Finora, l’acquisizione di SolarCity nel 2016 non ha portato i benefici sperati.
di James Temple
La notizia: Lo stabilimento gigafactory di Buffalo, New York, costato $1 miliardo, finanziato e attrezzato per SolarCity dallo stato, sta servendo soprattutto da fabbrica per Panasonic. La stragrande maggioranze delle cellule solari prodotte presso lo stabilimento viene attualmente venduta oltreoceano piuttosto che impiegata per realizzare il prodotto fotovoltaico “Solar Roff” di Tesla. È quanto si evince da una lettera citata da Reuters e inoltrata ai funzionari doganali degli Stati Uniti da Panasonic, partner di Tesla.
Il Solar Roof era progettato per avvicinarsi all’aspetto di una comune tegola pur incorporando una cella solare all’interno, in modo da diversificare l’offerta nel business dei prodotti fotovoltaici. A quanto pare, però, questa linea di prodotti è stata un flop. Gli operatori della California hanno connesso appena 21 di questi sistemi, stando alle informazioni raccolte direttamente dallo stato. Un numero ancor più esiguo sarebbe stato installato nella costa nordoccidentale, a detta di un ex dipendente Tesla intervistato anonimamente da Reuters.
Negli oltre due anni trascorsi dall’acquisizione di SolarCity, il numero complessivo di installazioni è crollato di oltre il 76%.
Un portavoce di Tesla ha spiegato che la società sta “attivamente installando” il prodotto Solar Roof in otto stati, ma si è rifiutato di parlare degli acquisti da parte di Panasonic o fornire un conteggio complessivo delle installazioni.
Il retroscena: Nel 2016 Tesla ha acquistato SolarCity per $2,6 miliardi, un accordo che è stato ampiamente criticato per via dei pesanti debiti di SolarCity e dei collegamenti del CEO Tesla, Elon Musk, con la società. Musk era stato presidente di SolarCity ed è il cugino di uno dei suoi cofondatori, Peter e Lyndon Rive; entrambi hanno da allora lasciato la propria posizione all’interno della società.
Poco dopo l’acquisizione, Tesla a presentato la linea di prodotti Solar Roof, segnando un marcato cambiamento di direzione nel business model di Solar City, incentrato sulla vendita e installazione sui tetti di pannelli solari prodotti da società cinesi. Tesla ha anche firmato un accordo con Panasonic per acquistare celle solari sviluppate su misura, in cambio di $250 milioni investiti nella gigafactory.
Questo subappalto ha assicurato a Tesla un aiuto nel raggiungere gli impegni sulle assunzioni richiesti dallo stato per accedere a sussidi per $750 milioni. Eppure, la società potrebbe ancora mancare l’obiettivo di 1.500 assunzioni entro il 2020, con il conseguente rischio di incorrere in sanzioni finanziarie e pesanti critiche sulla sua capacità di rispettare accordi.
Le fatiche del solare: Tesla sta faticando ad avviare la produzione e guadagnare terreno nello scenario fotovoltaico dominato da prodotti low-cost provenienti dall’estero, Cina in primis.
L’anno scorso, Tesla ha annullato una partnership appena avviata con Home Depot, cessato le attività di molteplici centri di installazione e licenziato migliaia di dipendenti della sua divisione solare. Come se non bastasse, il team avrebbe persino riscontrato problemi nell’aspetto e nelle prestazioni dei prodotti Solar Roof.
Un articolo pubblicato da Bloomberg verso la fine dell’anno scorso spiegava come Tesla stesse gestendo solamente una delle sue catene di produzione all’interno della fabbrica di Buffalo, piuttosto che le molteplici linee progettate per entrare in funzione a partire dall’inaugurazione della fabbrica.
L’articolo precisava inoltre che la catena produttiva di Panasonic all’interno della gigafactory fosse distaccata rispetto a quella di Tesla, situata dall’altra parte dell’edificio, nonostante l’impressione che le due società avrebbero collaborato strettamente fra loro.
Secondo quanto riportato da Bloomberg – citando molteplici fonti – laddove Panasonic produce le celle Solar Roof, Tesla “ha lamentato un problema con l’estetica e il costo del suo prodotto” e si è rivolta a un fornitore cinese.
Non è esattamente chiaro quante celle, quante tegole o pannelli solari Tesla stia producendo per conto proprio e quante ne stia acquistando da Panasonic. Probabilmente, però, si tratta di una minuscola frazione del gigawatt di capacità solare annua che la società si vantava inizialmente di poter produrre (vedi “10 Tecnologie Innovative 2016 / La Gigafactory di SolarCity”).
(MO)