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    Internet ha cambiato il nostro modo di comportarci di fronte alla morte

    La morte di David Bowie ha scatenato uno sfogo di cordoglio in tutto l’Internet, ed alcune persone ne mettono in dubbio la sincerità. Oggi, però, ci sfoghiamo online tanto quanto lo facciamo di persona.

    di Michael Reilly

    Con la morte di David Bowie la scorsa settimana, i vostri social media sono stati bombardati da tributi e messaggi di cordoglio; Foto, video, repliche dei suoi leggendari concerti, lettere di ringraziamento e toccanti messaggi di addio – ovunque. Sorge spontaneo pensare che fra tutti questi messaggi, video o emoji condivisi, forse alcuni non fossero sinceri quanto gli altri.

    In un affascinante pezzo su Atlantic, Megan Garber sostiene però, e in maniera alquanto convincente, che la realtà è ben diversa. Le espressioni di cordoglio pubblico espresse in digitale sono ben più che sincere, e costituiscono una parte fondamentale del processo di guarigione. “#RIPDavidBowie non è stato semplicemente un hashtag; è stato anche un funerale”, scrive.

    Ovviamente, la morte di David Bowie non influirà sulla nostra vita quanto potrebbe farlo, diciamo, la morte di nostra madre. Persino di fronte a eventi più personali, però, l’ubiquità della nostra vita online può spesso significare che la rete è il luogo che scegliamo per onorare i defunti.

    Se qualcuno dovesse dubitare quanto il mondo online è diventato importante per il nostro processo di cordoglio, basti guardare alla più grande piattaforma di social media. Facebook permette ormai da tempo di commemorare i defunti trasformando i loro profili in un memoriale, e dallo scorso anno gli utenti possono designare un legacy contact – qualcuno che può assumere un controllo limitato sull’account del mancato per continuare a mantenerlo. Persino la legge sta cominciando a riconoscere l’importanza della nostra esistenza digitale per i nostri cari dopo la nostra dipartita. Alcune startup stanno persino consentendo alle persone di creare un “lascito digitale” attraverso il quale l’ereditiere può sbloccare l’accesso ai profili sui social media ed agli averi digitali.

    Come sottolineato dalla Garber, in passato le persone sono state accusate di versare lacrime di coccodrillo anche al decesso di Lady D. Questa pratica del cordoglio non se ne andrà certo da nessuna parte; Tanto meno, la nuova pratica del cordoglio online.

    (Source: The AtlanticNew Scientist)

    (MO)

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