La riduzione delle emissioni di gas responsabili del riscaldamento globale permetterebbe di contenere le ondate di caldo estremo che, ogni anno, mietono migliaia di vittime nel mondo.
di James Temple
Uno dei principali costi economici associato al mancato contenimento del cambiamento climatico negli Stati Uniti diventerà evidente con l’aumentare delle morti premature.
È questa una delle rivelazioni più allarmanti presentate all’interno del National Climate Assessment, una valutazione sui rischi ambientali pubblicata da un consorzio di agenzie federali. Un grafico nel capitolo finale mostra come i danni economici causati annualmente dal cambiamento climatico potrebbero quasi raggiungere i $700 miliardi entro il 2090, nel caso in cui le nazioni non dovessero riuscire a contrastarne o attutirne i pericoli.
In uno scenario caratterizzato da un elevato livello di emissioni di gas serra, i danni economici associati alle sole morti premature causate da estreme ondate di caldo potrebbero toccare i $141 miliardi l’anno. Laddove i pericoli del cambiamento climatico vengono spesso trascurati, le ondate di caldo uccidono più americani degli uragani, dei tornado e dei terremoti assieme. Le temperature elevate possono portare a malesseri e colpi di calore potenzialmente fatali – in particolare fra bambini, anziani e donne incinta (vedi “Come preparare le città e i loro abitanti a ondate di caldo sempre più pericolose”).
Entro il 2100, secondo il rapporto,l’aumento delle temperature estreme potrebbe portare ad oltre 9.000 decessi prematuri in più ogni anno in 49 principali città.
Le stime economiche effettuate per calcolare il costo di un simile incremento nella mortalità si basano sul cosiddetto “valore reale di una vita statistica”, un approccio comune fra agenzie governative quali l’Environmental Protection Agency, spiega Brian O’Neill, direttore della ricerca presso il Pardee Center for International Futures dell’Università di Denver e coautore del capitolo. Si tratta di una misura, ha approfondito in una email, di quanto siamo disposti a spendere per ridurre il rischio di morte.
Progressi rapidi nell’abbattimento delle emissioni di gas serra e nel passaggio a fonti di energia rinnovabile permetterebbero di ridurre drasticamente questi costi economici e umani. Persino uno scenario caratterizzato da un livello di emissioni intermedio vedrebbe una riduzione del 58% e salverebbe “migliaia o decine di migliaia di vite l’anno”, conclude il rapporto.
(MO)