Romano Prodi introduce lo speciale 2020 di MIT Technology Review Italia dedicato ai protagonisti italiani nel campo dell’Intelligenza Artificiale.
di Romano Prodi
La AI non è un campo di mia competenza profonda. Debbo tuttavia ammettere che numerosi colloqui con esperti della materia, con colleghi universitari, con alcuni studiosi di scienze politiche, con esperti della difesa e, soprattutto, con operatori economici, mi hanno fornito un’idea abbastanza ben congegnata di a cosa serva l’Intelligenza Artificiale, ammesso che si possa conoscere le conseguenze di qualcosa di cui non si conosce pienamente la natura.
Mi sono comunque convinto che l’Intelligenza Artificiale rivoluzionerà tutto il modo di produrre e di consumare, cambierà le strategie dei governi in pace e in guerra e rivoluzionerà il mondo della ricerca in tutti i campi. In poche parole: modificherà in modo radicale tutta la nostra vita. Difficilmente la mia, data l’età, ma certamente quella dei nostri figli. Anzi mi viene quasi da pensare che, data la rapidità con cui viene applicata in ogni settore, può anche darsi che riesca a produrre trasformazioni non trascurabili anche durante il periodo della mia esistenza.
Per questo motivo mi sono molto interessato a questo saggio – Protagonisti dell’AI in Italia – che, finalmente, mette in luce quanto viene fatto (e quanto si potrà fare) in Italia nel campo dell’Intelligenza Artificiale.
Nelle prestigiose rassegne internazionali, il ruolo dell’Intelligenza Artificiale in Italia è assolutamente assente. Gli autori di questo saggio dimostrano invece che questo non è assolutamente vero. Non siamo certo all’avanguardia del mondo, ma proprio le accurate analisi sulla diffusione dell’Intelligenza Artificiale in Italia mettono in ordine le cose fatte realizzate e, senza trascurare i limiti, ne rilevano, con assoluta oggettività, gli aspetti positivi e negativi. Da esse emerge che i fermenti sono numerosi e straordinari in tutti i campi che ho elencato in precedenza e che, inoltre, i legami con quanto avviene negli altri paesi sono molto più forti di quanto non si pensi.
Certamente la mancanza di grandi imprese non facilita la diffusione dell’Intelligenza Artificiale nel nostro sistema produttivo, ma le nostre medie imprese si dimostrano complessivamente aperte ad accostarsi ad essa: più della metà ha avviato almeno un tentativo di utilizzo della AI e una quota non trascurabile di esse ha cominciato ad adottarla in modo sistematico. Questo avviene in molti settori. Potremmo tra questi citare esemplarmente il mondo dell’energia, dei trasporti, dell’industria aerospaziale, della difesa, dell’agrifood, dell’ambiente e, soprattutto, della meccanica strumentale e della robotica. Per non parlare delle numerose realtà accademiche che hanno creato unità di ricerca che stanno crescendo rapidamente in numero e dimensione.
Naturalmente il grande salto in avanti, nei confronti di quanto avviene in Cina e negli Stati Uniti, può essere compiuto solo se la politica europea in materia prenderà le dimensioni e il modello organizzativo che la Commissione ha recentemente progettato. Anche in questo campo il pur necessario sforzo nazionale può infatti assumere un ruolo di peso nel mondo solo se viene organizzato come parte di una strategia a livello continentale.
Tutto ciò, tuttavia, va oltre gli obiettivi del presente saggio, che intende semplicemente fornire una conoscenza di quanto avviene all’interno del nostro paese nel campo dell’Intelligenza Artificiale, allo scopo di aiutare la formazione di una rete italiana che possa costituire una sinergia fra quanto avviene nel mondo delle nostre imprese, delle università e della Pubblica Amministrazione.
Molto opportuna risulta inoltre la riflessione che riguarda gli aspetti etici e giuridici dell’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale, che inciderà in modo assolutamente dominante nella nostra vita individuale, nel diritto alla privacy, nella definizione dei limiti dei pubblici poteri nei confronti dei cittadini e nel possibile abuso del potere delle più grandi imprese.
Su questi temi si apriranno confronti che domineranno per anni la nostra vita politica, come peraltro è inevitabile quando cambiano i parametri di riferimento della società in cui viviamo.
Proprio perché la rivoluzione dell’Intelligenza Artificiale sarà globalmente pervasiva, sento un dovere di gratitudine nei confronti di chi ha saputo rappresentarci come l’Italia si ponga di fronte a questa rivoluzione, quali contributi il nostro paese possa dare perché essa eserciti gli effetti positivi che attendiamo e come ci garantisca difronte agli eventi negativi che ogni rivoluzione comporta.
Romano Prodi