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    Sharing ideas with Ferruccio Resta: il valore del capitale umano

    La gestione dell’emergenza, il vero ruolo dell’Università, la ripartenza e il futuro: questi i capitoli affrontati dal Rettore del Politecnico di Milano e Presidente della CRUI nel recente OpenZone Talk.

    di OpenZone

    Nel 2020 l’Università ha dimostrato in modo inequivocabile la sua funzione sociale. Ha rimesso al centro del dibattito pubblico l’importanza della ricerca e della competenza, grande assente nella storia recente del Paese. Ha reagito, da Nord a Sud, con velocità, assicurando al 90% dei nostri atenei un pieno funzionamento.

    Ma non basta. Il confronto a livello europeo evidenzia luci ed ombre, così come sono chiare le priorità di azione: la necessità di recuperare competitività nel posizionamento internazionale, l’importanza degli investimenti per valorizzare le potenzialità, ma anche la flessibilità normativa e la rimozione dei tanti lacci e lacciuoli che hanno impedito e impediscono al sistema universitario di esprimersi al meglio nel dare il suo contributo fondamentale allo sviluppo del Paese.

    Il sistema universitario: Italia vs Europa
    L’università italiana è europea sotto molti punti di vista: nella qualità della ricerca, nel numero di pubblicazioni, nella capacità di acquisire fondi dai programmi della Commissione Europea. È poi europea nella qualità della didattica, nell’occupazione dei laureati, nel sistema di valutazione nazionale (ANVUR). E ancora, è europea nei principi di finanziamento e di governance.

    Dove non è europea? Non lo è nelle dimensioni (troppo piccola), nel numero ridotto di laureati, nel rapporto tra studenti e docenti, nel numero ricercatori, negli investimenti in edilizia. Non è europea nel dato anagrafico, troppo vecchia e poco attrattiva, nel limitato e precario accesso al ruolo universitario, nei salari non competitivi, nella scarsa attenzione alla formazione superiore e in particolare al Dottorato di ricerca. Ultimo e non meno importante, non è europea nelle procedure (troppe regole e troppa burocrazia) e nella scarsa apertura internazionale (pochi studenti e soprattutto pochi docenti internazionali).

    Come spiega Ferruccio Resta: “L’università è un’importante infrastruttura del paese: l’infrastruttura della conoscenza, della formazione, della ricerca e dell’innovazione. In questo momento storico più che mai, una risorsa fondamentale per disegnare il futuro del Paese. E per innescare il vero ascensore sociale”.

    E il post pandemia?
    Anche l’Università dovrà cercare un nuovo equilibrio tra lezioni a distanza, opportunità del digitale e necessità di tornare in presenza per costruire relazioni, favorire il confronto e la crescita personale, fatta sempre più di esperienze, progetti, lavori di gruppo, in comunità multiculturali e multisociali, dove il valore è anche la diversità.

    In un dialogo con il giornalista Ferruccio de Bortoli, Ferruccio Resta delinea nel libro ‘Ripartire dalla conoscenza‘, edito Bollati Boringhieri, l’impegno programmatico a mettere la formazione alla base di un’Italia più forte, capace di affrontare le sfide che il mondo in rapido cambiamento ci sta urgentemente ponendo.

    (lo)

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