Secondo un nuovo studio sui target climatici della California, occorreranno profondi investimenti e innovazioni concrete prima di poter cominciare a ripulire veramente le reti elettriche.
di James Temple
La California ha fissato entro la metà del secolo il traguardo dell’elettricità a emissioni zero, una missione che richiederà necessariamente lo sviluppo di innovazioni rivoluzionarie e la trasformazione di ciascun settore economico dello stato. Queste sono le conclusioni principali a cui giunge il rapporto della Energy Futures Initiative (EFI) in seguito alla valutazione delle tecnologie che potrebbero essere necessarie per rispettare le ambiziose norme attuate dallo stato della California.
Le leggi in California richiedono all’intera economia di abbattere del 40% le emissioni di gas serra e portarle entro il 2030 a valori inferiori rispetto a quelli registrati nel 1990; entro il 2045, invece, dovrebbe sorgere un sistema elettrico interamente carbon-free. Un ordine esecutivo firmato l’anno scorso dall’ex governatore Jerry Brown, infine, fissa al 2050 il termine ultimo entro il quale abbattere di oltre l’80% le emissioni complessive dello stato.
Il rapporto dell’EFI, il think tank fondato dall’ex segretario dell’energia USA Ernest Moniz, ritiene che tutti questi traguardi possano essere raggiunti, seppur sottolineando l’enorme impegno necessario per decarbonizzare l’economia. Proprio per cercare di rispettare questi obiettivi lo stato di Washington ha appena approvato una legge che richiede la creazione di un sistema elettrico carbon-free entro il 2045, mentre Nevada, New Mexico, Hawaii, Puerto Rico, e Washington, DC, hanno varato leggi simili. Diversi altri stati stanno discutendo proposte di legge relative questi stessi obiettivi.
Persino il traguardo fissato per il 2030 richiederà quasi certamente “innovazioni incrementali” che permettano di abbattere i costi e migliorare la capacità di stoccaggio energetico, il sequestro di anidride carbonica e i combustibili rinnovabili a impronta zero, spiega Alex Kizer, direttore delle ricerche strategiche dell’EFI. Gli obiettivi fissati per la metà del secolo potrebbero invece richiedere balzi tecnologici nello stoccaggio a lungo termine, nel cemento pulito, nell’eolico in mare aperto, nell’idrogeno ed in altri campi del settore energetico.
“Per raggiungere un abbattimento delle emissioni dell’80% ed oltre, servono innovazioni rivoluzionarie”, dice Kizer.
Una delle rivelazioni che maggiormente faranno discutere ambientalisti e regolatori in California (visto che cinque degli undici sponsor del rapporto presentano “gas” nel proprio nome) è che l’aggiunta di sistemi per la cattura di anidride carbonica agli impianti a gas naturale dello stato potrebbe apportare uno dei benefici maggiori in termini di riduzione delle emissioni del settore elettrico. In particolare, queste riduzioni ammonterebbero nel 2030 a 17,7 megatoni, contro gli 11 megatoni previsti per le centrali a energia rinnovabile abbinate a sistemi di stoccaggio con un’autonomia di 5-10 ore, costituiti quasi certamente da un gran numero di batterie agli ioni di litio.
L’approvazione di sistemi per la cattura e il sequestri di Co2, secondo l’opposizione, porterebbe a un rinnovo della dipendenza dai combustibili fossili – con i danni ambientali che derivano dalla loro produzione. Il rapporto precisa che la generazione di gas naturale continuerà a giocare un ruolo fondamentale per via della sua stabilità ed economicità, due fattori cruciali per una rete alimentata da un quantitativo sempre maggiore di fonti intermittenti quali solare ed eolico.
Fra gli altri campi che potrebbero portare a una notevole riduzione delle emissioni figurano nuovi standard per l’economia di consumo dei combustibili e nuovi combustibili a basse emissioni per il settore trasporti; sistemi per la cattura dell’anidride carbonica e combustibile a idrogeno per l’industria; efficienza energetica ed elettrificazione per il settore edilizio; conversione delle scorie animali in combustibili rinnovabili per l’agricoltura.
I rilevamenti del think tank di Ernie Moniz offrono qualche chance all’ambizioso piano della California, a patto che lo stato investa pesantemente in innovazioni reali e tanto, tanto gas naturale.
(MO)