Soluna sostiene che il suo nuovo business model potrebbe favorire le blockchain e lo sviluppo di fonti di energia rinnovabile.
di Mike Orcutt
È innegabile: Lo spropositato consumo energetico di Bitcoin sta diventando un problema per l’ambiente. Si stima che la rete consumi approssimativamente la stessa quantità di energia dell’intera Irlanda; è quindi ovvio che si cominci a temerne la carbon footprint. In teoria, però, non dovrebbe necessariamente consumare così tanta energia prodotta da centrali a combustibili fossili, e una società di energia rinnovabile ha elaborato un ambizioso piano per dimostrarlo.
La società, di nome Soluna, ha acquisito in Marocco una fattoria eolica da 15.000 ettari che dovrebbe avere il potenziale per gestire fino a 900 megawatt di capacità produttiva (una recente stima attesta alla rete di Bitcoin un consumo energetico pari ad almeno 2.55 gigawatt). I lavori sul sito erano iniziati nove anni fa sotto il precedente proprietario, senza però giungere al completamento del progetto. Soluna, che ha stretto una collaborazione con la tedesca ALTUS AG – società specializzata nello sviluppo di impianti eolici – mira a raggiungere 36 megawatt di capacità produttiva entro il 2020 e raggiungere in cinque anni i 900 megawatt di portata. L’energia prodotta verrà quindi utilizzata per alimentare un centro di calcolo utilizzato per l’estrazione di Bitcoin ed altre criptovalute a un costo economico.
Soluna utilizzerà i fondi generati dalle estrazioni per sviluppare ulteriormente la fattoria eolica, spiega il CEO John Belizaire, secondo cui la società riuscirà a guadagnare anche dalla vendita di energia elettrica alla rete nazionale del Marocco. Belizaire ritiene che il modello estrattivo “verticalmente integrato” di Soluna rappresenti non solo una soluzione più ecologica per mantenere Bitcoin e altre reti di blockchain, ma anche una nuova soluzione per finanziare lo sviluppo di fonti di energia rinnovabile.
Il processo algoritmico delle estrazioni di Bitcoin, attraverso il quale i membri della rete autorizzano le nuove transazioni, è la ragione per cui questa rete consuma tanta energia. I “minatori” competono per introdurre raccolte di nuove transazioni, denominate blocchi, al registro contabile. Questa operazione richiede l’esecuzione ripetuta di un complesso calcolo per cercare di elaborare un numero unico che colleghi crittograficamente il nuovo blocco a quello precedente. Il processo conserva i dati in maniera tale da renderne estremamente difficoltosa e costosa la manomissione, visto che l’alterazione dei dati custoditi all’interno di un blocco richiede anche la modifica dei blocchi precedenti (vedi “How secure is blockchain, really?”)
L’elettricità rappresenta il più importante costo variabile per i minatori, i quali traggono il proprio guadagno fintanto che i costi non superano il valore dei bitcoin ricavati come ricompensa per aver mantenuto il registro contabile durante il processo di validazione. È per questo motivo che molte delle operazioni di estrazioni avvengono in Cina, dove alcune regioni permettono di acquistare energia elettrica a un prezzo estremamente ridotto – fino a $0,03 per kilowatt-ora – poiché prodotta da centrali a carbone (a confronto, la tariffa media per la corrente residenziale negli Stati Uniti si aggirava intorno agli $0,13 per kilowatt-ora nel mese di maggio).
Soluna prevede che la sua fattoria eolica in Marocco permetterà di generare elettricità a un costo talmente ridotto da competere con quello delle centrali a carbone più economiche della Cina.
Belizaire ritiene che la sua società sia la prima ad aver preso di mira lo sviluppo e il consumo delle proprie risorse energetiche per le estrazioni di criptovalute. “Ammesso che si riesca a produrre energia al costo più basso, si disporrà sempre del prezzo più basso, perché nessuno potrà alterarlo per voi”, dice. Stando a un libro bianco divulgato della società, “la società prevede di guadagnare sulle operazioni di estrazione in pressoché qualunque circostanza di costo immaginabile”. Belizaire dice che sarà anche possibile applicare questo business model altrove nel mondo, dove Soluna potrà ricorrere a risorse energetiche pulite “similarmente ricche”.
La società, di fatto, ha deciso di investire nel lungo termine nella tecnologia delle blockchain. La scommessa è che questa tecnologia sia ancora agli albori e che, in futuro, “porterà alla nascita di un nuovo Internet basato sulle elaborazioni decentralizzate”, dice Belizaire. Anche se simili meccanismi energetici emergeranno a sostegno dei processi di estrazione di Bitcoin, un “ecosistema di blockchain” globale richiederà ugualmente grandi quantità di energia – e dovrà necessariamente essere alimentato da fonti rinnovabili.
(MO)