni di spesa associati a uno standard federale sull’energia pulita contribuirebbero sicuramente a stimolare lo sviluppo di energie rinnovabili e altri progetti per il clima e l’energia pulita. Ma la campagna ha fornito pochi dettagli sul tipo di riforme dei processi di pianificazione che sarebbero necessarie per far partire un numero enorme di progetti nei prossimi 15 anni, dato il lento e travagliato meccanismo di approvazione per i cambiamenti importanti negli Stati Uniti. E i necessari e ingenti investimenti in ricerca e sviluppo dovranno intervenire in profondità sui settori più in difficoltà dell’economia, come l’agricoltura, l’aviazione, l’acciaio e il cemento.

    Foto: Joe Biden Associated Press

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