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    La rivisitazione del robot industriale

    Una società che produce robot pensati per lavorare a stretto contatto con gli esseri umani sta sviluppando una nuova versione che risolve i limiti dei suoi primi modelli.

    di Mike Orcutt

    In un workshop nel quartier generale della Rethink Robotics a Boston, un gruppo di ingegneri sta allestendo una truppa di otto robot rossi di nome Baxter. Ciascun robot presenta un torso superiore umanoide ed un paio di amichevoli occhi azzurri che compaiono in un piccolo schermo per seguire le due braccia del robot mentre vengono mosse dagli ingegneri. In un angolo della stanza, il senior product manager Brian Benoit sta assemblando un nuovo robot di nome Sawyer – il fratello minore di Baxter. Ha un solo braccio ed è più piccolo, veloce e preciso di Baxter. Se le cose andranno come spera la società, questo nuovo robot troverà un impiego al fianco di esseri umani in svariate catene di produzione industriale.

    Baxter (a sinistra) è stato pensato per essere sicuro, intuitivo e facile da programmare. Gli occhi nel touch screen comunicano agli operati in che direzione il robot muoverà le proprie braccia.

    Sawyer (in basso) presenta lo stesso viso di Baxter, ma il suo corpo presenta un solo braccio pensato per eseguire operazioni più complesse.
    Baxter, che è stato presentato due anni fa, era pensato per essere più semplice, sicuro ed intuitivo di un robot industriale convenzionale (vedi “Come riavviare la manifattura“). I tradizionali robot industriali sono cari e devono essere separati per sicurezza dai lavoratori umani. Tipicamente, per funzionare propriamente devono essere installati in ambienti altamente organizzati e stabili.

    Stando alla Rethink, le vendite di Baxter, che costa $25,000 ed è solo disponibile per i produttori negli Stati Uniti, hanno raggiunto “appena qualche centinaio”. Questo limitato successo, e lo sforzo per sviluppare Sawyer, suggeriscono che la società potrebbe aver giudicato male l’opportunità nell’equilibrare semplicità e sicurezza con precisione e velocità (vedi “Small Factories Give Baxter the Robot a Cautious Once-Over“).

    Due robot Baxter nel quartier generale della Rethink a Boston.

    La rassomiglianza famigliare fra Baxter e Sawyer è forte. Anche Sawyer è rosso, ha gli occhi di Baxter ed opera con lo stesso software. Alcune migliorie agli attuatori delle articolazioni rendono il braccio di Sawyer più rigido e preciso. Sawyer è in grado di sollevare un peso maggiore, ed una nuova videocamera ne migliora la capacità di distinguere parti e leggere codici a barre, risolvendo un altro limite che Baxter incontrava durante le sue operazioni. Sawyer sarà disponibile entro la fine dell’anno al prezzo di $29,000 e “sarà in grado di compiere un insieme assai maggiore di operazioni rispetto a Baxter”, dice il chief marketing officer della Rethink, Jim Lawton.

    Baxter è in grado di raccogliere oggetti da un nastro trasportatore, ma non può eseguire diverse delle operazioni che i produttori sono ansioni si automatizzare. Sawyer è pensato per compiere operazioni che solitamente richiedono l’assistenza di un operatore umano per inserire e rimuovere parti. Un esempio importante, nel caso dell’industria elettronica, è il cosiddetto in-circuit test: un operaio inserisce una scheda circuito nuovo in una macchina, attende che questa esegua un breve test di qualità e quindi rimuove la scheda per reinserirla nella catena di montaggio.

    Gli ICT possono essere paragonati all’inserimento di un tassello in un puzzle, e se la posizione di un circuito è leggermente errata, il test non funziona. Sawyer si affida ad un avanzato sistema di rilevamento della forza per “percepire” le sue azioni all’interno del macchinario senza danneggiare la componente e posizionarla nel punto desiderato, spiega Benoit.

    Gli ingegneri stanno affinando l’hardware e il software di Sawyer. Il robot entrerà in vendita entro la fine dell’anno.

    Gli spazi di lavoro nelle fabbriche di componenti elettroniche sono spesso piccole ed affollate. è per questo motivo che la Rethink ha costruito Sawyer perché fosse più piccolo rispetto a Baxter. Invece di dotarlo di due braccia, la società si è concentrata sul rendere più preciso il suo singolo braccio senza elevare eccessivamente i costi.

    Man mano che i robot migliorano nella percezione degli oggetti all’interno del loro ambiente, migliora anche il programma per farli lavorare in ambienti meno strutturati ed abitati da esseri umani, spiega Julie Shah, capo dell’Interactive Robotics Group presso il Computer Science and Artificial Intelligence Laboratoru del MIT.

    Parti di Sawyer sono adagiate in alcuni scaffali del reparto produzione della Rethink.

    Diversi produttori sono ansiosi di esplorare nuovi approcci produttivi per via del crescente costo del lavoro, specialmente in Cina. L’era in cui i produttori risparmiano denaro allestendo le operazioni in regioni del mondo dove i lavoratori sono economici sta giungendo a un termine, dice Justin Rose, un partner presso il Boston Consulting Group e coautore di un recente rapporto sul potenziale impatto della robotica collaborativa. Il rapporto ha trovato che il 60 percento di tutte le operazioni di produzione diretta potrebbe essere automatizzato o migliorato con la robotica. Il mese scorso, il governo della provincia di Guangdong, in Cina, ha annunciato che investirà $152 miliardi per sostituire lavoratori umani con robot.

    La Rethink non è la sola società a sperare di guadagnare da questo nascente mercato. Negli ultimi due anni, svariate società, fra cui giocatori affermati come KUKA e ABB, e la più piccola Universal Robotics, hanno presentato prodotti “collaborativi”, alcuni dei quali ricordano Sawyer (vedi “Increasingly, Robots of All Sizes Are Human Workmates“).

    Benoit sostiene che i robot della Rethink si distinguano per una caratteristica unica, conosciuta come “conformità meccanica”, che grazie all’elasticità delle articolazioni permette ai robot di essere intrinsecamente più sicuri attorno agli esseri umani, e permette loro di “lavorare con oggetti pensati attorno alle mani umane”.

    (MO)

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