Persino Donald Trump parla di criptovalute ormai, ammesso che il petro sia una vera criptovaluta.
di Mike Orcutt
Il retroscena: Il mese scorso, il Venezuela ha lanciato il token crittografico petro. Dovrebbe essere legato al prezzo del petrolio prodotto dal paese, ma alcuni critici sostengono che in realtà si tratti semplicemente di uno stratagemma per superare le sanzioni economiche imposte dagli Stati Uniti.
La notizia: Donald Trump ha appena firmato l’ordine esecutivo con cui “tutte le transazioni legate al petro” saranno considerate illegali.
Perché è successo: Lo scorso gennaio, l’amministrazione USA aveva avvertito gli investitori che gli americani facenti uso del petro avrebbero rischiato di violare le sanzioni, dato che questa valuta digitale “pareva una estensione dei crediti al governo venezuelano”. Da allora, diversi membri del Congresso hanno fatto pressione sull’amministrazione perché si spingesse oltre e limitasse l’uso della valuta promossa dal Venezuela.
Bel tentativo, Venezuela: Jerry Brito, direttore esecutivo di Coin Center, un think tank di Washington che sostiene le società di blockchain, ha detto a CoinDesk che non vi è “nulla di nuovo” in questo ordine esecutivo: “L’emissione di una criptovaluta non aiuterà il Venezuela a sfuggire alle sanzioni”.
(MO)