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    Il Venezuela potrebbe utilizzare i Bitcoin per aggirare le sanzioni

    Secondo un articolo di “Bloomberg”, l’azienda petrolifera statale venezuelana Petroleos de Venezuela SA (PDVSA) vuole che la banca centrale del suo paese accetti come forma di pagamento i Bitcoin.

    di Mike Orcutt

    Le sanzioni statunitensi hanno lasciato il Venezuela isolato dal sistema finanziario globale. Ciò ha portato il regime del presidente Nicolas Maduro a cercare nuovi modi per spostare denaro in tutto il mondo.

    Per esempio, l’anno scorso ha tentato (e fallito) di lanciare la prima criptovaluta sovrana al mondo, la petro. Recentemente è stato riferito che l’amministrazione di Maduro ha ideato un piano separato per convertire le tasse delle compagnie aeree in dollari, convertendo prima i soldi in Bitcoin.

    Secondo Bloomberg, non è chiaro come PDVSA abbia acquisito la sua criptovaluta o quanto detenga, ma l’azienda potrebbe aver intrapreso questa strada perché le sanzioni hanno reso difficile i pagamenti con i canali convenzionali.

    Non è del tutto chiaro, però, perché venga coinvolta la Banca Centrale. Bloomberg ipotizza che PDVSA potrebbe essere riluttante a vendere le sue monete digitali sul mercato aperto e cerchi di utilizzare la criptovaluta per pagare enti e organizzazioni a cui PDVSA deve denaro.

    La vicenda non è trascurabile, in quanto il dollaro è la valuta di riserva più popolare al mondo; vale a dire, che altre nazioni usano i dollari per partecipare al commercio internazionale e coloro che non hanno accesso a questo sistema fanno fatica a rimanere nel giro. Valute digitali come Bitcoin potrebbero cambiare questa situazione.

    (rp)

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