Il mondo post-pandemia fa emergere un nuovo stile di comunicazione da parte dei leader: né paternalistico, né matriarcale, ma di ascolto. Durante l’OpenZone Talk del 17 marzo scorso Valeria Cantoni Mamiani ha spiegato il come e il perché di un concetto rivoluzionario: la leadership di cura
di MIT Technology Review Italia
Un nuovo modello, attento, presente, coinvolgente e in ascolto. La sua caratteristica fondamentale è la capacità di prendersi cura delle persone lasciando spazio alla loro autonomia: la nuova leadership preferisce la collaborazione alla competizione e si concentra sull’interpretazione dei bisogni reali, coinvolgendo nella loro definizione i destinatari dei benefici nell’organizzazione.
È l’argomento di cui ha parlato durante l’OpenZone Talk di Zambon del 17 marzo scorso Valeria Cantoni Mamiani, docente all’Università Cattolica di Milano, è presidente e co-fondatrice di ArtsFor, società di consulenza culturale e di sviluppo organizzativo, dove ha creato Leading by Heart, metodo formativo che sviluppa uno stile di leadership inclusiva ed empatica. Filosofa di formazione, focalizza il suo discorso sul concetto di “Leadership di cura”, che è anche il titolo del suo ultimo libro (Edizioni Vita e Pensiero).
Il 2020 è stato l’anno della Grande Consapevolezza, per le organizzazioni e per le persone, ugualmente colpite dalla pandemia. Gli eventi degli ultimi due anni si possono interpretare come un’occasione di cambiamento e rinascita. Personale, sociale, imprenditoriale.
L’emergenza Covid ci ha portato a interrogarci proprio sul rapporto tra l’organizzazione e l’individuo, tra i bisogni dei singoli e quelli del gruppo. Nello specifico su quali possano essere i nuovi modelli di leadership che sanno prendersi cura di sé e degli altri, innovando modelli che sono diventati poco utili alla luce dell’incertezza del contesto e della necessità di lavorare con persone auto determinate, autonome e motivate.
Dalla pandemia in poi è emerso in maniera evidente il bisogno di autonomia – spiega la studiosa – e questo da parte di chi si trova a gestire delle realtà produttive significa dover ricalibrare la comunicazione. Esempio, per raggiungere un risultato ci siamo accorti che colpevolizzare chi commette errori non è utile. Il feedback positivo è ancora, purtroppo, un tabù, mentre invece funziona ed è vincente perché motivante.
Un concetto di leadership che pone le fondamenta sulla qualità della relazione; le organizzazioni sono organismi viventi e le relazioni sono il loro nutrimento. È nella relazione che si costruisce senso. Infatti, in un contesto del tutto diverso da quello abituale è importante rivedere le capacità necessarie oggi per fare impresa: senso di ospitalità, ascolto, empatia, pazienza, gratitudine, leggerezza, gioco e gentilezza.
Dall’altra parte è invece necessario che chi lavora sappia riconoscere e manifestare le proprie esigenze. Chiedere non può più essere un limite. La sfida è imparare a chiedere, senza arrivare a pretendere. Imparare a riconoscere i propri bisogni e a portarli dove possono essere soddisfatti.
Siamo cresciuti in una cultura emotivamente analfabeta. Imparare a riconoscere e nominare le emozioni sembra banale ma invece è la vera innovazione della cultura organizzativa di oggi e del futuro; saper riconoscere le proprie emozioni e bisogni apre la strada a una maggiore empatia con gli altri e a un abbassamento del livello di conflitto, che toglie molta energia.
La mancanza di energia infatti è un grosso problema oggi: “Le persone si sentono scariche ma non sanno perché. Aiutarle a capire quali comportamenti drenano loro l’energia e quali la ricaricano -spiega Cantoni Mamiani-, comporta mettere l’attenzione sulla qualità delle relazioni, della comunicazione e delle conversazioni che ogni giorno hanno sul lavoro”.
Per tornare alla domanda iniziale su cosa tiene insieme leadership e fragilità: la consapevolezza che siamo un tutt’uno tra mente, emozioni, sensazioni e che le persone vanno gestite nella loro interezza e rispettate per qualità e capacità che non necessariamente sono “performative” ma a volte possono essere molto utili per tenere insieme un gruppo e motivarlo.
In un mondo che è cambiato profondamente, abbiamo capito che nulla può essere considerato sicuro e scontato, abbiamo la possibilità di modificare abitudini, credenze, modi di agire e pensare: per esempio abbiamo appreso che la fragilità è una forma di libertà, una risorsa preziosa.