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    Prevedere la progressione del Parkinson

    Per fornire la migliore assistenza medica possibile a pazienti affetti dal morbo di Parkinson, un nuovo metodo ne prevede il declino cognitivo e motorio.

    di Lisa Ovi

    Un nuovo studio, pubblicato su IOS Journal of Parkinson’s Disease, descrive come un semplice esame del sangue possa essere utilizzato per valutare la presenza di biomarcatori di infiammazione e senescenza cellulare per costruire un quadro predittivo affidabile del declino cognitivo e motorio di pazienti affetti dal morbo di Parkinson.

    Il morbo di Parkinson è una malattia neurodegenerativa che provoca forme di demenza nell’80% dei pazienti affetti, un incremento di cinque o sei volte della probabilità di sviluppare forme di deterioramento cognitivo rispetto agli individui sani della stessa età. Il Parkinson è notoriamente associato all’infiammazione ed alla senescenza cellulare.

    Sotto la direzione di Gabriele Saretzki, biologa cellulare della Newcastle University, un gruppo di ricercatori ha esaminato la relazione tra i livelli di marcatori rilevabili nel sangue e il graduale declino delle funzioni motorie e cognitive per scoprire se sia possibile prevedere in maniera affidabile la progressione della malattia di pazienti a cui sia stato appena diagnosticato il Parkinson. Più di 150 pazienti neo-diagnosticati e 99 individui in un gruppo di controllo hanno partecipato allo studio venendo sottoposti a valutazioni fisiche e cognitive regolari per 36 mesi.

    Lo studio ha dimostrato che, nel corso dei tre anni, i pazienti affetti dal Parkinson colpiti da demenza presentavano un accorciamento dei telomeri più veloce rispetto agli individui sani della stessa età. I livelli di p16 sono stati associati a tassi più rapidi del declino motorio e cognitivo nell’arco di 36 mesi, mentre una semplice valutazione complessiva dello stato infiammatorio al termine dei 36 mesi si è dimostrata il metodo più efficiente per prevedere il punteggio cognitivo conclusivo dei soggetti.

    Lo studio di biomarcatori del sangue che ci permettano di prevedere la progressione del declino è importante per le malattie neurodegenerative come il Parkinson, che si sviluppano nel corso di anni. I marker identificati dai ricercatori dovranno essere ulteriormente convalidati, ma potrebbero permettere di pianificare una gestione più mirata del decorso della malattia fin dalla sua prima diagnosi. Una migliore comprensione dei cambiamenti biologici associati al decorso della malattia potrebbe anche condurre allo sviluppo di nuove terapie.

    (lo)

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