La Repubblica delle Isole Marshall sta portando avanti un controverso piano per emettere la propria criptovaluta, che secondo il governo locale avrà corso legale insieme al dollaro USA.
di Mike Orcutt
Su “Coin Desk” è stato pubblicato un articolo in cui David Paul, consigliere di spicco del presidente delle Isole Marshall Hilda Heine, sostiene che il governo ha in programma di emettere una sua valuta digitale, chiamata il Sovrano (abbreviata in SOV), nonostante il diffuso scetticismo che il piano ha suscitato.
Ciò fa seguito a un annuncio del governo, a giugno, di aver istituito un’associazione no profit, denominata SOV Development Fund, per garantire il sistema di valuta digitale.
I governi di tutto il mondo sono impegnati a emettere valuta sovrana in forma digitale. Il Venezuela ha già provato a lanciarne una, il petro, ma non è mai decollata. I funzionari del governo delle Isole Marshall sembrano invece pensare che il loro progetto funzionerà.
Nel marzo del 2018, le Isole Marshall hanno approvato la legge per il piano per la valuta digitale, con l’idea di aumentare il flusso di entrate. Il provvedimento è stato deciso nel momento d’oro delle ICO per la raccolta di fondi per nuove criptovalute e le aziende generavano regolarmente centinaia di milioni di dollari semplicemente creando il proprio denaro digitale.
Ma Paul e altri sostenitori hanno visto anche qualcos’altro: un modo per stringere rapporti più stretti con il sistema finanziario globale.
A dicembre, in un’intervista a Bloomberg, ha sostenuto che le azioni repressive del riciclaggio di denaro da parte degli Stati Uniti negli ultimi anni hanno reso meno redditizio e più rischioso per le banche internazionali lavorare con nazioni come le Isole Marshall.
“Con l’emissione di una valuta che può circolare istantaneamente in tutto il mondo e che è a prova di manomissione e completamente sicura, le Isole Marshall saranno finalmente collegate al sistema finanziario globale e in regola”, scrive Paul nel nuovo articolo.
Questo discorso è vero solo in parte, dal momento che gli utenti non avrebbero bisogno di una banca per inviare denaro all’estero, anche se il destinatario avrebbe bisogno di un modo per convertirlo in una valuta che potrebbe essere utilizzata nel luogo di destinazione.
A novembre del 2018, gli oppositori politici interni del presidente Heine hanno chiesto un voto di sfiducia su questa proposta, che non è passato per poco.
Alcune reazioni sono arrivate anche dall’estero. Il Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti ha espresso “serie preoccupazioni” su questo piano. In un rapporto di settembre, il Fondo monetario internazionale ha avvertito che i potenziali guadagni derivanti dall’emissione della valuta digitale potrebbero essere compensati dai costi dovuti a rischi economici, “reputazionali” e al riciclaggio di denaro.
Secondo Paul, tuttavia, la piattaforma renderà più economico il rispetto delle normative antiriciclaggio. Utilizzando una blockchain, “possiamo automatizzare gran parte delle procedure di conformità”, egli scrive.
A suo parere, l’offerta di moneta sarà “predeterminata e a prova di manomissione”, quindi il governo non sarà in grado di manipolarla. I dettagli sulla proposta non sono ancora pubblici, ma si prevede che Paul li svelerà in una conferenza che si terrà nella prossima settimana a Singapore.
Foto: Il presidente marshallese Hilda Heine parla alle Nazioni Unite.AP