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    Come condividere l’isolamento con piccoli gruppi di amici

    Dopo un lungo periodo di solitudine, le persone si stanno organizzando per condividere spazi comuni, riducendo al minimo il pericolo di mettere a repentaglio la sicurezza personale e degli altri.

    di Gideon Lichfield

    Questo fine settimana romperò il mio isolamento per la prima volta in due mesi. A parte occasionali uscite in bici socialmente distanziate e passeggiate nel parco con una manciata di amici fidati, non ho trascorso del tempo con nessuno, e tanto meno ho sfiorato qualcuno se non con un tocco di gomito. Ma ora ho deciso con alcuni amici nelle vicinanze di diventare parte della loro “bolla”.

    Abbiamo deciso di diventare una famiglia allargata, libera di visitarci a vicenda, condividere i pasti e anche qualche abbraccio. Vivo da solo, ma sono una persona molto socievole e il solo pensiero di poter sedere accanto a qualcuno su un divano mi fa sentire come un viaggiatore che trova una pozza d’acqua dopo giorni che vaga in un deserto.

    In alcuni luoghi, la “superbolla” sta diventando una politica ufficiale: le famiglie vengono incoraggiate a fare amicizia per mantenere il loro equilibrio mentale. Ma negoziare per entrare a far parte del circolo intimo di qualcun altro nel mezzo di una pandemia è irto di pericoli sia medici sia sociali.

    Io e i miei compagni di bolla siamo stati tutti piuttosto severi nelle nostre precauzioni fino ad ora, ma tutti fanno le cose in modo leggermente diverso. Negoziare una relazione aperta non è facile: cosa è permesso? Cosa non lo è? Come risolvere i disaccordi? Ecco alcune linee guida su come muoversi, basate su nient’altro che la mia esperienza personale e quella di amici e colleghi.

    1. Cerca di controllare le reazioni emotive

    Prima ancora di costituire un gruppo, concorda di mantenere l’amicizia qualunque cosa accada. Stai per sottoporre la tua amicizia a prove che altrimenti non avrebbe mai sperimentato. Ti stai assumendo la responsabilità di più vite. Vedrai da vicino alcune delle debolezze e delle fragilità reciproche. Anche se alla fine decidi di non farne nulla, solo parlarne potrebbe rivelare cose che non ti saresti mai aspettato di imparare.

    Allo stesso modo, non importa quanto bene pianifichi, potrebbe non funzionare. E’ essenziale che entrambe le parti possano decidere di ritirarsi in qualsiasi momento senza rancori. Forse non c’erano le condizioni per formare una “famiglia”, ma non significa che non si possa essere amici.

    Allo stesso modo, non devi provare risentimento se gli altri non ti chiedono di formare un gruppo. La pandemia ci costringe a scelte radicali: si può condividere la quarantena con una persona alla volta. E quella che si sta cercando di costruire è una collaborazione. Si può avere una grande amicizia con qualcuno e decidere di non condividere la “bolla” con lui.

    2. Pensa al rischio

    Se vivessi da solo e iniziassi a fare gruppo con altre tre persone, che prendono tutte le stesse precauzioni come te, le tue possibilità di contrarre il coronavirus sarebbero potenzialmente quattro volte più alte e anche le tue possibilità di infettare qualcuno che incroci per strada o nel negozio. Si tratta ancora di un rischio molto piccolo, ma la responsabilità che ti assumi è grande.

    3. Parla del perché vuoi allargare la bolla

    Potrebbe sembrare ovvio: vuoi solo più compagnia! Ma se tu e i tuoi amici aveste aspettative diverse? Ho discusso di unirmi a una coppia che conosco in una casa in campagna per una parte dell’estate, e ho capito che per loro il punto non era stare con altre persone, bensì uscire dalla città. Se avessimo amici comuni nelle vicinanze, io li inviterei a cena, mentre i miei coinquilini probabilmente non ne sarebbero felici. Quindi inizia discutendo i motivi alla base della tua possibile collaborazione per scongiurare potenziali aree di attrito.

    4. Le stesse regole devono valere per tutti, qualunque esse siano

    Non indossavo maschere quando camminavo per strada o andavo in bici, ma i miei amici mi hanno chiesto di iniziare a farlo due settimane prima che ci incontrassimo (un paio di giorni dopo la città in cui vivo lo ha comunque reso obbligatorio). È probabile che dovrai fare delle concessioni. Fallo con tranquillità, perché qualsiasi riluttanza da parte tua genererà il sospetto che stai per infrangere le regole alle loro spalle.

    5. Parla senza censure delle tue routine quotidiane

    Qualunque siano le tue precauzioni contro il coronavirus, le dai per scontate ormai. Potresti essere stupito nel sentire ciò che fanno o non fanno gli altri. Pulisci la spesa? Con sapone o con disinfettante o con nessuno dei due? E gli alimenti confezionati? Ti togli le scarpe quando entri in casa? Separi i vestiti che indossi “dentro” e “fuori” casa? Disinfetti il tuo telefono se lo hai usato in esterno? Le tue chiavi di casa? Le maniglie? Se ti trovi in un posto che non richiede maschere, ne indossi comunque? E i guanti? E quando ti alleni fuori? Ordini cibo da asporto dai ristoranti? E le consegne?

    Darsi l’un l’altro un’immagine più completa possibile di ciò che si fa. Sii onesto ed evita di tralasciare qualcosa perché pensi che potrebbe non piacere o sia poco importante da menzionare. Ricorda solo che la sfiducia è sempre peggio del disaccordo. Se conosci le reciproche abitudini, puoi sempre discuterne e trovare un compromesso, ma se tu o loro siete sorpresi a nascondere qualcosa, l’intera relazione può rompersi.

    6. Accetta anche comportamenti poco razionali

    Conosciamo tutti le precauzioni di base: igiene, maschere e distanza sociale. Eppure, nonostante una lunga serie di articoli scientifici sulla sopravvivenza del virus sulle superfici o il modo in cui funzionano le maschere, sappiamo poco su come comportamenti specifici influenzano il livello di rischio. Quanto sei più sicuro se separi i vestiti che usi a casa e quando esci? Quanto è più facile essere contagiati dal virus se qualcuno che ti passa vicino respira affannosamente rispetto a qualcuno che incroci e respira normalmente? Il telefono è a rischio?

    Nessuno lo sa. Inoltre, ci sono così tante informazioni che cambiano così velocemente che né tu né i tuoi “compagni di bolla” possono tenere il passo. Quindi accetta che stiamo andando a tentoni. Puoi razionalizzare le precauzioni che prendi, ma in realtà le tue scelte sono distorte da ciò che hai letto o visto l’ultima volta in TV, dalle tue fobie personali, dalla tua propensione al rischio e dai tuoi pregiudizi nei confronti degli altri.

    Durante le conversazioni nel gruppo è meglio evitare di confrontarsi sui comportamenti. Se scopri che i tuoi amici immergono le loro verdure nel detersivo per piatti o che non indossano mai le maschere quando corrono, non chiedere loro di giustificare le loro scelte. Ciò rischia di metterli sulla difensiva e di dare il via a un dibattito insanabile.

    Invece, poni domande del tipo: “Quando hai iniziato a farlo?” o “Come ti sentiresti se ti chiedessi di fare questa cosa?”. In questo modo non vorrei ritenuto uno che giudica, ma una persona empatica che cerca di capire le ragioni dell’altro. Puoi imparare aspetti insospettabili delle paure di chi hai vicino e raggiungere con più facilità un compromesso.

    7. Concordare su cosa ci si confronterà

    Con i miei compagni di quarantena, per esempio, abbiamo deciso di parlarci ogni volta che incontriamo un altro amico per una passeggiata e di confrontarci tra noi prima di aggiungere qualcuno all’elenco di persone che vediamo. Si discute anche su qualsiasi cambiamento si vuole introdurre nella routine. Se si legge qualcosa di preoccupante – per esempio, un nuovo rapporto sulla trasmissione del coronavirus – si cerca di capire se possa implicare dei cambiamenti nel comportamento. Il confronto crea un circolo virtuoso di fiducia che favorisce il benessere reciproco.

    8. Non pubblicare sui social media

    Se la tua superbolla funziona non ostentare, specialmente per gli amici che potrebbero non essere così fortunati (o che potrebbero giudicarti per non seguire alla lettere le regole). Ogni volta che guardo Instagram, la semplice vista dei miei amici che ridono e si abbracciano innesca in me una sorta di delirium tremens sociale.

    9. Concediti un periodo di prova

    Accetta di provare la tua nuova situazione per due settimane e poi decidi se continuare, senza malumori se qualcuno decide che non va bene. La posta in gioco è già abbastanza alta; non c’è bisogno di renderla ancora più alta perdendo un’amicizia.

    (rp)

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