L’uomo che ha preso le redini di Bitcoin dal suo misterioso inventore dice che la valuta digitale è in serio pericolo.
di Tom Simonite
Avanti così e all’inizio dell’anno prossimo la moneta digitale Bitcoin comincerà ad avere dei malfunzionamenti. Le transazioni saranno sempre più lente, e il sistema monetario che oggi vale $3.3 miliardi comincerà a morire con il graduale allontanarsi dei suoi utenti. È questo il monito lanciato da Gavin Andresen, che nel 2010 è stato appuntato custode del codice che alimenta Bitcoin dal suo ombroso creatore. Andresen ha mantenuto il ruolo di “mantenitore del nucleo” durante la maggior parte della improbabile ascesa di Bitcoin; si è ritirato l’anno scorso ma continua ad essere pesantemente coinvolto con la moneta (vedi “Il vero creatore di Bitcoin”).
La cupa previsione di Andresen nasce dal fatto che Bitcoin non può gestire più di sette transazioni al secondo. Si tratta di un volume minuscolo se confrontato con le decine di migliaia di transazioni al secondo che sistemi di pagamento come Visa sono in grado di gestire – e un limite che comincerà a debilitare Bitcoin a partire dai primi mesi del 2016. Il problema è causato dalla dimensione massima dei “blocchi” che vengono aggiunti al blockchain, il libro mastro delle transazioni Bitcoin, da parte dei “minatori” che eseguono il software di conferma delle transazioni Bitcoin in cambio di nuove monete digitali fresche di conio (vedi “Benvenuti in un mondo bitcoin”).
La soluzione proposta due settimane fa da Andresen ha scatenato un tumulto fra le persone che utilizzano o lavorano con Bitcoin. Invece di continuare a lavorare con gli sviluppatori che mantengono il codice di Bitcoin, Andresen ha presentato una versione alternativa del software, denominata BitcoinXT, e incoraggiato la comunità a effettuare la transizione. Se il 75 percento dei minatori avrà adottato questa soluzione entro l’11 gennaio 2016, il sistema avvierà un periodi di grazia di due settimane e consentirà una biforcazione del blockchain con una maggiore capacità risultante. I critici considerano la proposta un gioco senza scrupoli con il futuro di Bitcoin; Andresen, che ora lavora a Bitcoin con il supporto del MIT Media Lab, dice che questo intervento è necessario per impedire che la moneta digitale si strangoli da sola. Ha parlato con Tom Simonite, il responsabile dell’ufficio di San Francisco dell’edizione americana di MIT Technology Review.
Quanto è serio il problema del limite di transazioni di Bitcoin?
È urgente. Guardando al volume di transazioni nella rete di Bitcoin, dobbiamo risolvere il problema nel giro dei prossimi quattro o cinque mesi. Avvicinandoci sempre più al limite, cose sempre peggiori cominceranno a verificarsi. Le reti al limite della propria capacità cominciano ad essere congestionate e inaffidabili. Se vorrete un servizio affidabile, dovrete cominciare a pagare tasse sempre più alte per ciascuna transazione, e si arriverà al punto in cui queste tasse saranno talmente alte da costringere le persone ad abbandonare Bitcoin.
Perché prendere la decisione provocatoria di rilasciare una versione interamente nuova di Bitcoin?
È stata una scelta difficile. Negli ultimi otto mesi ho tenuto la situazione sotto controllo da dietro le quinte, ma stavo avendo difficoltà persino a convincere gli sviluppatori sul fatto che c’era un problema. Sono dovuto intervenire pubblicamente ed ho rilasciato un codice per lasciare alle persone la capacità di votare personalmente. Ora che ho compiuto questo passo credo che le persone stiano cominciando ad accettare l’idea che il problema sia urgente. Non sono felice di essere stato costretto ad agire così, ma credo che nel lungo termine porterà a cose buone.
Alcune fra le principali aziende che operano attorno a Bitcoin hanno abbracciato la sua proposta di incrementare le dimensioni dei blocchi, ed alcuni minatori hanno già cominciato a utilizzare BitcoinXT. Altre importanti società e sviluppatori hanno invece reagito negativamente alla sua mossa e suggerito soluzioni alternative – non tutte supportate da un codice funzionante – che stanno rapidamente riscuotendo successo. Cosa sta succedendo?
Lo scenario attuale è alquanto caotico. Non esiste un processo ben definito per arrivare a una decisione sulle modifiche da apportare a Bitcoin e non esiste alcuna risposta corretta su come risolvere questo problema. C’è un certo subbuglio – ma funziona così. Non esiste un comitato centrale. Non esiste una persona che prende da sola le decisioni per Bitcoin; occorre il consenso delle persone che utilizzano il software. Il fatto che decisioni simili siano tanto difficili da concretizzare è una cosa buona.
Crede che si possa raggiungere il consenso?
È abbastanza chiaro che la dimensione massima dei blocchi continuerà ad aumentare. Non so esattamente come o quando. Non credo sia ancora chiaro se la mia proposta otterrà abbastanza consensi fra i minatori e gli altri giocatori di questo ecosistema.
Cosa succederà se non si farà nulla?
Le transazioni cominceranno ad essere inaffidabili e, di volta in volta, le cose peggioreranno. Il mio timore è che non si verificherà alcun evento critico in grado di scatenare una reazione delle persone – Bitcoin morirà di una morte lenta. Sto cercando di avvertire prima che ‘sapete, se non faremo qualcosa, Bitcoin sarà morto nel giro di quattro anni’. Non è facile rendere l’idea, specialmente quando il dibattito è così animato.
Se BitcoinXT si attiverà, i Bitcoin esistenti verranno riconosciuti, ma non quelli creati da minatori che non hanno effettuato la transizione. Ci sono dei rischi annessi?
È difficile restare tagliati fuori. Quando il nucleo di Bitcoin rileverà che il50 percento dei minatori ha effettuato l’aggiornamento, il sistema invierà ai restanti una notifica di aggiornamento. Sarà molto difficile essere colti di sorpresa. Persino gli incentivi economici per il passaggio saranno notevoli – tutti vorranno che i propri Bitcoin valgano quanto quelli utilizzati dagli altri.
Quanto è diffuso Bitcoin oggigiorno?
Bitcoin è ben consolidato in alcune nicchie dove continua a crescere. Un primo esempio è quello delle persone che pagano imprese internazionali in Bitcoin perché l’operazione è più semplice che convertire dollari nella valuta locale. Il principale ostacolo alla sua diffusione di massa è la mancanza di un sistema per introdurre i Bitcoin nelle attività normali. Fino a quando una parte del nostro stipendio non sarà pagata in Bitcoin, non so come questa moneta potrà diffondersi. Riesco a immaginare alcuni luoghi nel mondo che sono privi di sistemi bancari, o di libri paga. In luoghi simili potrebbe diffondersi rapidamente, perché non dovrebbe sostituire un sistema esistente.
Continuo a ribadire di non investire i propri risparmi in Bitcoin. Si tratta ancora di un esperimento che potrebbe fallire.
(MO)