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    Cucine per l’Africa: high tech ma low cost

    La ricerca Eni ha inventato e realizzato un nuovo tipo di stufa migliorata capace di rendere la cottura del cibo più veloce, economica e sicura anche nei villaggi isolati dove l’unica fonte di energia è rappresentata dalla legna. Una nuova cucina che ora sarà realizzata da start-up congolesi con materiali reperibili sul posto.

    di Luca Longo

    Oggi l’Africa fornisce oltre la metà della produzione totale di greggio e gas naturale di Eni che si conferma primo produttore internazionale nel continente. In parallelo, il cane a sei zampe continua a promuovere progetti per favorire lo sviluppo africano con l’obiettivo di rispondere ai bisogni ed alle aspettative delle comunità locali e a produrre un impatto positivo di lungo periodo.

    Numerosi sono i risultati conseguiti proprio in Congo, dove è stato attivato il progetto integrato Hinda per la salute e l’accesso all’energia nell’ambito dell’iniziativa “Sustainable Energy for All” patrocinata dall’ONU.

    Per l’80% della famiglie congolesi, la cucina è una pentola sopra tre pietre riscaldata da un fuoco di legna. Spesso, questa si trova al chiuso dentro una capanna senza aspirazione. Il risultato non è solo una combustione inefficiente ed uno spreco di combustibile, ma un forte rischio per la salute di tutti i familiari causato dallo sviluppo di fumi e di monossido di carbonio all’interno delle abitazioni.

    Per questo, presso il Centro Ricerche Eni per le Energie Rinnovabili e l’Ambiente, è stata sviluppata una innovativa stufa per la cottura dei cibi con un incremento di efficienza del 50% e una diminuzione delle emissioni di anidride carbonica del 25%. Inoltre, per cuocere il cibo sarà necessaria solo la metà del combustibile. Ma quello che più conta è che le emissioni di monossido di carbonio e di fumi sono così ridotte del 75% e del 40% rispettivamente. Infine, le stufe possono essere interamente realizzate con materiali reperibili in loco e permetteranno l’avvio di una microimprenditorialità locale che le potrà costruire, distribuire e mantenere in efficienza senza ausili esterni.

    Il tecnico Claudio Piazzon – appena rientrato al Centro Ricerche a Novara – descrive la sua prima esperienza come formatore presso il centro addestramento “Don Bosco” di Pointe Noire che sorge accanto al Centro Sostenibilità Eni. << In dieci giorni ho insegnato a dieci giovani congolesi come realizzare la stufa migliorata che abbiamo progettato in Eni. Siamo partiti proprio da zero ed insieme ne abbiamo realizzata una non solo reperendo materiali sul posto ma anche realizzando le macchine necessarie per costruirla.

    Con la calandra costruita con tre tubi di recupero abbiamo piegato le lamiere di acciaio al carbonio necessarie per realizzare le pareti interna ed esterna della stufa. Come materiale coibentante abbiamo trovato della lana di vetro al posto dell’argilla espansa, ma i prossimi pezzi saranno realizzati con sassolini o, meglio, con conchiglie tritate. Tutti materiali locali tanto low cost quanto altamente efficienti e – ma sì! – possiamo dire anche high tech! >>.

    Ora i dieci ragazzi stanno realizzando altre venti stufe impiegando le macchine realizzate per il prototipo e sfruttando varie soluzioni tecnologiche, incluso il recupero di bidoni di petrolio opportunamente bonificati.

    Il prossimo obiettivo per i dieci giovani sarà dimostrarne il funzionamento nell’area coinvolta nel progetto Hinda (25.000 persone distribuite in 22 villaggi) e farsi a loro volta formatori di altri gruppi di giovani disponibili a mettersi in gioco per diventare a loro volta produttori e distributori delle nuove stufe.

    Eni collabora sempre con le comunità e le istituzioni presenti sul territorio offrendo il proprio contributo alla riduzione della povertà energetica. In Africa, ancora più che altrove, l’accesso a moderne forme di energia è motore per lo sviluppo dei settori della salute, dell’educazione e dell’agricoltura.

    

I progetti a sostegno delle popolazioni locali si inquadrano sempre nei piani di sviluppo del Paese in cui la compagnia opera, con particolare attenzione alle attività sociali e al miglioramento delle condizioni sanitarie e ambientali.

    (SA)

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