È ora di modernizzare i sistemi elettrici e di introdurre dei premi per ricompensare i cittadini che risparmiano energia durante i periodi critici.
di James Temple
Il sistema elettrico californiano sta cedendo alle sollecitazioni di un’ondata di caldo torrido che potrebbe aver stabilito la temperatura più alta mai registrata in modo affidabile. Mentre i residenti ricorrevano sempre più all’aria condizionata, il principale operatore di rete dello stato ha ordinato una serie di blackout che hanno lasciato milioni di persone senza elettricità negli ultimi giorni, almeno per un breve periodo di tempo. Queste sono state le prime interruzioni intenzionali, ma non pianificate, della California in quasi due decenni, disposte quando le riserve erano in via di esaurimento per prevenire una serie di guasti a cascata nel sistema.
È uno sviluppo preoccupante perché la perdita di potenza durante una grave ondata di caldo pone seri rischi per la salute e perché le temperature estive estreme stanno diventando sempre più comuni con l’accelerazione del cambiamento climatico. La California, la quinta economia più grande del mondo, è anche un banco di prova critico per l’affidabilità di una rete elettrica che opera con una quota crescente di energia rinnovabile che è legata alle fluttuazioni delle risorse eoliche e solari.
Gli osservatori del settore e gli enti statali per l’elettricità stanno ancora discutendo su una serie di questioni che potrebbero aver costretto l’operatore di rete a decidere gli improvvisi blackout e a definire un piano per evitare eventi simili in futuro. Il presidente del California Independent System Operator, che sovrintende al funzionamento del sistema elettrico statale, ha puntato il dito contro la California Public Utilities Commission per non essere riuscita a garantire riserve di energia sufficienti per lo stato.
Altri si sono chiesti se l’operatore di rete stesse gestendo il sistema in modo troppo conservativo, attuando le interruzioni quando si doveva risparmiare elettricità. Loretta Lynch, ex presidente della commissione, ha sollevato la possibilità che i fornitori di elettricità siano coinvolti nel tipo di manipolazioni del mercato che hanno portato alla crisi energetica in California nei primi anni Duemila.
Quello che si sa è che un paio di turbine a gas naturale si sono bloccate venerdì e che sabato sera c’è stato un picco e poi un improvviso calo dell’energia eolica. Inoltre, lo stato non poteva fare affidamento sulle risorse dei paesi vicini come al solito, perché anche gran parte degli Stati Uniti occidentali soffre a causa delle ondate di caldo.
Severin Borenstein, un esperto di economia dell’energia presso l’Università della California, a Berkeley, che fa parte del consiglio di amministrazione dell’Independent System Operator, afferma che la crescente dipendenza dello stato dalle energie rinnovabili ha “decisamente” giocato un ruolo nei blackout. Egli fa notare che le interruzioni di venerdì e sabato si sono verificate entrambe in coincidenza del calo dell’energia solare in prima serata.
I cambiamenti che hanno ridotto la quota di energia proveniente dagli impianti a combustibili fossili, tra cui la moratoria degli impianti di gas naturale in California e una diminuzione della produzione di carbone negli stati vicini, Aggiunge Borenstein, hanno ridotto il margine di sicurezza per il sistema.
“Quanto successo non significa affatto fare a meno dell’energia solare”, egli continua. “Ma vuol dire che dobbiamo essere realistici sul fatto che il solare non garantisce energia dopo il tramonto”. La domanda che viene spontanea è: come può la California, o qualsiasi altra regione, fornire elettricità quando le estati diventano più calde e le energie rinnovabili alimentano una parte sempre più grande delle nostre reti? Inevitabilmente l’impiego delle rinnovabili richiederà migliori tecnologie per l’accumulo di energia, fonti più affidabili di elettricità senza emissioni di carbonio e significativi aggiornamenti delle reti obsolete.
“I sistemi di distribuzione che abbiamo sono in gran parte quelli che erano in funzione nel 1980″, ha scritto in una e-mail Michael Wara, ricercatore senior presso lo Stanford Woods Institute for the Environment. “Negli utlimi 40 anni , li abbiamo mantenuti con difficoltà, figuriamoci aggiornarli alla velocità necessaria. E questo al di là del fatto che abbiamo deciso di generare la nostra energia elettrica in modi completamente diversi e per lo più in luoghi molto diversi”.
Ma nel frattempo la maggior parte degli esperti di energia, tra cui Borenstein e Ben Serrurier del Rocky Mountain Institute, affermano che uno degli interventi più economici e veloci che potrebbero aiutare ad affrontare il problema è che le utility o gli operatori di rete della California progettino e implementino programmi di risposta alla domanda molto più efficaci.
Ciò significa incentivi economici alle famiglie e alle imprese per ridurre il consumo di energia durante i periodi di forte domanda. Le opzioni includono l’aumento dei prezzi durante le ore di punta, l’abbassamento durante le ore non lavorative o persino forme di pagamento diretto nei momenti critici.
Il problema è che finora pochissime persone sanno che esistono programmi del genere. I servizi pubblici dello stato non hanno saputo pubblicizzarli. Serrurier la definisce un’opportunità persa, osservando che se i gestori di rete o i servizi pubblici iniziano a pagare una quota importante di residenti per regolare semplicemente il termostato di alcuni gradi in prima serata durante le afose giornate estive, si potrebbe garantire la stabilità del sistema.
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