Negli ultimi anni, la Cina sta portando avanti un esperimento educativo su larga scala, la cosiddetta “educazione intelligente”, che potrebbe rimodellare a livello globale il modo in cui si apprende.
di Karen Hao
Zhou Yi aveva seri problemi in matematica e rischiava di non riuscire a entrare al college. Il caso ha voluto che Squirrel AI, un’azienda di Shanghai, approdasse alla sua scuola media ad Hangzhou, in Cina, proponendo tutoraggi personalizzati.
Il ragazzo aveva già avuto dei tutor, ma ora era diverso: invece di un insegnante umano, lo avrebbe seguito un algoritmo di intelligenza artificiale. Il tredicenne ha deciso di accettare. Alla fine del semestre, le sue percentuali di successo ai test erano salite dal 50 al 62,5 per cento. Due anni dopo, ha raggiunto l’85 per cento al suo ultimo esame di scuola media.
“Pensavo che la matematica fosse un incubo”, afferma Yi. “Ma attraverso questa esperienza di tutoraggio mi sono reso conto che non è poi così difficile. Mi ha aiutato a fare il primo passo di un percorso diverso”.
Gli esperti concordano sul fatto che l’IA sarà importante nell’educazione del XXI secolo, anche se non sono in grado di dire che forma prenderà. Mentre gli accademici si interrogano sulle migliori pratiche educative, la Cina non è rimasta con le mani in mano.
Negli ultimi anni, l’investimento del paese nel settore dell’insegnamento con IA ha preso il volo. I giganti della tecnologia, le startup e gli operatori storici dell’istruzione sono tutti saltati sul carro.
Decine di milioni di studenti ora usano una qualche forma di intelligenza artificiale per studiare, sia attraverso i programmi di tutoraggio extracurriculari di Squirrel, sia attraverso piattaforme di apprendimento digitale come 17ZuoYe, o addirittura sistemi assistiti di riconoscimento facciale. È il più grande esperimento al mondo sull’intelligenza artificiale applicata all’istruzione e nessuno può prevederne il risultato.
Anche la Silicon Valley è decisamente interessata all’argomento. In un rapporto di marzo, la Chan-Zuckerberg Initiative e la Bill and Melinda Gates Foundation hanno identificato l’IA come uno strumento educativo degno di investimento. Nel suo libro del 2018 Rewiring Education, John Couch, vicepresidente del reparto educativo di Apple, ha tessuto l’elogio di Squirrel AI. (Una versione cinese del libro vede come coautore Derek Li, il fondatore dell’azienda cinese).
Quest’anno Squirrel ha aperto un laboratorio di ricerca congiunto con la Carnegie Mellon University per studiare l’apprendimento personalizzato su larga scala, per poi esportarlo a livello globale.
Ma gli esperti si preoccupano della direzione che sta prendendo questa corsa all’IA nell’istruzione. Nel migliore dei casi, dicono, l’IA può aiutare gli insegnanti a promuovere gli interessi e i punti di forza dei loro studenti.
Nel peggiore dei casi, potrebbe ulteriormente consolidare una tendenza globale verso forme di apprendimento e test standardizzati, lasciando la prossima generazione incapace ad adattarsi a un mondo del lavoro in rapido cambiamento.
Come una delle più grandi aziende che si occupa di educazione AI in Cina, Squirrel offre un ottimo esempio del tipo di attività educative che dalla Cina potrebbero diffondersi nel resto del mondo.
Gli insegnanti ci sono, ma non si sentono
Il centro di formazione che Zhou frequenta, uno dei primi aperto da Squirrel, occupa il secondo piano di un edificio senza pretese su una trafficata strada commerciale a Hangzhou, una cittadina nella provincia di Zhejiang. I riconoscimenti ottenuti dall’azienda rivestono le pareti della tromba delle scale.
Nei corridoi si possono vedere grandi fotografie di almeno una dozzina di uomini: la metà di loro sono dirigenti di Squirrel e l’altra metà sono master teachers, un titolo conferito ai migliori insegnanti in Cina, che aiutano a sviluppare il programma dell’azienda.
L’arredamento della scuola è modesto. Il foyer è piccolo e colorato con accenti verde lime. Foto di studenti sorridenti costeggiano il corridoio che unisce sei aule. All’interno, decalcomanie sbiadite di alberi e semplici motti come “Sii umile” animano le pareti. Non ci sono lavagne, proiettori o altre apparecchiature, solo un tavolo per stanza, pensato per 6-8 persone.
Lo strumento indispensabile è il laptop. Studenti e insegnanti guardano attentamente gli schermi. In una stanza, due studenti indossano le cuffie, immersi in una sessione di tutoraggio in inglese.
In un’altra, tre studenti, tra cui Zhou, seguono tre lezioni di matematica separate. Prendono appunti su fogli di carta prima di inviare le loro risposte online. In ogni stanza, un insegnante controlla gli studenti attraverso una dashboard in tempo reale.
In momenti diversi, entrambi gli insegnanti notano qualcosa sul loro schermo che li spinge a camminare e a inginocchiarsi accanto alla sedia di uno studente. Parlano in tono sommesso, presumibilmente per rispondere a una domanda che il sistema di tutoraggio non può risolvere. Anche se sono a pochi passi di distanza, non riesco a distinguere le loro parole sopra il lieve ronzio del traffico sulla strada sottostante.
“È tutto così tranquillo”, sussurro al personale scolastico e aziendale che mi accompagna nel mio giro. Il direttore regionale di Hangzhou sorride con quello che interpreto come un pizzico di orgoglio e mi dice: “Non si sentono le voci degli insegnanti che fanno lezioni da una cattedra”.
Il boom dell’educazione con IA
Tre fattori hanno alimentato la crescita dell’educazione cinese con l’IA. In primo luogo le agevolazioni fiscali e altri incentivi per le iniziative di intelligenza artificiale intese a migliorare i diversi aspetti educativi, dall’apprendimento degli studenti alla formazione degli insegnanti alla gestione della scuola. Per chi vuole investire, si tratta di una buona scommessa. Secondo una stima di mercato, lo scorso anno in Cina è stato investito oltre 1 miliardo di dollari nell’istruzione AI.
In secondo luogo, la competizione accademica in Cina è agguerrita. Dieci milioni di studenti all’anno sostengono il gaokao, il temutissimo esame di ammissione all’università. Il punteggio determina se e dove si può studiare per una laurea ed è visto come il principale fattore determinante del successo per il resto della vita. I genitori pagano volentieri il tutoraggio o qualsiasi altra cosa che aiuti i loro figli ad andare avanti.
Infine, gli imprenditori cinesi hanno a disposizione masse di dati per formare e perfezionare i loro algoritmi. La popolazione è vasta, i punti di vista delle persone sulla privacy dei dati sono molto più rilassati che in Occidente (soprattutto se possono ottenere in cambio discreti risultati in ambito accademico), e i genitori credono molto nel potenziale della tecnologia, avendo visto quanto ha trasformato il paese in pochi decenni.
La strategia di Squirrel
L’azienda cinesedi IA aiuta a migliorare i punteggi nei test standardizzati annuali. Oltre l’80 per cento dei suoi studenti ritorna l’anno successivo. Il suo sistema è organizzato per acquisire il maggior numero possibile di dati, il che ha reso possibili i diversi esperimenti di personalizzazione e previsione.
Squirrel pubblicizza la sua tecnologia attraverso pubblicazioni accademiche, collaborazioni internazionali e partecipazione a premi, che l’hanno resa la punta di diamante del governo locale di Shanghai.
La strategia pubblicitaria ha alimentato una crescita sbalorditiva. Nei cinque anni dalla sua fondazione, l’azienda ha aperto 2.000 centri di apprendimento in 200 città e registrato oltre un milione di studenti, pari all’intero sistema scolastico pubblico di New York City.
L’azienda prevede di espandersi con altri 2.000 centri entro un anno, facendosi forza degli oltre 180 milioni di dollari di finanziamento raccolti. Alla fine dell’anno scorso, Squirrel ha ottenuto lo status di unicorno, superando 1 miliardo di dollari di valutazione.
Squirrel non è la prima azienda a portare avanti il concetto di tutor AI. I primi sforzi per “replicare” gli insegnanti risalgono agli anni 1970, quando i computer iniziarono ad essere utilizzati per l’istruzione. Poi, tra il 1982 e il 1984, diversi studi negli Stati Uniti hanno dimostrato che gli studenti che avevano ricevuto un tutoraggio individuale avevano ottenuto risultati migliori di quelli che non ne avevano usufruito.
Questi dati hanno innescato una serie di tentativi per creare un sistema artificiale che svolgesse le funzioni di un tutor. I risultati sono stati sistemi di apprendimento adattivo, che ora sono diffusi ovunque, dagli asili nido ai centri di formazione sui posti di lavoro.
L’innovazione di Squirrel è favorita principalmente dalla sua capacità di lavorare sulla “granularità”. Per ogni corso che offre, il suo team di ingegneri lavora con un gruppo di maestri per suddividere la materia nei frammenti concettuali più piccoli possibili.
La matematica della scuola media, per esempio, è suddivisa in 30.000 elementi atomici, o “unità di conoscenza”, come i numeri razionali, le proprietà di un triangolo e il teorema di Pitagora.
L’obiettivo di questa parcellizzazione è diagnosticare le lacune di uno studente nel modo più preciso possibile. In confronto, un libro di testo potrebbe dividere lo stesso argomento in 300 unità; ALEKS, una piattaforma di apprendimento adattivo sviluppata dalla statunitense McGraw-Hill, che ha ispirato Squirrel, arriva a 3.000.
Una volta impostate le unità di conoscenza, vengono associate a lezioni video, note, esempi con soluzioni ed esercitazioni. Le loro strutture gerarchiche e le interrelazioni sono codificate in un “grafico della conoscenza”, basato sull’esperienza dei maestri.
Cosa pensano gli studenti del nuovo sistema
Il corso di studi inizia con un breve test diagnostico per valutare la comprensione dei concetti chiave. Se lo studente risponde correttamente a una domanda iniziale, il sistema supporrà che conosce i concetti correlati e passa alla fase successiva. Con 10 domande, il sistema ha un’idea di ciò su cui deve lavorare e definisce un curriculum.
Mentre si studia, il sistema aggiorna il suo modello di comprensione e adatta di conseguenza il curriculum. Man mano che subentrano altri studenti, il sistema individua connessioni tra i concetti precedentemente non prese in considerazione.
Gli algoritmi di apprendimento automatico aggiornano quindi le relazioni nel grafico della conoscenza per tenere conto di questi nuovi collegamenti. Anche ALEKS funziona così, ma le sue ottimizzazioni di apprendimento automatico sono più limitate, il che, in teoria, la rende meno efficace.
Squirrel ha offerto diverse validazioni del suo sistema. Nell’ottobre 2017, per esempio, uno studio di quattro giorni autofinanziato con 78 studenti delle scuole medie ha messo in luce che il sistema permetteva di ottenere punteggi migliori nei test di matematica rispetto agli insegnanti esperti che insegnavano a una dozzina di bambini in una classe tradizionale.
Gli studenti con cui parlo al centro di formazione hanno parole di elogio per il programma di tutoraggio. Tutti stanno finendo la scuola media e frequentano il centro da oltre un anno. Una ragazza, Fu Weiyi, mi dice che è migliorata molto più rapidamente rispetto al tutor individuale che aveva in precedenza.
“Qui, ho un insegnante sia online che offline”, afferma Weiyi. “Inoltre, l’istruzione è mirata. Il sistema è in grado di identificare direttamente le lacune nella mia comprensione”. Un altro studente ribadisce un concetto simile: “Con il sistema non devi fare una serie estenuante di esercizi, ma solo quelli per recuperare le carenze. Fa davvero risparmiare tempo”.
Anche se alle loro parole va dato il giusto peso – gli studenti vengono scelti da chi mi accompagna e rilasciano le loro dichiarazioni con accanto gli insegnanti – sono sollevato dal vedere che questa formula rende meno rigido l’ambiente accademico. La storia di Zhou Yi, forse non a caso, illustra chiaramente come Squirrel possa aiutare gli studenti in difficoltà.
Per Li, il fondatore dell’azienda, la nuova struttura educativa non si ferma al tutoraggio, ma ha l’ambizione di uscire dai confini della programmazione del doposcuola e integrare il suo curriculum direttamente alle attività della mattina. Squirrel sta già discutendo con diverse scuole cinesi per rendere il suo sistema il metodo di insegnamento base.
Faccio agli studenti un’ultima domanda: “C’è qualcosa che vorresti cambiare del tutoraggio?”. Dopo una lunga pausa, Fu risponde: “Avrei voluto una maggiore interazione con i nostri insegnanti umani”.
Il parere degli esperti
Chi si interessa di educazione sostiene che per capire il ruolo dell’IA nelle tecniche di insegnamento e apprendimento, sia necessario pensare a come l’intelligenza artificiale sta rimodellando la natura del lavoro.
Man mano che le macchine migliorano nello svolgimento delle attività automatiche, gli esseri umani dovranno concentrarsi sulle competenze che rimangono una loro prerogativa: creatività, collaborazione, comunicazione e risoluzione dei problemi.
Dovranno inoltre adattarsi rapidamente poiché sempre più competenze passano di mano all’automazione. Ciò significa che la classe del XXI secolo dovrebbe sviluppare i punti di forza e gli interessi di ogni persona, invece di trasmettere una serie di conoscenze canoniche più adatte all’era industriale.
L’intelligenza artificiale, in teoria, potrebbe rendere tutto più semplice, svolgendo determinati compiti in classe e lasciando tempo libero agli insegnanti per prestare maggiore attenzione a ogni studente. Si ipotizzano più scenari.
Forse l’IA e gli insegnanti si divideranno i campi di intervento educativo; forse l’IA aiuterà gli insegnanti a tenere traccia delle prestazioni degli studenti o fornirà agli studenti un maggiore controllo su come apprendono. Indipendentemente da ciò, l’obiettivo finale è un tipo di insegnamento del tutto personalizzato.
Secondo gli esperti con cui ho parlato, l’approccio di Squirrel può modificare profondamente il sistema educativo tradizionale, ma non prepara gli studenti ad essere flessibili in un mondo che cambia.
“Esiste una differenza tra apprendimento adattivo e apprendimento personalizzato”, afferma Chris Dede, professore del Technology, Innovation and Education Program dell’Università di Harvard.
Squirrel sta perseguendo un apprendimento adattivo, vale a dire “capire esattamente ciò che gli studenti sanno e non sanno”. Ma non presta attenzione a ciò che vogliono sapere o al modo in cui apprendono meglio. L’apprendimento personalizzato tiene conto delle loro richieste e dei loro interessi per “trovare la giusta miscela tra motivazione e tempo di studio per mettere in grado ogni studente di fare progressi”.
Jutta Treviranus, docente dell’Ontario College of Art and Design University, che ha aperto la strada all’apprendimento personalizzato per migliorare l’inclusività nell’istruzione, lo scompone ulteriormente. “L’apprendimento personalizzato si struttura su tra livelli: ritmo, percorso, obiettivo”, ella afferma.
Se il ritmo di apprendimento è personalizzato, agli studenti con abilità diverse viene concesso un tempo diverso per apprendere lo stesso materiale. Se il percorso è personalizzato, agli studenti potrebbero essere fornite altre motivazioni per raggiungere gli stessi obiettivi e materiali in diversi formati. Se l’obiettivo è personalizzato, gli studenti possono scegliere, per esempio, se studiare per entrare successivamente in una scuola professionale o all’università.
“E’ necessario che gli studenti abbiano coscienza di come apprendono, di cosa vogliono imparare e di come imparare a imparare”, spiega Treviranus. “Il sistema di Squitter non si preoccupa di questi aspetti, ma si limita a rendere più efficiente il modo per far raggiungere a tutti gli studenti lo stesso standard”.
Ciò non significa che i sistemi di apprendimento adattivo non avranno alcun posto nell’aula del XXI secolo. David Dockterman, un collega di Dede, ritiene che il loro peso nella formazione che si basa su conoscenze strutturate sia ancora rilevante.
Ma sarebbe un errore rendere questi sistemi gli “insegnanti” predominanti in classe. “Le attività di ripetizione meccanica – recupero di conoscenza, acquisizione di abilità – più facilmente insegnabili da parte di un buon tutor sono anche quelle svolte senza problemi da una macchina intelligente”, afferma Dockterman.
Derek Li
Il fondatore di Squirrel AI, è alto e magro e ha un aspetto severo. Quando parla in inglese, ripete spesso la parola “Right?”. Quando parla il Cinese Mandarino, le sue parole hanno una velocità doppia.
Una settimana dopo la mia visita al centro di formazione, lo incontro nel quartier generale di Squitter a Shanghai. La modestia del centro è in netto contrasto con l’arredamento dell’ufficio in cui mi trovo. Ogni parete parla dei traguardi raggiunti dall’azienda, delle menzioni, dei riconoscimenti ufficiali. Sullo sfondo le immagini di alcuni studenti che erano considerati casi difficili e hanno raggiunto una posizione importante.
Li mi indica uno schermo alla mia sinistra, sul quale scorre senza sosta una clip TV. È un gioco televisivo in cui si sfidano il sistema di tutoraggio di Squirrel e un insegnante umano, uno dei migliori in Cina, spiega Li. Tre studenti che sono seguiti per tre anni dall’insegnante, sono con lui sul palco per risolvere dei problemi. Il sistema e l’insegnante competono per prevedere quale degli studenti darà la risposta giusta.
Li non aspetta che la clip finisca per rivelare la battuta finale: “In tre ore capiamo gli studenti più dei tre anni trascorsi con i migliori insegnanti”.
Sullo schermo, l’insegnante appare sempre più abbattuto e umiliato. “Sembra veramente triste”, dico.
“Si vede, eh!” Li ride.
Gran parte della filosofia di Squirrel è legata alle esperienze di Li da bambino. Quando era giovane, non aveva una buona intelligenza emotiva, egli dice, e leggere libri sull’argomento non lo aiutava. Quindi ha deciso di affrontare il problema in altro modo. Ha trascorso un anno e mezzo a dividere l’abilità in 27 diversi componenti e ha lavorato su ciascuna di esse.
Si è allenato ad essere più attento, per esempio, e a portare avanti una conversazione brillante: “Ho trascorso molto tempo a trovare almeno 100 argomenti possibili, quindi so di cosa parlare con gli altri”, spiega Li. Si è persino allenato a continuare a sorridere di fronte a qualcuno che lo critica. Il metodo ha dato i risultati che voleva, insieme alla ferma convinzione che con questo metodo si potesse insegnare qualsiasi cosa.
Li usa un’analogia per far capire la sua visione generale del sistema educativo. “Quando prevarrà l’educazione basata sull’intelligenza artificiale”, egli afferma, “gli insegnanti umani saranno come un pilota”. Monitoreranno i display mentre l’algoritmo farà volare l’aereo.
Per lo più giocheranno un ruolo passivo, ma ogni tanto, quando c’è un allarme e un passeggero è in preda al panico (o uno studente è vittima di bullismo), potranno intervenire per ripristinare la calma. “Gli insegnanti umani si concentreranno sulla comunicazione emotiva”, spiega Li.
A suo parere, questo è l’unico modo in cui l’umanità potrà elevare la sua intelligenza collettiva. Affidare agli insegnanti qualsiasi altra cosa potrebbe rischiare di “danneggiare i geni”.
Li adotta questa filosofia con i suoi figli, usando il sistema di Squitter il più possibile per educarli. Si vanta che i suoi due gemelli di otto anni, in seconda elementare, stanno ora imparando la fisica di terza media, a testimonianza che il suo metodo sta funzionando. “Solo i sistemi adattivi possono fare tali miracoli”, egli afferma.
Squirrel sta già esportando la sua tecnologia all’estero. Ha conquistato la sua reputazione internazionale partecipando ad alcune delle più grandi conferenze di intelligenza artificiale in tutto il mondo e aprendo a collaborazioni con il MIT, Harvard e ad altri prestigiosi istituti di ricerca.
Li ha anche reclutato diversi americani nel suo team esecutivo, con l’intenzione di espandersi negli Stati Uniti e in Europa nei prossimi due anni. Uno di questi è Tom Mitchell, decano di informatica presso la Carnegie Mellon; un altro è Dan Bindman, responsabile della comunicazione ad ALEKS.
Treviranus teme che la filosofia educativa di Squirrel riproponga uno dei punti deboli della ricerca cinese sull’educazione intelligente: la sua enfasi sull’apprendimento e sui test standardizzati. “L’aspetto inquietante degli esperimenti in Cina è che si muovono in una direzione che è stata abbandonata dalla pedagogia progressiva o dai sistemi educativo più avanzati”, ella afferma.
Ma, allo stesso tempo, Treviranus crede che la Cina offra una delle migliori opportunità per reinventare un ambiente di classe più orientato agli insegnanti e focalizzato sullo studente.
Il paese è meno legato dell’Occidente ai vecchi modelli di istruzione e molto più disposto a provare nuove idee. A suo parere, “La Cina dovrebbe rivolgersi a una forma completamente diversa di IA”. Ma a che tipo di IA fa riferimento Treviranus?
Alo7
La risposta potrebbe trovarsi a una decina di miglia a ovest del quartier generale di Squirrel AI, di fronte al fiume Huangpu che attraversa Shanghai. Lì, Pan Pengkai, un esperto di educazione dei bambini, sta conducendo esperimenti di diversa natura.
Pan si interessa delle applicazione dell’IA nell’istruzione da quasi due decenni. Quindici anni fa, ha fondato la sua prima azienda di tecnologie educative in Cina dopo aver conseguito il dottorato presso il MIT Media Lab. Forte della sua esperienza nella scuola di specializzazione, si è concentrato sulla costruzione di strumenti per l’apprendimento dell’inglese.
“L’innovazione viene dalla differenza”, egli sostiene. “Questo è esattamente ciò che manca alla Cina. Se sei in grado di parlare più lingue, puoi parlare con persone diverse, entrare in contatto con idee diverse”.
Pan ora è a capo di Alo7, una società di tecnologia informatica K-12 per l’insegnamento dell’inglese. A differenza di molte altre aziende, tuttavia, cerca di allontanarsi dall’apprendimento orientato ai test e favorire invece la creatività, la leadership e altre competenze trasversali.
Alo7 offre prodotti e servizi per aule fisiche e digitali. Ha una piattaforma di apprendimento online, abbinata ad una raccolta di libri di testo che aiutano gli studenti ad apprendere e mettere in pratica le proprie abilità linguistiche.
Ha anche un servizio che li collega via video con tutor di inglese all’estero per lezioni individuali. A oggi, ha fornito servizi a circa 15 milioni di studenti e insegnanti e ha collaborato con 1.500 istituzioni a livello nazionale.
A differenza di Squirrel, la piattaforma di apprendimento online di Alo7 è pensata per integrare un’aula tradizionale. La conoscenza che può essere conseguita attraverso l’apprendimento adattivo, come gli esercizi sul lessico, viene praticata a casa attraverso l’app.
Lo stesso discorso vale per abilità come la pronuncia, che può essere affinata attraverso algoritmi di riconoscimento vocale. Ma tutto ciò che richiede creatività, come la scrittura e la conversazione, viene appreso in classe.
Il contributo dell’insegnante è di vitale importanza. Pan offre un parallelo: “Ci sono molte tecnologie mediche utilizzate negli ospedali, ma non possiamo dire che la macchina sia migliore dei medici. È ancora uno strumento di aiuto del medico “.
Per Pan il ruolo dell’IA nell’istruzione è quello di eliminare completamente i test standardizzati. “Perché sottoponiamo e personea test di due o tre ore per stabilire se vanno bene o male?”, si chiede.
Pan è dell’idea che l’IA alla fine creerà ambienti di apprendimento flessibili adatti sia agli studenti creativi che a quelli analitici. L’istruzione non sarà più un problema di chi ottiene risultati migliori, egli spiega.
L’anno scorso Alo7 ha iniziato a condurre nuove sperimentazioni. Ha aggiunto tecniche di analisi del viso e della voce alle sessioni di video tutoraggio per produrre rapporti di sintesi di ogni lezione.
Gli algoritmi misurano quanto tempo gli studenti hanno parlato inglese in classe, l’accuratezza della loro pronuncia e gli indicatori di base del loro impegno e del livello di soddisfazione, come il numero di volte in cui sono intervenuti o hanno sorriso.
All’inizio di quest’anno, l’azienda ha creato diverse aule fisiche dotate di telecamere e microfoni per condurre ricerche simili. Anche gli insegnanti ricevono rapporti sulle loro performance.
La curiosità mi spinge ad entrare in una delle aule intelligenti di Alo7. È piccola, ma piena di colore. Le pareti sono decorate con le mascotte dell’azienda che compaiono nel materiale didattico dell’azienda. Non ci sono né tavoli né sedie, solo una panchina che corre lungo la parete di fondo. Nella parte anteriore dell’aula sono presenti una lavagna e due schermi per la visualizzazione del curriculum del giorno.
Non ci sono lezioni in corso, ma un impiegato dell’azienda mi fa vedere alcune brevi clip di lezioni per la scuola elementare. In uno, sei studenti si siedono su una panchina e si esercitano dicendo i nomi di diversi animali. “Uccello, uccello, uccello!” Cantano con la loro insegnante che sbatte le braccia come ali. “Tartaruga, tartaruga, tartaruga!”, continuano mentre lo schermo cambia immagine e mostra il cartone animato di una tartaruga. Le interazioni insegnante-studente prendono il sopravvento e l’IA svanisce sullo sfondo.
Dede afferma che il tipo di dati generati in un’aula intelligente ha una sua validità, ma avverte che le fotocamere e altri sensori potrebbero anche essere utilizzati in modo improprio per giudicare lo stato emotivo di uno studente e portare solo a un eccesso di controllo.
Pan concorda sul fatto che è importante fare attenzione: “Non avendo ancora la sicurezza della scientificità dei dati raccolti, li utilizziamo solo per gli insegnanti”.
Pan mi dice che non prevede di espandere Alo7 oltre i confini cinesi. Il solo mercato interno rappresenta già una sfida impegnativa quando si vende una filosofia educativa che va contro il mainstream. Ma si intravede un cambiamento nella discussione a livello nazionale sulle politiche educative.
I rappresentanti del governo sono alla ricerca di nuovi modi per stimolare l’innovazione e l’idea di una “educazione orientata alla qualità”, vale a dire che enfatizza la creatività e le arti liberali, sta guadagnando slancio.
A febbraio dello scorso anno, il ministero dell’istruzione cinese ha approvato una serie di riforme, tra cui regole più strette per i tutor, volte a ridurre l’ossessione per i test.
All’inizio di questo mese, il governo ha anche presentato una serie di linee guida per concentrarsi maggiormente sulle educazioni fisica, morale e artistica e meno sugli esami. Anche se i critici evidenziano che è sempre vivo lo spauracchio del gaokao, Pan è ottimista sui possibili sviluppi futuri e conclude: “Vogliamo cambiare il futuro dell’educazione cinese con la tecnologia”.
Immagine di: Noah Sheldon
(rp)