La mancanza di tutele per gli investitori è una manna per i truffatori.
di Mike Orcutt
Una inchiesta del Wall Street Journal offre uno scorcio delle strategie di manipolazione dei prezzi che continuano a pervadere nel mercato delle criptovalute.
L’indagine: Revisionando i dati delle transazioni e le comunicazioni online fra trader negli ultimi sei mesi, il giornale ha scoperto 175 pratiche di pump-and-dump per 121 token crittografici differenti, per un totale di $825 milioni in transazioni effettuate negli ultimi sei mesi e “centinaia di milioni di perdite per gli individui che si sono ritrovati dalla parte sbagliata dello scambio”.
La strategia: Si tratta di un classico esempio di frode preso in prestito da un’era passata: favorendo a sufficienza la crescita di valore di un bene è possibile invogliare nuovi investitori a partecipare, “pompando”, così, il prezzo del bene prima che i truffatori lo “scarichino” per trarne profitto. La pratica, dichiarata illegale negli anni ’30, era tornata in auge negli anni ’90 con Jordan Belfort, meglio conosciuto come il “Wolf of Wall Street”. I truffatori dell’era delle criptovalute si organizzano oggi ricorrendo ad app quali Telegram.
Siamo ancora nel Selvaggio West: L’inchiesta del WSJ ha scoperto che Binance, una piattaforma di scambi con centinaia di criptovalute, molte delle quali piccole e particolarmente vulnerabili a manipolazioni, viene spesso utilizzata per pompare i valori.
“Gli scambi in criptovalute rappresentano un mercato non regolamentato, per cui le manipolazioni di mercato dichiarate illegali per altri mercati possono facilmente essere perpetrate e restare impunite”, ha detto al WSJ Ben Yates, un procuratore di RPC.
(MO)