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    La Cina stringe la sua morsa sulle società di blockchain

    Dopo aver perseguitato le criptovalute, il governo cinese si appresta a imporre nuove restrizioni su pressoché ogni società online le cui attività riguardano la tecnologia blockchain.

    di Mike Orcutt

    La notizia: La Cyberspace Administration of China, la principale agenzia di censura online del paese, ha pubblicato una proposta di legge che imporrebbe una serie di nuove norme sui “servizi di informazione blockchain”. Secondo quanto riportato da CoinDesk, il termine adottato dall’agenzia riguarderebbe le “entità o nodi” che offrono servizi online al pubblico facendo uso della tecnologia blockchain.

    Una morsa sempre più stretta: Per quanto si sia impegnata a contrastare l’affermarsi delle transazioni via criptovalute e dell’industria circostante, il governo cinese ha pubblicamente elogiato la blockchain come tecnologia per i database.

    Ovviamente, il governo è intenzionato a controllare questa tecnologia. La nuova normativa richiederebbe alle società blockchain di registrare il proprio nome, le tipologie di servizi e gli indirizzi dei server, e sottoporsi a revisioni annuali. Le società dovrebbero anche recuperare e conservare i nominativi reali ed altre informazioni dei loro utenti al fine di consentirne l’impiego da parte delle forze della legge.

    Come? Stando al South China Morning Post, la normativa imporrebbe ai servizi blockchain di censurare i contenuti “considerati una minaccia per la sicurezza nazionale”. Una volta introdotta una informazione all’interno di una blockchain, questa non può essere rimossa, però. Cosa si potrebbe censurare di una tecnologia pensata per resistere alle censure? Le intenzioni del governo cinese non sono del tutto chiare.

    (MO)

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