Twitter fatica a crescere, i suoi dirigenti stanno andandosene a frotte, e ora Facebook sembra interessata a invadere il suo territorio.
di Michael Reilly
Le quotazioni di Twitter stanno vacillando da mesi, e il CEO Jack Dorsey ha annunciato la scorsa settimana che diversi dei suoi principali dirigenti stanno andandosene a gambe levate. Il timore principale, però, non riguarda le macchinazioni aziendali – si direbbe che suo il prodotto non è avvincente quanto Facebook. Walt Mossberg, uno dei più famosi sapientoni tecnologici in circolazione, ha detto che Twitter è ormai diventato troppo complesso da utilizzare e lo ha definito un software per le “strette di mano segrete” che solamente le persone disposte a investirvi enormi quantità di tempo possono beneficiarne a pieno.
Dorsey ha parlato di voler trasformare Twitter in un servizio “semplice quanto guardare fuori dalla finestra per vedere cosa sta succedendo”. Ben Thompson di Stratechery sostiene però che Twitter abbia perso la sua occasione quando nel 2009 – prima che Facebook diventasse l’enorme servizio che una grande frazione del pianeta utilizza almeno una volta al mese – non è riuscita a evolversi. Facebook è semplicemente troppo grande ed efficace nel presentare ai suoi lettori informazioni interessanti perché Twitter possa pensare di riuscire a sottrargli utenti.
A peggiorare le cose, si direbbe che Facebook stia prendendo di mira l’attività centrale di Twitter. Mercoledì scorso, la COO dell’azienda, Sheryl Sandberg, ha detto che la società ha intenzione di investire pesantemente nelle “condivisioni in tempo reale” – la sola cosa in cui Twitter eccelle su Facebook. Eventi sportivi, dibattiti politici, ed ogni altra forma di interazione sul momento sono ora una importante area di crescita per l’azienda. Per Twitter, i cui 320 milioni di utenti sembrano impallidire a confronto con gli 1.6 miliardi di utenti su Facebook, non è chiaro se una importante reinvenzione basterà a rimettere in sesto la crescita dell’azienda.
(MO)
