Sempre più paesi stanno lanciando agenzie spaziali di piccole dimensioni per riempire gli spazi vuoti lasciati dalla Nasa.
di Neel V. Patel 04-12-19
Santa Maria è l’isola più meridionale dell’arcipelago delle Azzorre, a circa 1.400 km a ovest del Portogallo. Il suo clima sereno, le spiagge di sabbia bianca e l’isolamento lo hanno reso una destinazione tranquilla per i turisti. Ma la situazione sta per cambiare.
Nel corso dei prossimi decenni, il Portogallo prevede di convertire questo minuscolo pezzo di terra circondato dall’oceano in uno degli aeroporti spaziali più trafficati del mondo. Il paese vuole ospitare lancio di satelliti e veicoli spaziali con una frequenza simile a quella degli aerei che decollano da un piccolo aeroporto.
Il suo scopo è attrarre clienti internazionali interessati all’osservazione della Terra, al telerilevamento, alle telecomunicazioni, al turismo spaziale e persino all’estrazione di minerali dagli asteroidi.
Il Portogallo non è il solo a avventurarsi nell’economia spaziale in questo modo. Non meno di 13 paesi hanno creato agenzie spaziali nuovissime solo nell’ultimo decennio* (si veda nota a fondo articolo), la maggior parte delle quali negli ultimi cinque anni. Con l’obiettivo di riempire le nicchie redditizie che la NASA e gli altri colossi spaziali hanno trascurato, queste agenzie provenienti da luoghi improbabili stanno giocando un ruolo importante nel collaborare con un settore commerciale che ha intenzioni di sviluppare l’economia spaziale. L’età della piccola agenzia spaziale è matura.
In passato, la motivazione principale per una nazione ad avere una propria agenzia spaziale era sempre il desiderio di acquisire potere e prestigio. Gli Stati Uniti hanno speso 288 miliardi di dollari in 13 anni con il solo scopo di far sbarcare gli umani sulla luna prima dell’Unione Sovietica.
Dopo aver vinto la gara e consolidato lo9 status di principale istituzione spaziale del mondo, la NASA ha improvvisamente abbandonato i piani per eventuali future missioni lunari e ha iniziato a concentrare il suo programma spaziale su altri obiettivi.
Il prestigio è ancora un valore importante, ovviamente. Ma l’emergere di tutti questi nuovi programmi spaziali nazionali è guidato dal pragmatismo, vale a dire dal denaro. Secondo la Chamber of Commerce statunitense, il mercato spaziale vale già circa 325 miliardi di dollari e potrebbe raggiungere oltre 1,5 trilioni di dollari in 20 anni.
Le infrastrutture di telecomunicazione (come Starlink), il turismo spaziale, l’estrazione di materiali dallo spazio, i dati di osservazione della Terra e una miriade di altri servizi sono potenzialmente estremamente redditizi e nessun paese al mondo vuole essere lasciato indietro.
“Lo spazio non è più visto come simbolo di abilità tecnologica e potenza”, afferma Chiara Manfletti, presidente della nuova agenzia spaziale del Portogallo, Portugal Space, che è stata lanciata ad aprile e sta supervisionando l’insediamento del nuovo spazioporto delle Azzorre.
“È riconosciuto come qualcosa che apporta un valore aggiunto alla società e un vantaggio competitivo per le imprese”. Stanno emergendo nuove attività, stimolate principalmente da veicoli spaziali, missilistica e software più economici ed efficienti. Tutto ciò significa che i paesi in via di sviluppo possono ora possedere una quota della crescente economia spaziale senza dover sostenere costi esorbitanti.
Come si è arrivati a questo punto?
Una grande parte del motivo per cui si inaugurano agenzie spaziali in alcuni luoghi imprevedibili, come Lussemburgo, Paraguay e Filippine, sono i progressi fatti dal settore spaziale privato. I progressi nella progettazione di hardware e veicoli spaziali hanno permesso ai satelliti di ridursi ulteriormente mentre le loro capacità si espandono. Decine di satelliti possono ora essere lanciati contemporaneamente allo stesso costo di quando se ne inviava uno. Da 17.000 dollari al kg, si è scesi a 2.000 dollari. Di conseguenza, i lanci di missili stanno diventando una procedura standard.
Le innovazioni nei lanci stanno riducendo a loro volta i costi. Aziende come SpaceX e Blue Origin hanno mandato nello spazio flotte di missili riutilizzabili e Virgin Galactic spera di trasformare i lanci aerei in un’alternativa economica e praticabile per consegnare piccoli carichi utili in orbita e oltre.
Altre aziende stanno sfruttando la riduzione dei carichi utili per sviluppare autonomamente veicoli di lancio più piccoli. Il nuovo porto spaziale del Portogallo, infatti, si concentra inizialmente sull’abilitazione dei sistemi di “microlanciatori” sulle sue piattaforme di lancio.
La digitalizzazione dei dati ha inoltre ridotto i costi di alcune attività spaziali e ha reso più semplice per i paesi meno abbienti raccogliere i frutti di tecnologie legate all’osservazione della Terra e il telerilevamento. I paesi in via di sviluppo come il Sudafrica e il Brasile utilizzano questi dati per tenere traccia delle conseguenze dei cambiamenti climatici e degli effetti delle attività umane sull’ambiente, per aiutare ad attuare le contromisure.
Si formano nuove alleanze
Le aspiranti nazioni che vogliono entrare nel settore stanno legiferando per rendere più facile attrarre le imprese spaziali private: nei Paesi Bassi, nuove leggi dovrebbero rendere molto più semplice l’avvio di missioni ride-share dai siti di lancio olandesi, afferma Frans von der Dunk, un esperto di diritto dello spazio presso l’Università del Nebraska.
Nel frattempo, le aziende commerciali possono aiutare a far decollare queste agenzie convincendo il pubblico e i legislatori che sono un’opzione realistica, afferma Bill Barry, capo storico della NASA. Ciò può superare la riluttanza storica a investire in questo campo.
L’Australia ha avuto una lunga storia di ricerca accademica nelle scienze spaziali, per esempio, ma solo l’anno scorso il paese ha finalmente fondato la propria agenzia nazionale. Questo grazie, in parte, alla nascita di molte nuove startup spaziali nel paese. Ora l’Australia sta prendendo in considerazione l’ipotesi di riprendere in considerazione l’ipotesi di costruire uno spazioporto, avanzata una prima volta 30 anni fa.
Mosse di nicchia
Pochissimi paesi più piccoli saranno in grado di competere con i programmi spaziali americani o cinesi. Quindi l’obiettivo per le nazioni più piccole che investono nello spazio è acquisire delle competenze specifiche.
Secondo von der Dunk, il Lussemburgo e gli Emirati Arabi Uniti sono due dei migliori esempi di paesi che hanno capito come riempire le nicchie della nuova economia spaziale.
Entrambi i paesi hanno fatto mosse estremamente aggressive per posizionarsi come fari per il settore delle telecomunicazioni e attirare aziende da tutto il mondo.
Una delle più grandi aziende di comunicazione satellitare al mondo, SES, ha una sede in Lussemburgo, e nel settembre del 2018 il paese ha fondato un’agenzia spaziale per promuovere attività commerciali e collaborare con altre aziende. Gli Emirati Arabi Uniti, nel frattempo, sono la potenza spaziale dominante del Medio Oriente.
Anziché sviluppare le proprie capacità di lancio, il paese ha scelto di utilizzare partner commerciali per inviare i propri payload dagli aeroporti spaziali e concentrarsi invece sullo sviluppo satellitare. Alla fine dell’anno scorso, l’agenzia ha lanciato KhalifaSat, il primo satellite costruito interamente dagli Emirati Arabi Uniti (senza assistenza internazionale), e il suo primo astronauta nello spazio.
L’anno prossimo, prevede l’invio di una missione scientifica robotizzata su Marte. Inoltre, ha già investito mezzo miliardo di dollari in Virgin Galactic. “Vogliono diventare il centro tecnologico del Medio Oriente e lo spazio è il trampolino di lancio”, afferma von der Dunk.
Nel frattempo, in Sudafrica, l’agenzia spaziale si concentra sui cubesats. “Ora abbiamo circa una dozzina di aziende che lavorano con questi satelliti miniaturizzati”, afferma Valanathan Munsami, CEO dell’Agenzia spaziale nazionale sudafricana. Gran parte di ciò è dovuto al settore dell’ingegneria ottica del paese, che ha sfornato nuove tecnologie che possono essere facilmente installate su satelliti più recenti, grandi e piccoli, progettati per l’osservazione della terra.
A sua volta, Portugal Space vorrebbe che il suo porto spaziale svolgesse un ruolo importante nell’invio rapido di cubesat nel cielo, ma la concorrenza è accesa. In tutta Europa, molti paesi stanno pensando di costruire i loro cosmodromi per ospitare voli con un carico utile ridotto.
L’Indonesia ha appena annunciato piani per uno spazioporto che, vista la sua collocazione lungo l’equatore, lo renderebbe un luogo estremamente utile per molti tipi di lanci.
Non tutte le idee funzioneranno, tuttavia, e le agenzie spaziali nascenti devono essere flessibili. Pochi eventi recenti chiariscono questa necessità meglio del crollo della bolla dello sfruttamento delle risorse minerarie sugli asteroidi, che il Lussemburgo ha contribuito a promuovere per gran parte di questo decennio.
“Un programma spaziale non può basare il suo successo solo su una o due idee”, afferma von der Dunk. “Questo settore sta cambiando così rapidamente. È incredibile vedere così tanti nuovi concorrenti, privati e governativi, ma il settore è così recente, che si riesce a malapena a capire quali siano le insidie.
* Agenzie spaziali emergenti dell’ultimo decennio
Bolivia (ABE), febbraio 2010Telecomunicazioni
Messico (AEM), luglio 2010 Piccoli payload scientifici
Sudafrica (SANSA), dicembre 2010 Progettazione e produzione di Cubesat, Osservazione della Terra
Turkmenistan (TNSA), maggio 2011Telecomunicazioni
Emirati Arabi Uniti (UAESA), luglio 2014 Telecomunicazioni, esplorazione umana
Paraguay (PSA), marzo 2014 Sviluppo di Cubesat
Nuova Zelanda (NZSA), capacità di lancio, osservazione della Terra
Kenya (KENSA), febbraio 2017 Infrastruttura di lancio, satelliti
Australia, luglio 2018 Utilizzo delle risorse spaziali, esplorazione dello spazio profondo
Lussemburgo (LSA), settembre 2018 Utilizzo delle risorse spaziali, telecomunicazioni
Turchia (TUA), dicembre 2018 Prodotti di nicchia ???
Portogallo (Portogallo Space), spazioporto, osservazione della Terra
Philippine Space Agency (PhilSA), agosto 2019 Cubesat / sviluppo di piccoli satelliti, osservazione della Terra
(rp)