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    Continua la lotta fra Cina e industria delle criptovalute

    A quasi un anno dalla messa al bando delle offerte iniziali di valuta e la chiusura delle transazioni domestiche attraverso criptovalute, il governo cinese torna a colpire la nascente industria.

    di Mike Orcutt

    La Grande Muraglia di Firewall si estende alle criptovalute: I censori del governo hanno bloccato diverse blockchain e profili associati alle criptovalute su WeChat, il servizio di social media. WeChat, assieme al servizio di pagamenti online Ant Financial, ha annunciato che restringerà o bloccherà le transazioni associate alle criptovalute.

    Le autorità bloccheranno l’accesso a 124 siti operati da società offshore di scambi via criptovalute che offrivano i propri servizi agli utenti cinesi, riporta il South China Morning Post. Secondo altre fonti locali, Baidu restringerà o bandirà i contenuti legati alle criptovalute sulla propria piattaforma di discussioni simile a Reddit.

    Conferenze annullate: I regolatori finanziari hanno imposto a negozi, hotel ed altre imprese nella downtown di Pechino il divieto di organizzare incontri, conferenze o attività incentrate sulle criptovalute.

    Le blockchain vanno avanti: Nonostante tutto, “molte figure interne all’industria” raccontano al Wall Street Journal che la tecnologia delle blockchain in Cina è in fermento. Il governo ne riconosce la valenza nel lungo termine, commenta Jehan Chu, il co-fondatore di una società di investimenti in criptovalute di Hong Kong. “Semmai, stanno cercando di riformarla e ripulirla in modo da poterla implementare in Cina come hanno fatto con internet, a modo loro e con le loro regole”. In altre parole, non è che il governo cinese non sia interessato nelle blockchain – semplicemente preferisce le blockchain che può controllare.

    (MO)

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