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    Instagram e WhatsApp: una mina sulle elezioni del 2020

    Fino a oggi, Facebook e Twitter sono state considerate le principali responsabili della diffusione della disinformazione nelle elezioni presidenziali americane del 2016, ma ora il rischio viene da altre piattaforme.

    di Angela Chen

    L’ultimo rapporto del Center for Business and Human Rights della New York University afferma che Instagram e WhatsApp potrebbero rappresentare il ventre mollo delle elezioni presidenziali americane del 2020.

    L’anno scorso, un’inchiesta dell’Intelligence Committee del Senato ha messo in luce che Instagram è stato uno strumento di disinformazione condizionato dai russi, molto più di Facebook nelle elezioni del 2016.

    Anche i suoi sistemi di difesa sono più deboli. “Instagram non aveva lo stesso insieme di regole o capacità per identificare informazioni false del fratello maggiore Facebook”, afferma Paul Barrett, professore di diritto della New York University, che ha scritto la relazione finale del nuovo rapporto.

    Nel frattempo, la disinformazione su WhatsApp ha già influenzato le elezioni in Brasile e India.

    Entrambe le piattaforme hanno iniziato a prendere in considerazione più seriamente il problema della disinformazione.

    Ad agosto, Instagram ha iniziato a testare uno strumento per contrassegnare informazioni false. WhatsApp ha limitato il numero di messaggi che possono essere spediti.

    Gli utenti potevano inoltrare i messaggi a 256 gruppi di chat, ognuno dei quali può avere 256 membri. Ora gli utenti possono inoltrarli solo a cinque gruppi di chat.

    Ma queste misure potrebbero non essere sufficienti, dice Barrett. A suo parere, come minimo Instagram dovrebbe adottare tutti gli strumenti che Facebook sta utilizzando, che includono 54 enti collaboratori per la verifica dei fatti e delle fonti in 24 lingue.

    Uno dei partner di Facebook, Full Fact, con sede nel Regno Unito, ha recentemente pubblicato un rapporto di 46 pagine che evidenzia i punti deboli del programma, come la non sufficiente condivisione dei dati con chi verifica la fondatezza delle notizie.

    Nel rapporto, FullFact ha raccomandato che il sistema di controllo venga esteso anche a Instagram. Per quanto riguarda WhatsApp, Barrett ritiene che la piattaforma dovrebbe “andare fino in fondo” e limitare la possibilità degli utenti di inoltrare i messaggi a non più di un singolo gruppo.

    Il rapporto menziona anche il rischio di deepfake, cancellazione del voto e campagne di disinformazione dall’Iran e dalla Cina. Raccomanda alle aziende tecnologiche di migliorare il rilevamento dei deepfake e di supportare l’Honest Ads Act, un atto legislativo che richiede alle grandi piattaforme di mantenere un archivio pubblico della pubblicità elettorale.

    (rp)

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