Un nuovo studio pubblicato su “Nature Astronomy” indica un paio di siti sul Pianeta Rosso che sembrano adatti allo scopo.
di Neel V. Patel
Se mai fonderemo una colonia extraterrestre su Marte, avremo bisogno di acqua per una serie di servizi essenziali e, ovviamente, da bere. Ma mentre c’è molta acqua ghiacciata ai poli del pianeta, l’altitudine è troppo elevata e l’accesso alla luce solare è limitato. Quindi sarà necessario cercare il ghiaccio sotto la superficie a latitudini inferiori, come suggerito da un recente studio.
I possibili siti di estrazione provengono dal progetto Mars Subsurface Water Ice Mapping (SWIM), che analizza i dati storici di 20 anni di missioni su Marte. Il progetto esamina cinque diversi set di dati di telerilevamento raccolti dall’orbiter Mars Odyssey, dal Mars Reconnaissance Orbiter e dal Mars Global Surveyor.
“Ciascuna delle nostre cinque tecniche considera una sorta di proxy diverso o un modo diverso di cercare la presenza del ghiaccio”, afferma Gareth Morgan, ricercatore del Planetary Science Institute di Tucson, in Arizona, e primo autore del nuovo studio. Queste tecniche includono la mappatura termica e geomorfica che cerca i cambiamenti geologici della superficie causati dal ghiaccio che si trova a meno di cinque metri in profondità.
Morgan e il suo team hanno trovato alcuni siti che sembrerebbero funzionare perfettamente nell’emisfero settentrionale, vale a dire le pianure pianeggianti dell’Arcadia Planitia alle latitudini medio-alte e le reti glaciali del Deuteronilus Mensae più a sud-est. La prima è un’antica regione di vecchie colate vulcaniche, che avrebbe potuto registrare la presenza di massicce nevicate decine di milioni di anni fa. I nuovi risultati sembrerebbero suggerire che questi depositi si siano spostati lentamente sottoterra in profondità facili da perforare.
Il Deuteronilus Mensae ospita i ghiacciai moderni e si trova tra gli altopiani craterizzati a sud e le pianure basse a nord. In questo sito, il ghiaccio è la presenza residuale di quelle che erano probabilmente strutture glaciali assai più estese in passato. Dovrebbe essere posizionato sotto una sottile copertura di due metri di terreno e roccia marziana o un materiale molto poroso e spesso pochi metri. In entrambi i casi, il ghiaccio sarebbe abbastanza accessibile ai coloni di Marte.
La NASA ha finanziato questo primo ciclo di analisi con particolare attenzione all’emisfero settentrionale di Marte. Morgan ritiene che ciò sia dovuto al fatto che nella regione ci sono grandi pianure che renderebbero più facile far atterrare un veicolo spaziale sulla superficie. A suo parere, comunque, sarebbe importante condurre un monitoraggio più approfondito dei depositi di ghiaccio nel sottosuolo anche nell’emisfero meridionale.
“Rendere questo lavoro aperto alla comunità capitalizza tutte le competenze disponibili, all’interno e all’esterno della NASA”, afferma Leslie Gertsch, ingegnere geologico presso la Missouri University of Science and Technology, che non è stato coinvolto nello studio. “Il prossimo passo è dotare le future missioni di una migliore capacità di mappatura del ghiaccio, da 0,5 a 15 metri sotto la superficie, un intervallo di profondità a cui si potrebbe accedere con tecniche di estrazione a distanza”.
La NASA sta già cercando la presenza del ghiaccio sulla uLna. Considerando quanto sia difficile andare su Marte (la finestra di lancio è ogni due anni), vale la pena pensare a questi problemi molto prima. “La scarsità di dati sotterranei sufficientemente dettagliati, anche sulla Terra, è il motivo per cui l’estrazione mineraria è sempre una scommessa. Ma, a maggior ragione, è ancora più importante dotarsi di strumenti adeguati nel caso della ricerca spaziale affinché l’umanità sopravviva altrove”, conclude Gertsch.
(rp)