Le foreste ricoprono il 31% della superficie emersa del pianeta e sono un agente fondamentale di assorbimento del carbonio nell’atmosfera.
di Luca Longo
Dal 2015 al 2020 secondo i dati della FAO, si è registrato un tasso di deforestazione pari a 10 milioni di ettari all’anno. Il degrado delle foreste e la riduzione della loro estensione territoriale, derivanti da pratiche agricole estensive non sostenibili, dal taglio illegale del legname, dall’utilizzo non sostenibile della biomassa per scopi energetici e da fenomeni di urbanizzazione, contribuiscono a incrementare le emissioni di CO2 di origine antropica e riducono sensibilmente la capacità di assorbimento naturale del carbonio presente in atmosfera (Natural Carbon Sink), a fronte delle accresciute emissioni legate all’industrializzazione.
Per questo motivo, Eni ha fatto dei progetti di conservazione delle foreste uno dei pilastri della propria strategia di decarbonizzazione, riconoscendo l’importante e crescente ruolo delle Natural Climate Solutions (NCS) per limitare il riscaldamento globale al di sotto dei 2°C. Per questo tipo di interventi la società si è focalizzata principalmente sulle foreste tropicali, che rappresentano circa il 45% della superficie forestale mondiale e hanno elevate capacità di assorbire e stoccare il carbonio, e sui Paesi in via di sviluppo che, dal punto di vista delle strategie di mitigazione dei cambiamenti climatici, sono scientificamente considerati tra i più rilevanti a livello internazionale.
Più in generale, la strategia Eni per la riduzione delle emissioni punta all’azzeramento delle emissioni assolute nette scope 1 e 2 Upstream nel 2030, all’azzeramento delle emissioni assolute nette scope 1 e 2 di tutti i business nel 2040 e nel 2050, infine, alla riduzione del 80% delle emissioni nette scope 1, 2 e 3: riferibili cioè all’intero ciclo di vita dei prodotti energetici venduti. In questa cornice, l’utilizzo di crediti di carbonio generati da progetti REDD+ è una leva fondamentale per compensare parte delle emissioni residue difficili da abbattere con le tecnologie attuali (emissioni “hard to abate”).
In questa strategia di decarbonizzazione rientra lo sviluppo di progetti volontari a supporto della lotta ai Cambiamenti Climatici come i progetti REDD+. Lo schema REDD+ è stato concepito dalle Nazioni Unite (in particolare, nell’ambito dell’UNFCCC – United Nations Framework Convention on Climate Change, Convenzione Quadro sui Cambiamenti Climatici) e prevede attività di conservazione delle foreste con gli obiettivi di ridurre le emissioni e migliorare la capacità di stoccaggio naturale della CO2, favorendo, al contempo, lo sviluppo delle comunità locali attraverso la promozione di attività socio-economiche in linea con la gestione sostenibile, la valorizzazione delle foreste e la conservazione della biodiversità. Grazie a questo tipo di progetti è previsto il raggiungimento progressivo di un portafoglio di crediti di carbonio da 10 milioni di tonnellate all’anno di CO2 equivalente nel 2025 e da 20 milioni di tonnellate nel 2030, per poi superare i 30 milioni di tonnellate entro il 2050.
Nel realizzare gli interventi di protezione e conservazione delle foreste, Eni affianca i Governi dei Paesi, le comunità locali e le Agenzie delle Nazioni Unite dedicate, per supportare le strategie REDD+, in coerenza con gli NDC (Nationally Determined Contributions) e i Piani di Sviluppo Nazionali e, in particolare, con gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile n. 1 (sconfiggere la povertà), 5 (parità di genere), 7 (energia pulita e accessibile), 10 (ridurre le disuguaglianze), 13 (lotta contro il cambiamento climatico), 14 (vita sott’acqua), 15 (vita sulla terra) e 17 (partnership per gli obiettivi), individuati nell’Agenda 2030.
Nel tempo, sono state costruite solide partnership con sviluppatori internazionali riconosciuti quali BioCarbon Partners, Peace Parks Foundation, First Climate e Carbonsink, che permettono di sovrintendere ogni fase dei progetti REDD+, dalla progettazione all’implementazione fino alla verifica della riduzione delle emissioni, con un ruolo attivo nella Governance dei progetti.
In questo contesto, nel pieno rispetto delle comunità locali, e con la loro attiva partecipazione, Eni lavora per ridurre le cause di deforestazione e degradazione della biodiversità, proponendo alternative di sviluppo locale compatibili con il contesto territoriale. Le principali attività proposte sono rappresentate da iniziative di diversificazione economica, quali progetti agricoli sostenibili, iniziative volte a incrementare l’accesso all’energia e al Clean Cooking, oltre a programmi di educazione e formazione professionale.
I crediti di carbonio così ottenuti vengono quindi validati e verificati secondo gli standard internazionali più elevati come il Verified Carbon Standard (VCS) e il Climate Community and Biodiversity Standard (CCB) Triple Gold, rilasciati dall’ente certificatore internazionale VERRA, che ne certifica l’impatto sociale e ambientale.
Eni sta considerando diverse iniziative in vari Paesi. Sono già state avviate partnership con governi e sviluppatori internazionali in Zambia, Mozambico, Vietnam, Messico, Ghana, Repubblica del Congo, Repubblica Democratica del Congo e Angola, con l’obiettivo di compensare le emissioni dirette del settore Upstream entro il 2030.
In Zambia, in particolare, Eni è diventata membro attivo della governance del progetto di conservazione delle foreste REDD+ Luangwa Community Forests Project (LCFP). Grazie a questo progetto, nel novembre 2020 è stata conseguita la prima generazione di crediti di carbonio per la compensazione di emissioni GHG equivalenti a 1,5 milioni di tonnellate di CO2. Inoltre, sempre nel LCFP, la società si è impegnata, fino al 2038, ad acquistare crediti di carbonio certificati secondo gli standard VCS e CCB, assicurando il successo di questo progetto REDD+ nel lungo periodo.
Il LCFP, avviato nel 2014 e gestito da BioCarbon Partners in cooperazione con il Governo zambiano e le comunità locali, copre un’area di circa 1 milione di ettari, coinvolge oltre 170.000 beneficiari, ed è, al momento, uno dei più grandi progetti REDD+ in Africa ad aver ottenuto la ‘Triple Gold’ Standard Certification per il suo eccezionale impatto sociale e ambientale. La centralità di queste iniziative, considerate alla stregua delle nostre attività operative, è confermata dalla decisione presa in Eni di dotarsi di una struttura organizzativa dedicata alla definizione e sviluppo e gestione delle relative iniziative.