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    Pronto il drone stratosferico di Facebook per l’Internet globale

    Facebook sta per cominciare a trasmettere l’accesso a Internet da un drone a energia solare delle dimensioni di un aereo di linea.

    di Tom Simonite

    Facebook ha sviluppato e realizzato questo drone in fibra di carbonio, denominato Aquila, per distribuire l’accesso a Internet dove ancora non sono presenti infrastrutture per le comunicazioni.

    Facebook ha realizzato il primo di quella che, spera, diventerà una grande flotta di droni a energia solare con i quali distribuire l’accesso a Internet alle centinaia di milioni di persone che oggi non dispongono di una copertura da parte di infrastrutture per le telecomunicazioni.

    L’Aquila, un’ala volante in fibra di carbonio, è spinta da due eliche ed ha un’apertura alare di circa 42 metri, pressoché pari a quella di un Boeing 737. Una volta ricoperto di pannelli solari e riempito con attrezzature per le telecomunicazioni necessarie a trasmettere a terra una connessione Internet Wi-Fi, dovrebbe arrivare a pesare poco più di 400 chilogrammi, approssimativamente un terzo del peso di una Toyota Prius.

    Facebook non ha ancora fissato il volo inaugurale del primo velivolo ma sta ormai testando da marzo in Inghilterra una versione in scala 1:10 . L’Aquila in scala reale è ora sottoposta a test strutturali e dovrebbe spiccare il volo entro la fine dell’anno.

    Jay Parikh, vice presidente Facebook per l’ingegneria e le infrastrutture globali, ha presentato l’Aquila ieri durante un evento tenutosi nel quartier generale di Menlo Park, in California. Approssimativamente il 10 percento della popolazione mondiale, specialmente nelle aree rurali, non possono accedere a Internet con le tecnologie esistenti, ha detto. Stando a Parikh, il drone di Facebook cambierà le cose: “La nostra missione è connettere tutti nel mondo”.

    L’Aquila è progettata per essere trasportata fino alla stratosfera utilizzando un pallone di elio; qui, il velivolo verrebbe sganciato per volare in cerchi del diametro di 5 chilometri ad un’altitudine compresa fra i 18 e i 27 chilometri, ben al di sopra di voli commerciali, nuvole e perturbazioni meteo.

    Ciascun drone Aquila trasporterà attrezzature radio con le quali garantire una connessione a banda larga a ricevitori satellitari compresi entro un raggio di 80 chilometri a terra. I droni trasporteranno anche le attrezzature necessarie a creare connessioni ad alta velocità utilizzando raggi laser. L’idea è di creare una serie di catene aeree con le quali connettere svariate aree rurali a Internet. Il drone più vicino a un’area urbana potrebbe utilizzare i laser per connettersi all’Internet globale e trasmettere la connessione ai droni stazionati nelle aree rurali. In caso di cielo coperto, il collegamento terra-drone verrebbe stabilito utilizzando il sistema radio con un calo nella qualità della connessione.

    Facebook sostiene che i suoi ingegneri abbiano recentemente stabilito un nuovo record nella velocità di trasmissione dei dati utilizzando laser, con velocità dichiarate di decine di gigabit al secondo, ovvero dieci volte superiori al record precedente. Eppure, Facebook ha ancora molto lavoro da ultimare prima che il suo progetto per i droni riesca a raggiungere il progetto di Google. Il colosso di Internet, infatti, sta già testando i suoi palloni di elio in grado di distribuire una banda larga wireless a gadget portatili (vedi “10 tecnologie emergenti 2015: Progetto Loon“).

    Per far sì che il sistema di connessione Internet risulti pratico, spiega Parikh, Facebook dovrà assicurarsi che il drone riesca a rimanere in volo nella stratosfera per tre mesi alla volta. Il volo più lungo, per il momento, è durato due settimane.

    Facebook è indietro anche per quanto riguarda la definizione di un business model per i suoi droni. La società potrebbe concedere su licenza o vendere la tecnologia ad altre società o governi, ma non sono ancora disponibili dettagli a riguardo. Parikh ha detto che la società non opererà per conto proprio i droni.

    Google, dal canto suo, opererà personalmente i palloni Loon e offrirà agli operatori wireless la possibilità di affittare la loro rete per estendere la propria copertura. Entro la fine dell’anno, Google mira ad assicurare una copertura continua a tutte le persone che risiedono entro una sottile linea che corre lungo l’emisfero del sud. La società ha anche siglato un accordo con il governo dello Sri Lanka per coprire la totalità dell’isola con una connessione Internet.

    Mike Cassidy, leader del progetto Loon, sostiene che i palloni rimarranno più economici e pratici per un certo tempo, per via delle sfide tecnologiche dietro la loro progettazione e gestione.

    È dal 2013, con il progetto conosciuto come Internet.org, che Facebook cerca di far connettere più persone. La sua attività principale è stata caratterizzata da una serie di accordi con gli operatori wireless di 17 paesi sparsi nel mondo al fine di permettere alle persone di utilizzare determinati servizi online attraverso la sua app Facebook.

    Sebbene Makr Zuckerberg abbia parlato della essenza umanitaria di questo progetto, i benefici per la società restano chiari, visto che un maggior numero di persone online può tradursi in un maggior numero di clienti (vedi “Facebook’s Two Faces“). In alcuni paesi, il progetto Internet.org ha fatto di Facebook il custode dell’accesso a Internet, scatenando la rivolta di alcuni utenti, società e governi (vedi “Facebook’s Internet.org Hits Global Flak” e “Indian Companies Turn Against Facebook’s Scheme for Broader Internet Access“).

    (MO)

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