Uno studio comparso su Nature Energy rivela il costo vertiginoso di una transizione troppo lenta a fonti di energia più pulite.
di James Temple
Secondo un nuovo studio, a meno di cominciare subito a formulare e investire in piani a lungo termine per implementare tecnologie avanzate, il costo del passaggio alle energie pulite crescerà vertiginosamente.
Le rivelazioni: Il paper, pubblicato ieri su Nature Energy da ricercatori dell’Imperial College London, esplora una serie di scenari simulati per il sistema energetico del Regno Unito. Gli autori hanno scoperto che la transizione verso fonti di energia a impatto zero costerà il 61 percento in più entro il 2050 se il paese si affiderà unicamente a strategie a breve termine e alle tecnologie pulite esistenti, quali solare, eolico e nucleare.
Perché? Un approccio del genere farebbe uso di un mix di fonti energetiche tutt’altro che ottimali, al punto da arrivare a richiedere una capacità produttiva e infrastrutture di supporto ben più numerose.
L’alternativa: Abbinando “tecnologie unicorno” dimostrare ma non ancora commercializzate con piani sistemici a lungo termine sarebbe possibile ridurre i costi complessivi del 13 percento entro la metà del secolo (vedi “Praying for an energy miracle”). Queste tecnologie potrebbero includere strumenti per catturare e sequestrare anidride carbonica, piccoli reattori nucleari in grado di regolare la propria produzione per rispondere alle variazioni nella domanda, o sistemi di accumulo basati su batterie dotati della capacità e durevolezza necessarie a rispondere alle esigenze quotidiane della rete elettrica.
Saranno necessari investimenti e supporto nel settore pubblico su una scala senza precedenti. Onde evitare di pagare un costo troppo elevato, però, questi cambiamenti non potranno mai avvenire troppo presto.
(MO)