I regolatori in India hanno abbattuto il programma di Facebook che offriva l’accesso online gratuito ad alcune parti di Internet.
di Tom Simonite
Il piano di Mark Zuckerberg di estendere la portata della rete a un maggior numero di persone nei paesi poveri è un pericolo per quegli stessi principi che hanno favorito il successo di Internet. Questo è stato il recente verdetto della Telecom Regulatory Authority of India, o TRAI, che ha bandito lo schema delle “basi gratuite” immaginato da Facebook ed alcuni operatori di reti mobili per consentire alle persone di accedere ad alcuni servizi online – Facebook e Wikipedia inclusi – senza applicare le normali tariffe sul trasferimento dei dati.
Facebook era già stata costretta a rinominare e ridisegnare il suo programma dopo una ondata di proteste in India e in altri paesi che denunciavano la violazione del principio di neutralità della rete, l’idea che i fornitori di servizi Internet non possano favorire particolari tipologie di dati o servizi a scapito di altri.
Il verdetto della corte indiana conferma le basi dietro questa polemica. L’offerta gratuita di alcuni servizi sfavorisce la competizione e garantisce alle società un controllo eccessivo sulle informazioni e sui servizi ai quali le persone possono accedere, dice:
“La concessione di una differenziazione di prezzo in base al tipo di contenuto richiesto online si scontrerebbe con le stesse basi su cui Internet ha potuto sviluppare e trasformare il modo in cui ci connettiamo fra noi”.
L’ente regolatore ha offerto a Facebook un chiaro percorso attraverso il quale proseguire la propria campagna. Per il TRAI, infatti, l’accesso gratuito all’intera rete piuttosto che ad alcune sue parti sarebbe accettabile. Facebook ha recentemente ribadito il suo impegno a “continuare i propri sforzi verso l’eliminazione di barriere e la concessione di percorsi agevolati per accedere a Internet, ed alle opportunità che questo ha da offrire, alle persone prive di una connessione”.
Gli effetti di questo verdetto potrebbero interessare più degli 1.3 miliardi di abitanti del paese, la maggior parte dei quali non è online. Pochi altri paesi, fra cui Cile e Paesi Bassi, hanno promulgato leggi per bandire la differenziazione di prezzo nei servizi Internet. Stati Uniti ed Unione Europea, però, non hanno fatto nulla di simile.
Il nuovo regime regolatore in India potrebbe incoraggiare altri paesi che faticano a garantire l’accesso online ai propri abitanti a seguire questo esempio, specialmente se questa posizione sembrerà realmente favorire l’accesso o presenterà benefici quali l’agevolazione delle reti Internet locali nella competizione con giganti internazionali quali Facebook.
(Fonte: TRAI)
(MO)