di MIT Technology Review
I chip d’identificazione a radiofrequenza (RFID, radio frequency identification) incorporati nelle bottiglie di shampoo, nelle confezioni di minestre e altri prodotti potrebbero consentire ai fornitori e ai dettaglianti di avere un’idea chiara dei diversi passaggi delle merci e della loro identità. Un gruppo di ricercatori, guidato da Paul Baude, di 3M, a St. Paul, in Minnesota, sta sviluppando chip RFID che potrebbero rivelarsi alternative più economiche di quelli al silicio, il cui costo è intorno ai 20 centesimi l’uno. La mossa vincente: l’uso di pentacene come materiale semiconduttore del chip. I prototipi esistenti del chip sono costruiti su superfici di vetro o plastiche; le versioni in vetro possono comunicare con un lettore posto ad alcuni centimetri di distanza. I ricercatori di 3M sono impegnati ad aumentare questa distanza e a creare una versione di plastica che comunichi altrettanto bene con il lettore.