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    Nuove ipotesi sul passato di Marte

    Uno studio recente ritiene che il pianeta fosse ricoperto da lastre di ghiaccio e ghiacciai, non da oceani.

    di Neel V. Patel

    Marte è un deserto freddo e arido, ma le cose probabilmente erano molto diverse miliardi di anni fa. Da quando abbiamo iniziato a lanciare missioni robotiche sul pianeta rosso negli anni 1970, gli scienziati hanno raccolto prove che indicano un suo passato più caldo e umido, durante il quale la sua superficie brulicava di laghi e oceani che avrebbero potuto ospitare una forma di vita di qualche tipo. In parte per questo motivo la NASA ha costruito e lanciato l’altra settimana un nuovo rover

    Ma non c’è consenso su come fosse veramente Marte in passato. “La discussione sul clima del pianeta risale a 40 anni fa”, afferma Anna Grau Galofre dell’Arizona State University, l’autrice principale di un nuovo studio pubblicato su “Nature Geoscience”,  che ribalta le idee precedenti, presentando scoperte che suggeriscono che l’antico paesaggio del pianeta sembrava più vicino all’Antartide che ai tropici. 

    Molte delle caratteristiche geologiche che si ritenevano scavate da fiumi e corsi d’acqua alimentati da piogge frequenti, suggerisce la ricerca, potrebbero essere effettivamente il prodotto di massicci ghiacciai e lastre di ghiaccio che si sono sciolti nel tempo.

    Il nuovo studio si concentra sulla storia delle valli situate negli altopiani meridionali di Marte. “Il lavoro passato ha indicato i fiumi come l’origine delle reti di valli marziane”, dice Grau Galofre, ma il suo studio identifica per la prima volta delle caratteristiche “tipiche dei canali subglaciali”. Cioè, è stato lo scioglimento del ghiaccio, non l’acqua corrente, che ha scavato queste valli quasi 3,8 miliardi di anni fa. 

    Seguendo il flusso dell’acqua

    Il team di ricerca ha esaminato 10.276 singole valli trovate in 66 raggruppamenti di valli su Marte, utilizzando algoritmi personalizzati per sistematizzarle e ipotizzare che tipo di processi di erosione le abbiano formate. Il risultato è stato quindi confrontato con le valli terrestri che sono state modellate da canali subglaciali nell’Artico canadese. 

    La principale differenza tra le reti formate dai fiumi e quelle formate dal ghiaccio sciolto è il modo in cui scorre l’acqua. I fiumi possono scavare valli solo se l’acqua scorre in discesa. Ma i canali subglaciali sono pressurizzati, quindi l’acqua sciolta può scorrere anche in salita. I modelli dei ricercatori possono individuare e identificare i segni rivelatori della direzione dell’acqua e valutarne l’origine. 

    I ricercatori hanno scoperto che 22 delle reti della valle sembrano essere state scavate dall’acqua di disgelo subglaciale, 14 dall’acqua del fiume e il resto da altri processi di erosione. Se gli autori hanno ragione, “Marte era già un pianeta freddo all’inizio della sua storia”, dice Jay Dickson, uno scienziato planetario del Caltech che non ha partecipato allo studio. Alcuni modelli climatici  sono giunti alla stessa conclusione, egli spiega, in contrasto con l’immagine prevalente dell’antico Marte come un pianeta coperto di oceani e laghi.

    Le nuove scoperte non significano tuttavia che Marte fosse una gigantesca palla di ghiaccio in passato. Joe Levy, un geologo della Colgate University non coinvolto nello studio, ritiene che la ricerca sui ghiacciai sia stimolante, ma sottolinea che “fatica a definire un singolo processo responsabile della formazione di ciascuna valle”. 

    “Questa difficoltà di interpretare i dati potrebbe essere dovuta al fatto che non esiste un singolo processo che ha portato alle caratteristiche di ciascuna valle marziana”, egli afferma. “Quando hai qualche miliardo di anni su cui lavorare, è assolutamente possibile che ogni valle abbia sperimentato di tutto, dall’erosione glaciale alle colate laviche alle inondazioni impetuose. Ciascuno di questi processi cambia la forma della rete di valli e forma uno strato”. 

    Le buone notizie

    Per fortuna, un Marte freddo non significa cattive notizie per la possibilità di un’antica vita marziana. “Il clima subglaciale avrebbe potuto fornire un ambiente stabile, con acqua sempre disponibile, una temperatura senza grandi oscillazioni e protezione dalle particelle energetiche solari e dalle radiazioni senza bisogno di un campo magnetico”, afferma Grau Galofre. 

    Sappiamo già che la vita può sopravvivere ad ambienti freddi come questo, come dimostrano gli organismi che vivono sotto la calotta glaciale dell’Antartide in un luogo come il lago Vostok. Lo stesso potrebbe essere stato possibile su Marte, anche in questi canali subglaciali. 

    Dickson pensa che le nuove scoperte spingeranno i ricercatori a guardare in altre zone di Marte per effettuare confronti e ricorda che “Marte ha centinaia di laghi prosciugati molto grandi che risalgono a quell’epoca e hanno ospitato grandi volumi di acqua di disgelo da queste reti di valle”. Il rover Perseverance della NASA, che atterrerà il prossimo febbraio nel cratere Jezero, contribuirà alla ricerca di prove. 

    (rp)

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